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MotoGP, Morbidelli: "Ho avuto tempo per pensare se fossi ancora capace di essere qui"

"Sono stati anni complicati. Ora non so nemmeno dire come mi sento, spero di essere tornato e di rimanere su questi livelli. Io e il mondo VR46 abbiamo una connessione speciale con l'Argentina"

MotoGP: Morbidelli:

1414. Il numero dei giorni che Franco Morbidelli ha dovuto attendere dal 2 maggio 2021 ad oggi per ritornare ad assaporare la gioia sul podio della MotoGP. “Più del tempo che è servito ai figli dei miei amici per iniziare a parlare” ha ironizzato il pilota romano nel post-gara, mentre a Termas de Rio Hondo solamente tre giri, poco più di quattro minuti, gli sono bastati per scattare dall’ottava piazza di partenza, sorpassare, fissarsi in terza posizione e difenderla sino alla bandiera a scacchi. Questa domenica giace alle sue spalle il calvario degli ultimi 4 anni, il complicato recupero da un infortunio al menisco, i due anni grigi e depressi in sella alla M1 ufficiale e il grande spavento in allenamento sul tracciato di Portimao che lo scorso gennaio ne ha rallentato la rinascita sulla GP24 factory del Team Pramac. E’ per via di questa piccola Odissea personale che Morbidelli nel post-gara è parso un uomo che si sveglia da un brutto sogno, vitale, leggero, come non lo si sentiva da tempo. Rinato, almeno qui, tra il bianco e l'azzurro dell'Argentina.

Sono stati quattro anni molto complicati – esordisce l'italo-brasiliano - In alcuni non ce l’abbiamo fatta per poco, in altri eravamo davvero molto lontani. Adesso da gusto esserci tornati su e sarà bello rimanerci. Già l’anno scorso, con la nuova moto, sarebbe dovuto essere il momento della rinascita, ma proprio nel momento in cui tutti pensavamo che l’incubo fosse finito, siamo sprofondati ancora più giù, perché mi sono infortunato e ci sono state tantissime beghe. Poi la stagione 2024 è finita con delle ottime sensazioni, quest’anno siamo partiti molto in forma e l’anno in più di esperienza sulla moto mi da maggior feeling”.

Qual è stata la genesi dell’ottima performance di quest’oggi?
“Ieri a dire il vero mi non mi sentivo bene in sella e la situazione è andata peggiorando. In ogni caso oggi ho scelto la gomma morbida, sapevo che avrei dovuto dare tutto quello che avevo all’inizio della gara per recuperare il maggior numero di posizioni e dopo concentrarmi soprattutto sulla gestione. Durante la corsa ho visto che riuscivo a controllare abbastanza bene il ritmo. Non avrei potuto recuperare su Alex e Marc, li ho solo osservati da dietro ed è stata una bella battaglia. Proverò nel futuro a migliorare l’inizio del week-end ed il time attack per partire un po' più avanti, perché partire così dietro non è consigliato per chiudere nei primi 3. Infine, dobbiamo ancora sistemare quel qualcosa che ci manca per stare con i due fratelli”.

Tu sei stato il primo “allievo” della VR46 Academy, il primo "frutto" di una grande eredità potremmo dire. Cosa significa per te riportare i colori di Valentino Rossi sul podio argentino a dieci anni di distanza dalla sua vittoria?
E’ meraviglioso. Il team ha un rapporto speciale con il luogo ed io ho una grande connessione con il Sud America in generale, per questo è ancora più dolce fare una perfomance del genere e salire sul podio la domenica. Il terzo posto va a tutto il gruppo della VR46, a chi è in pista e a chi lavora da Tavullia, ognuno di loro è indispensabile per avere il bel clima che c’è e farci andare forte in moto”.

Torniamo al tuo percorso travagliato in questo giorno di festa. Cosa hai pensato nei più di 1400 lontano dalla testa? Immagiamo sia stato un tempo molto lungo da vivere.
“E’ stata lunga, si. Ho avuto momenti in cui mi sembrava di dimenticare quanto potesse essere bello essere qui, ho avuto tempo per pensare se ne fossi ancora capace, ho avuto tempo per chiedermi se facessi abbastanza. Ho avuto tempo per pensare a tante e tante cose, buone e cattive. Ora non sono nemmeno in grado di dire in modo chiaro quello che provo, sarà il Prosecco - scherza il numero 21, oggi è d'animo lieve - magari ve lo dirò la prossima settimana”

Al di là dello sport, del calcio o delle moto, il tifo in Argentina è sempre molto caldo. Com’è correre qui sotto questo punto di vista? Inoltre, il prossimo anno si aggiungerà anche la tappa brasiliana, Paese a te molto caro.
“L’ho già detto: amo questo posto. In città è una grande festa, in puro stile sud americano. L’anno prossimo sono molto contento di andare a Goiania, senz’altro. Per me è molto bello avere due gare in Sud America perché adoro questo stile di vita”.
 

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