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MotoGP, Di Giannantonio: "E' stato un inverno lungo e duro, ma ne siamo usciti"

"A 7 giri dalla fine mi sono detto "abbiamo un problema", la spalla era a pezzi. Poi ho quasi ripreso Alex Marquez. Ci manca ancora un 10% di forma fisica e la confidenza in ingresso curva"

MotoGP: Di Giannantonio:

Ieri, la lotta tutta interna al team VR46 con Franco Morbidelli durante la fase centrale della Sprint Race, gli era costata la possibilità di rubare a Bagnaia il medaglione di bronzo timbrato Tissot. Oggi, Fabio Di Giannantonio, il terzo posto se l’è preso, è finalmente tornato a fare suo un podio che mancava dalla vittoria in notturna di Qatar 2023.

Il rientro del pilota romano fra i primi tre della classe assume ancora più valore se ripensiamo al travagliato pre-season di cui è stato protagonista. In particolare, se torniamo a quell’impennata finita male che al termine della prima giornata di test in Malesia gli costò la frattura della clavicola sinistra, che oltre a gravare sulla stessa spalla operata nel finale di stagione, lo ha costretto a stare lontano dalla cosiddetta GP24.9, tutta da conoscere, sino al primo turno di prove libere in Thailandia.

Un ritardo nella scoperta della nuova moto e delle difficoltà fisiche di cui tuttavia Fabio non ha mai voluto parlare con atteggiamento vittimistico e che, soprattutto, ci ha fatto dimenticare in fretta, preferendo far parlare di sé attraverso i risultati. Questo podio nella domenica texana, dunque, nonostante la caduta di Marc Marquez, nonostante un corpo ancora al 90% della forma, nonostante la mancanza di kilometri in sella alla moto del 2025, sembra proprio volerci riconsegnare un pilota tornato integro, luminoso dopo le ombre di un inverno troppo lungo.

Sono molto felice. Abbiamo spinto e fatto tanto lavoro per essere qui. Quest’inverno è stato davvero lungo per noi: tanti infortuni, tante ore di fisioterapia… Tornare dove avremmo dovuto essere sin dall’inizio mi da un bellissimo feeling. Non potrò mai ringraziare abbastanza la mia squadra, che è stata sempre dalla mia parte, ha sempre creduto in me. Questo è qualcosa che non puoi mai dare per scontato e devi sempre saper apprezzare. Fisicamente è stata una settimana dura perché da quando sono in America mi sono allenato tantissimo per arrivare pronto su questa pista così faticosa. Per questo sono felice, perché siamo migliorati tanto e abbiamo colto il momento. Sono orgoglioso di noi, di me, della nostra gara. Di sicuro sul nostro risultato ha inciso la caduta di Marquez, ma queste sono le gare. Abbiamo fatto il podio, ce lo prendiamo ed ora andiamo a festeggiare e berci qualche birra.

Austin è probabilmente la pista più stremante del campionato, parlando in termini fisici. Molti si sarebbero aspettati un tuo cale nella seconda metà di gara, eppure, negli ultimi 5 giri è sembrato che tu potessi addirittura raggiungere Alex Marquez. Hai fatto il tuo giro veloce al 16 passaggio.
La verità è che dopo 7 giri ho guardato la dashboard per vedere in quanto giravo e quanti giri mancavano. Ho visto che a mancarne erano ancora 11 e mi sono detto “abbiamo un problema”. La mia spalla era già stremata. Ho cominciato allora a guidare in modo diverso, usando tutta la massa del corpo e adesso onestamente sono stanco, stanco – ripete due volte il numero 21 rendendoci in qualche moto partecipe della sua fatica. Ho provato a gestire fino a 5 giri dalla fine e mi sono accorto che ero riuscito a tenere lo stesso passo di Alex [Marquez], in più le mie gomme non erano messe male, allora ho cercato di riacchiapparlo, ma ero troppo lontano. Poi nell’ultimo giro ho avuto una perdita di aderenza al posteriore ed ho pensato “finiamo la gara, va bene così.”

Rain o slick? Sulla griglia di partenza ci sono state fasi molto concitate prima del via. Tu avevi in mente una strategia predefinita?
“Io onestamente non avevo idee, pensavo solo di fare la stessa cosa che avrebbe fatto Marc [Marquez], che in queste situazioni è sempre stato il più bravo. Quando l’ho visto andare verso il box, sono saltato giù della moto, ho iniziato a correre anche io, un meccanico ha provato a fermarmi ma gli ho detto “no no no, devo andare”, perché se il pilota in pole position prende una decisione simile, bisogna seguirlo. Non avevo altre strategie”.

Questo podio è un segnale forte, di ripresa, di recupero. Pensi che in ottica campionato tu possa mirare a lottare insieme ai fratelli Marquez e Bagnaia?
Si, l’obiettivo è quello. Noi abbiamo la stessa moto dei primi 4 piloti in campionato, quindi sicuramente abbiamo il potenziale per poterlo fare. Tuttavia, non basta fare punti, bisogna vincere e fare tanti podi. Noi abbiamo iniziato lentamente a causa degli infortuni, ma stiamo recuperando molto bene. E’ presto per fare previsioni a lungo raggio, ora dobbiamo goderci il momento e continuare a lavorare bene, ci sono ancora tantissime gare”.

Concentrandoci sull’aspetto tecnico, cosa ti manca ancora per essere veloce come Pecco o come Marquez prima della caduta?
A me manca ancora un po' di feeling soprattutto nella fase di ingresso in curva. Questa moto è molto diversa dalla GP23 in quella fase, per questo non riesco ancora a darle piena fiducia e chiudere bene le linee come fanno loro. Ecco, quello che mi manca nel complesso sono un po' di confidenza in più e le linee giuste. Abbiamo già qualche mossa nel cassetto da provare che in questi anni mi hanno sempre aiutato, però è difficile fare questi aggiustamenti nei weekend di gara, specialmente quando sei fuori dall’Europa, dove è molto difficile sapere quali sono le condizioni della pista, se è pulita, sporca, se c’è grip, non c’è grip… Io credo ci sia ancora del margine per riuscire a raggiungere il loro livello. Abbiamo ancora bisogno di un po' di tempo perché noi abbiamo saltato i test e i test sono l’occasione più grande che hai per provare delle cose e prendere confidenza con la moto. Ci servono quei kilometri lì che abbiamo perso”.

Passando invece al fisico, hai fatto un podio in condizioni di certo non ancora ottimali. Quanto pensi ci voglia ancora per superare del tutto questo infortunio?
“In realtà sto già arrivando ad un’ottima condizione. Quest’altra settimana mi permetterà di arrivare ancora meglio già in Qatar. Non manca tanto per essere al 100%, il problema qui è che già se sei al 100% è una gara tosta, molto lunga, la MotoGP è una moto fisica e quando arrivi con un piccolo svantaggio fisico diventa chiaramente ancora più difficile. Ma ripeto, non manca tanto per arrivare in forma, già questa settimana a casa punto a fare un altro step e poi arriveranno in Europa le pista che mi piacciono e spero che tutto migliorerà. Questo podio ci da tanta carica e tanta fiducia, perché se facciamo questi bei risultati quando siamo al 90%, al 100% possiamo divertirci”.

In Qatar sembra che potrebbe raggiungerci il tuo capo, Valentino.
“Sarei super felice, perché quando c’è Vale tutto il team è ancora più carico. La sua energia si sente molto quando c’è, averlo nel box, poterci scambiare due parole di persona non è la stessa cosa che sentirsi tramite messaggio. La sua presenza, oltre a rendermi orgoglioso, ti può dare quel qualcosa in più”.

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