In Australia domenica scorsa si è consumata la prima gara del Mondiale 2025 di Formula, mentre parallelamente in Argentina andava in scena la MotoGP giunta al suo secondo appuntamento stagionale. Al centro dell’attenzione i due campionissimi per eccellenza nelle rispettive discipline: Lewis Hamilton al debutto sulla Ferrari dopo una vita passata nel nome della Mercedes, e Marc Marquez, sulla Ducati già nel 2024 con la privata Gresini Racing, e non con la squadra ufficiale come in questo campionato.
Ebbene, con certezza possiamo dire che due esordi così diversi non potevano esserci. Che l’iberico delle due ruote avesse tutte le carte per fare il vuoto sin dal primo via con la GP25 era nell’aria, ma vedergli concretizzare le premesse in maniera così schiacciante fa quasi paura. Pole position in entrambi i weekend di gara finora svolti e quattro vittorie tra le Sprint Race e i due GP. Una supremazia senza appello, resa ancora più rumorosa dalle difficoltà che, diversamente, sta incontrando Pecco Bagnaia, veterano a Borgo Panigale, e oggi incapace di reggere il confronto in pista e probabilmente anche a livello psicologico con l’otto volte iridato, approdato in casa Lenovo in pompa magna e con tutto l’appoggio della dirigenza che vede in lui una garanzia anche sul fronte marketing.
Di tutt’altro tenore è stata invece la prima di Hamilton con il Cavallino. Il britannico è apparso da subito tentennante, forse complice la mancanza di test veri e propri, ormai una costante nel Circus e mai è risultato più in forma del compagno di box Charles Leclerc, cresciuto nell’accademia di Maranello e da molti dipinto come un predestinato. C’è da dire che neppure il monegasco è riuscito a brillare e in corsa ha chiuso ottavo, ovvero soltanto due gradini più avanti del blasonato collega.
Chi dunque si immaginava che l’asso di Stevenage avrebbe da subito mandato KO il figlio del Principato, sarà rimasto deluso, ma non bisogna dimenticare il fattore S, quello della sfortuna, in quanto il meteo di Melbourne si è rivelato inclemente, e come si sa, quando il clima fa le bizze, al muretto italiano vanno in confusione e pasticciano con le strategie, azzeccando raramente quella giusta.
Lontano dal classico atteggiamento diplomatico che ci si aspetta da un inglese, Lewis non ha taciuto il proprio malcontento davanti alle telecamere, forse per tenersi al riparo da eventuali critiche o accuse di essere bollito a causa dell’età, evidenziando problemi di sintonia con la SF25 e di comunicazione con gli ingegneri.
“E’ andata molto peggio di quanto immaginassi – il suo sfogo a fine corsa – La monoposto era davvero difficile da guidare. Sono grato di non essere finito a muro perché sembrava puntare sempre in quella direzione”.
Anche il passaggio da un’altra vettura, specialmente in condizioni non favorevoli come quelle incontrate agli Antipodi, pare non essere stato del tutto indolore. “Ho avuto parecchio da imparare perché in termini di setting e di volante è molto diversa dall’auto a cui ero abituato, inoltre sono stato avvisato che avrebbe piovuto, ma non mi hanno detto che la pioggia sarebbe durata così a lungo. Secondo me abbiamo perso un’occasione”, il rammarico per il risultato mancato e per una figura non proprio esaltante che già il prossimo fine settimana, in Cina, avrà chance di riscatto.