Quello a Termas de Rio Hondo non è stato un fine settimana dei più semplici per gli alfieri del team Red Bull KTM Factory Racing, che sono comunque riusciti a salvare l’onore della Casa austriaca portando a casa un doppio piazzamento in Top 10. Costretto al ritiro nella Sprint per una caduta provocata da un contatto con Morbidelli, Brad Binder si è riscattato concludendo il Gran Premio in settima piazza. Mentre il suo compagno di box, Pedro Acosta, non è riuscito a migliorare il nono posto della Sprint, chiudendo nella medesima posizione anche la gara odierna. Un risultato non certo memorabile per il due volte iridato, che ha comunque provato a vedere il bicchiere mezzo pieno.
“Com’è andata la gara? Meglio della Sprint di ieri. Alla fine, la moto quantomeno funzionava e mi sono sentito abbastanza bene. Dobbiamo capire perché la nostra moto cambia molto tra una sessione e l’altra o tra un giorno e l’altro, ma almeno sembrava una moto. Poi, da metà gara in avanti, ho avuto dei problemi al di fuori dalla moto”, ha raccontato Acosta.
Che genere di problemi lo hanno rallentato? “Con il braccio. Ho sofferto parecchio la sindrome compartimentale, benché io non abbia problemi di ‘arm pump’ - ha precisato Pedro - Ricordo che l’unica volta che ho sofferto di sindrome compartimentale nella mia vita è stata la mia prima gara in MotoGP. Di solito non mi succede, quindi credo non sia nulla di importante. Non è una cosa legata alla moto, ma proviene dall’esterno. Diciamo che sappiamo da cosa è dipeso”.
Anche le gomme, oltre alla sindrome compartimentale, non hanno particolarmente aiutato Acosta nel corso della gara.
“Secondo me, io e Brad e io abbiamo lo stesso problema in gara. È abbastanza ovvio - ha osservato - La mia corsa però è stata condizionata più che altro da un’elevata pressione all’anteriore, e forse avrete notato che quando Mir mi ha superato ho fatto delle stupidate sul rettilineo per cercare di abbassarla. Dopo di che ha funzionato bene, ho recuperato, ho superato Mir e sono andato a riprendere anche Binder, Di Giannantonio e Ogura. Sono riuscito a passare Ogura, ma quando poi ho cominciato ad accusare la sindrome compartimentale, pur riuscendo a guidare, nel terzo e quarto settore, faticavo a cambiare direzione. Stavo comunque riuscendo a riprendere Binder a fine gara, ma ormai era troppo tardi. È andata come è andata”.
Pur avendo vissuto un ottimo fine settimana ad Austin nel 2024, il 20enne non vuole crearsi delle aspettative per il prossimo appuntamento in calendario. “Dobbiamo prima di tutto analizzare questo fine settimana, poi vedere quello che avevamo fatto ad Austin, e poi staremo a vedere”, ha tagliato corto.
Binder: “La RC16 perde performance quando c'è meno aderenza”
Anche la gara di Brad Binder non è stata rosa e fiori, ma il pilota sudafricano può comunque dirsi piuttosto soddisfatto per il risultato raggiunto.
“Non ho praticamente più girato dopo le Qualifiche, perché purtroppo anche nel Warm-Up ho avuto un piccolo problema e sono riuscito a fare soltanto un giro. Sono arrivato in gara un po’ arrugginito, ma è andato tutto abbastanza bene - ha affermato - Onestamente, ho fatto del mio meglio. Ho dato il massimo sin dal primo giro e ho cercato di essere il più costante possibile. Sapevo che avrei probabilmente avuto un grosso calo della gomma posteriore, perché perdiamo un sacco di performance quando perdiamo aderenza. Non appena è successo, e sono calato molto, mi sono concentrato soltanto sull’estrarre il massimo possibile dal pacchetto. Un settimo posto non è assolutamente ciò che volevamo, ma sento di aver fatto del mio meglio, quindi non posso andare via scontento”.
Brad ha poi raccolto le parole di Acosta, spiegando perché la RC16 sembra cambiare da una sessione all’altra.
“Per me dipende tanto dal fatto che le nostre prestazioni si basano molto sul grip al posteriore. Se in una sessione l’aderenza cala drasticamente, facciamo molta fatica. Noi facciamo tanto affidamento sullo pneumatico posteriore per ottenere le prestazioni e abbiamo bisogno di un modo per mantenere questa finestra molto più ampia. Se riusciremo a trovarlo, credo che sarà tutto molto più facile per noi”, ha osservato.
Dopo un complicato avvio di stagione, Binder non può che sperare che la musica cambi a partire dal prossimo Round in Texas.
“Spero davvero di arrivare al prossimo circuito e che tutto migliori, ma bisogna aspettare e vedere - ha concluso - È evidente ciò che dobbiamo migliorare e adesso dobbiamo trovare il modo per farlo. Spero che gli uomini che sono a casa riescano a capire come fare e preparino un aggiornamento”.