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Dopo KTM anche Aston Martin in crisi, il salvataggio arriva in extremis

Grazie ad un'operazione di vendita delle quote di proprietà nel team di Formula 1 e l'acquisizione di un pacchetto azionario maggiore nell'azienda Lawrence Stroll ha evitato il fallimento del marchio

Auto - News: Dopo KTM anche Aston Martin in crisi, il salvataggio arriva in extremis

Lo scorso anno era stata KTM a destare preoccupazioni con una crisi finanziaria tenuta nascosta ed esplosa mediaticamente soltanto a due passi dal Natale. Le 130mila moto rimaste senza un acquirente avevano “segretamente” condotto l’azienda di Mattighofen verso un passivo di quasi due miliardi di euro e solo grazie alla proattività di tutte le parti coinvolte e alla netta riduzione dei numeri produttivi  si è riuscita a raddrizzare una situazione che poteva portare ad esiti drammatici per i lavoratori del marchio austriaco. Ora, nemmeno il tempo di superare il colpo per questo crollo inatteso, che l’industria motoristica ha dovuto incassare un altro gancio.

In questo caso, ad essere stata travolta dall’incapienza, è una Casa del lusso a quattro ruote come Aston Martin, la quale, giusto lo scorso febbraio, è stata costretta a licenziare 170 persone a causa delle vendite deludenti registrate nel 2024, figlie perlopiù di alcuni ritardi nella realizzazione dei veicoli che hanno condotto la compagnia verso un debito da più di un miliardo di sterline. Anche qui, nulla è stato fatto filtrare, e quando i giornali hanno cominciato a parlarne le finanze erano già compromesse.

Per salvare il prestigioso costruttore attivo anche in Formula 1 e proteggerlo dal fallimento, è intervenuto Lawrence Stroll, patron del team sportivo che, come per KTM nel Motomondiale, ha rischiato all’improvviso di essere chiuso, il quale ha proceduto a cedere la sua quota minoritaria della scuderia per un totale di 74 milioni di sterlino, per investirla sulla Casa madre, accrescendo la propria presenza dal 27,7 al 33%. Non fosse abbastanza, tramite il suo fondo personale Yew Tree Consortium, il magnate canadese ha deciso di acquisire progressivamente 75 milioni di quote a 70 centesimi l’una per raggiungere 52,5 milioni di sterline. Questa complessa operazione si è resa possibile soltanto grazie ad una speciale deroga, in quanto la normativa inglese impone l’intervento del pubblico quando si parla di quote superiori al 30%.

Il 65enne ha tenuto a sottolineare come questo suo impegno personale sia la dimostrazione di quanto ci tenga alle sorti del marchio, valutando in 600 milioni di sterline le somme da lui stesso versate a suo favore a partire dal 2020, data del suo ingresso nella società.

Da quanto si apprende il processo di vendita e acquisto dovrebbe accrescere la liquidità a disposizione di 125 milioni di sterline. Come per gli austriaci nelle moto, anche nel reparto corse britannico si tira un sospiro di sollievo. Una nota ufficiale fatta uscire in fretta e furia in questi giorni, rassicura non solo sulle sorti della scuderia in sé, ma pure sulla permanenza a lungo termine del produttore nella massima competizione automobilistica.

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