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Prova Ducati Streetfighter V4 2025: mai così facile, mai così veloce

VIDEO - La nuova incarnazione della Fight Formula funziona alla grande, la Streetfighter non ha perso il suo DNA ma ha guadagnato tanta sfruttabilità. Costa molto ma vale moltissimo

Prova Ducati Streetfighter V4 2025: mai così facile, mai così veloce
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L’invito sembra di quelli davvero perfetti: “Marco, vieni a provare la nuova Ducati Streetfighter V4s…” Io mi mi esalto subito e non faccio neanche completare la frase a chi era dall’altra parte del telefono, rispondendo un entusiasta “Ma certo!”. Ma lui finisce la frase e tutto cambia in un microsecondo: “…sul tracciato di Andalucia?”. Ed immediatamente esclamo un vigoroso ‘Ma ca&&o’ nel mio cranio. Perché? Se ve lo state domandando non siete mai stati a girare sul tracciato di Andalucia.

Perché se l’avete fatto, potete immaginare cosa significhi passare una giornata in sella ad una belva da 214 cv su quella pista disegnata evidentemente da un sadico che si diverte a vedere motociclisti sbagliare ogni singola traiettoria. Saliscendi, curve cieche, veri e propri salti in piena traiettoria. Immaginarla più tosta mi risulta davvero complicato. Ma poi penso che tutto sommato la nuova Streetfighter ha tantissimo in comune con la Panigale V4 2025, una moto che tutti definiscono come molto più semplice rispetto alla sua progenitrice.

Ormai in ogni caso la frittata è fatta, quindi via verso l’Andalusia Circuit per provare la nuova Streetfighter V4S 2025. Se volete leggere ogni dettaglio tecnico, la misura di ogni vite e l’apertura alare, QUI trovare pane per i vostri denti. Se invece volete scoprire come ho fatto a sopravvivere, proseguite questa lettura per capire quanto dannatamente abbiano lavorato bene a Borgo Panigale.

PROVA Ducati Streetfighter V4S 2025 - Molto più di una Panigale V4 spogliata

In realtà la strizza che avevo nell’avvicinarmi al giorno del test era più che giustificata, perché sulla stessa pista due anni fa avevo provato la Streetfighter V4s 2023. L’avevo definita ‘Bastarda’ e ci ero andato giù molto leggero. Non che fosse una moto problematica, ma di certo faceva ben poco per far finta di essere amichevole con i suoi cavallini selvaggi pronti a sbranarti ad ogni apertura del gas.

Però adesso la faccenda è diversa, questa Streetfighter è pensata per essere diversa, più facile. Il telaio è molto meno rigido, così come il forcellone. L’elettronica ha di certo fatto dei passi in avanti enormi, quindi mi avvicino alla moto in pitlane con la speranza che tutte queste non siano solo chiacchiere. Per la serie: spero sia una solida realtà! Già osservando la Street ferma sul cavalletto qualcosa di diverso lo noti subito. E’ forse meno selvaggia nelle linee, sembra tutto più morbido e secondo me anche più rifinito. Ogni dettaglio è al posto giusto, in sella ti godi lo spettacolo di un TFT da 6,9 pollici che è semplicemente enorme, e la posizione di guida è più confortevole che in passato.

Il manubrio è apertissimo, largo ma anche più vicino al busto del pilota. Quindi fino ad ora tutto ok. Peccato che il Desmosedici Stradale da 214 cv sia ancora spento ed è quando lo accendo che il cuore inizia a farmi scherzi. Questo rombo ormai lo conosco bene, inutile fare il prezioso e stare lì a ragionare sul nulla. Dentro la prima e via in pista, dopo aver ascoltato il buon Dario Marchetti che ci ha spiegato quanto sia infida la pista, quanto sia scivolosa per la pioggia caduta nella notte e quanto si debba stare attenti con la moto all’inizio, perché bisogna iniziare con questa pista dandole solo del lei.

Ma dopo due curve capisco che tutto sommato Dario aveva torto. O meglio, è la Streetfighter a dargli torto. Completo il primo giro e già mi sembra di avere la situazione sotto controllo, per quanto l’andatura sia abbastanza bradiposa. Ma al secondo passaggio sul traguardo, decido di rompere gli indugi e provare a spingere un pochino. Mi sento bene, sento una ottima connessione con il gas, la moto mi trasmette fiducia e tutta la paura di dover affrontare questa pista bastarda in sella ad una moto non esattamente lenta svanisce. Ricordo che nel 2023 ci misi tre turni solo per capire da che parte girava ogni curva, mentre oggi mi sento subito a posto.

E quando sei a posto, ti senti tranquillo e senti bene la moto cosa succede? Che inizi a dargli del gran gas, che inizi davvero a divertirti e che senti di poterlo fare in sicurezza. La pista è scivolosa? Mappa Sport e TC che lavora alla grande. Incontri un gruppetto di tester ‘leggermente’ più lenti (siamo in pista con alcuni ragazzi da India, Thailandia e Cina che non hanno moltissima esperienza in pista)? Passi all’esterno o in staccata senza nessuna difficoltà.

Il primo turno finisce e posso tornare al box, felice come un bambino che ha fatto il giro più bello sulla giostra più bella al mondo. La paura è scomparsa, non mi sento stanco perché quando ti senti tranquillo e guidi rilassato fai lavorare di meno i muscoli. Quindi? Non vedo l’ora di tornare in pista e questa sensazione mi resterà addosso per tutti e sei i turni. Sei turni. Con una moto da 214 cv. Sull’Andalusia Track. Con la mia condizione atletica degna del corpo di ballo di una casa di riposo. Chapeu ai ragazzi che l’hanno progettata.

PROVA Ducati Streetfighter V4S 2025 - Velocissima ma anche facilissima

Come si fa a definire facile una moto che ha a disposizione una cavalleria del genere e con un rapporto peso potenza di circa 1,16 cv per KG? Ragazzi, io non pensavo che fosse possibile, ma dopo la giornata in sella alla nuova Streetfighter non posso che definirla così. Perché il motore è perfettamente messo a bada da una elettronica di livello superlativo e la nuova ciclistica, la vera grande novità di questa moto, ha reso tutto molto più intuitivo.

Spesso i piloti, quelli veri, parlando di confidenza. La confidenza in sella è quella che ti permette di andare oltre il limite che prima non sentivi ben nitido. Quindi cosa succede sulla Streetfighter, visto l’incredibile livello di confidenza che trasmette? Che scopri quanto siano in realtà lontani i limiti che avevi paura di andare a sfiorare. L’asticella è posta in altissimo, ad un’altezza degna del miglior Bubka. Ma lei ti mette a disposizione gli strumenti per sfidare quei limiti, per spingere di più, in staccata, in percorrenza. Anche in rettilineo, perché le nuove winglets generano l’impressionante valore di carico di 45 kg a 270 km/h. Sono circa 17 in più del modello precedente e vi garantisco che fanno la differenza, regalando una stabilità a questa versione della Streetfighter sconosciuta in precedenza.

PROVA Ducati Streetfighter V4S 2025 - L’unico neo? In realtà sono 27.990

Immagino abbiate ben capito a cosa mi riferisco, perché 27.990 euro sono quelli he servono per mettervi nel box questo capolavoro di ingegneria. Ma quanto vale quello che, appunto, è un capolavoro di ingegneria? Credo che la cifra sia parecchio elevata ma anche che tutta la ricerca, il lavoro di sviluppo ed anche il blasone di Ducati siano valori che meritano di essere pagati e guardando le cose nella giusta prospettiva, anche una cifra così elevata assume un significato diverso. Nel 2005 la 999S costava 21.000 euro. Aveva elettronica? Zero. Aveva un display TFT così grande e bello? Non scherziamo. Aveva invece circa il 30% di potenza in meno e pesava circa un 15% in più. Per l’epoca era una gran moto, ma oggi non reggerebbe il confronto e 20 anni di sviluppo e crescita di vedono tutti.

Tutto questo per dire che secondo me il prezzo della Streetfighter è ampiamente giustificato dai contenuti che offre e che una volta messa nel box non avrete mai da pentirvene. Volendo, c’è la versione standard che costa 3.200 euro in meno, ma rinuncia ai cerchi forgiati, alla batteria al litio ed alle Ohlins supportate dalla centralina EC03, ovvero il top del top.

Mi dispiace poi pensare che la maggior parte degli appassionati che acquisteranno questa moto si limiteranno ad usarla su strada, senza quasi mai portarla tra i cordoli. Per me invece ha molto senso portare questa Streetfighter in pista, perché riesce ad offrire tutto quanto di buono fa la Panigale V42 2025, ma con un impegno fisico richiesto enormemente inferiore. Questo è un aspetto che fa la differenza soprattutto per chi (come me) non ha un fisico da atleta e deve fare i conti con la possibilità di andare in pista poche volte all’anno.

Questa è la nuova Fight Formula, un concetto che negli anni è cambiato radicalmente. Il significato di questa formula applicata ad una naked era all’inizio molto più facile da intuire. Lotta, coraggio, confronto. Oggi invece la Fight Formula secondo Ducati vuol dire gioco, divertimento e adrenalina. Io la preferisco così.

In questa prova ho utilizzato la tuta Dainese Mugello 3 D-Air Perforata, QUI il link allo store Dainese!

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