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SBK, Petrucci: “Iannone mi ha spinto fuori prima di rientrare, forse voleva salutarmi”

“Non so a cosa sia servito, ma non è stato un grande amico. La partenza? Sono partito in seconda e senza launch control. È stato pericoloso: pensavo che qualcuno mi avrebbe centrato”

SBK: Petrucci: “Iannone mi ha spinto fuori prima di rientrare, forse voleva salutarmi”

Si è chiuso con una domenica abbastanza positiva il Round a Portimao di Danilo Petrucci. Ai piedi del podio nella Superpole Race, il pilota ternano ha concluso Gara 2 rimontando fino alla sesta posizione, dopo un problema alla partenza. Due risultati un po’ diversi da quelli a cui ambiva l’alfiere del team Barni, ma che sono stati sufficienti a permettergli di mantenere la terza posizione nella classifica del Mondiale, alle spalle di Nicolò Bulega e Toprak Razgatlioglu.

Parlando del brivido vissuto al via Danilo ha raccontato: Non si è innestata la prima marcia, ero tra la prima e la seconda, e quindi non è entrato nemmeno il launch control. Quando ho lasciato la frizione è entrata subito la seconda e sono partito così. È stato molto rischioso e ho pensato che qualcuno mi avrebbe centrato”.

Una gara tutta in salita quella dell’alfiere del team Barni, che non ha tratto particolare giovamento nemmeno dalla bandiera rossa.

“Ho provato a recuperare e probabilmente la bandiera rossa non ci ha nemmeno aiutato tantissimo, perché ero vicino a Locatelli e van der Mark. Poi, dopo la ripartenza, abbiamo lottato tanto, ma sono rimasto un po’ intruppato con Lecuona e Gardner, Devo dire che Iannone non è stato un grande amico al primo giro: mi ha fatto due entratacce, portandomi fuori e facendomi perdere tempo. A quel punto l’ho lasciato andare e appena l’ho fatto è rientrato al box per il Ride Through. Non so bene a cosa sia servito, forse era un modo per salutarmi: mi ha detto ‘ci sono anch’io” e poi è andato via - ha detto ridendo - Mi ha fatto perdere un po’ di tempo, ma queste sono le gare. Probabilmente senza il problema alla partenza, in Gara 2 avrei lottato ancora per il quarto posto: un’altra medaglia di legno dopo quella di stamattina e quella di ieri. Alla fine, sono comunque terzo nel Mondiale. È una cosa che non conta niente in questo momento, ma non mi capitava dal 2019 in MotoGP, quando c’erano davanti Marquez e Dovizioso. Quindi, è un buon segnale.

Petrux cerca di vedere il bicchiere mezzo pieno, ma non nasconde un pizzico di amarezza: “Questo weekend sono stato quasi sempre la seconda miglior Ducati dopo Bulega e sarei voluto stare davanti ad Alvaro. Soprattutto stamattina. La strategia era perfetta: sono entrato secondo alla prima curva e ho cercato di farmi tirare da Nicolò e Toprak, ma non è bastato perché Alvaro è risalito con un passo molto più veloce e così non sono riuscito a salire sul podio. Era il mio obiettivo, visto che l’anno scorso ci ero salito due volte su questa pista. Questa volta non ci sono riuscito nemmeno una volta, ma abbiamo preso punti importanti. Anche perché, nell’ultimo giro di Gara 2, sono quasi caduto per tenere dietro Bassani. È andata bene, ma non la ricorderò come una delle domeniche più belle della mia carriera

La grande costanza mostrata da Petrucci in questo inizio di stagione potrebbe però renderlo il candidato perfetto per un posto in un team ufficiale.

“È ancora presto per parlarne. Comunque la mia squadra mi piace molto e mi trovo molto bene. Però è chiaro che quest’anno le aspettative si sono alzate, perché siamo spesso tra i primi tre nelle prove, in qualifica e in gara. Questo è quello che vogliamo fare ed è chiaro che quando lotti con Razgatlioglu, Bulega e Bautista, non puoi sbagliare. Però siamo lì e ne sono contento - ha commentato - Quando le aspettative sono alte è molto difficile mantenerle, ma io sono contento per come stiamo lavorando. Anche se oggi non siamo riusciti a mettere tutto insieme”.

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