Dopo un anno d’assenza, questo fine settimana la MotoGP torna a far tappa sul tracciato di Termas de Rio Hondo, per il secondo appuntamento della stagione. Un Round che segnerà il ritorno di Marc Marquez sulla pista argentina per la prima volta dal 2019. Anno in cui ha conquistato il suo terzo successo con la Honda RC213V nello stato sudamericano, dove vanta anche cinque pole position. L’occasione perfetta per il 32enne per provare ad allungare la striscia di vittorie con cui ha inaugurato in Thailandia il suo nuovo capitolo in da pilota ufficiale Ducati.
“Un’altra doppietta? Capiremo durante il weekend se ci sarà la possibilità. In Thailandia siamo partiti nel miglior modo possibile con un doppio successo e quando sono tornato a casa ho sentito che ne parlavano in molti” ha commentato il pilota di Cervera, che non vuole farsi trascinare dall’entusiasmo: “Dobbiamo tenere i piedi per terra e continuare a lavorare come abbiamo fatto in Thailandia. Qui in Argentina sono andato forte nella gran parte delle stagioni, ma ho anche commesso degli errori. Vedremo se riusciremo a partire bene già dalle FP1, in modo che il fine settimana sia più semplice”.
Una delle incognite per il otto volte Campione del Mondo sarà capire come si comporta la Desmosedici sul circuito di Termas de Rio Hondo.
“Una delle caratteristiche principali di questo Gran Premio è che l’aderenza della pista migliora nel corso del weekend, quindi devi adattare il tuo stile di guida e l’assetto della moto, e devi cercare di capire dov’è il limite. La Ducati ha un bilanciamento fantastico e funziona in ogni condizione: sia che la piasta sia scivolosa, sia che offra un ottimo grip. Per via del mio stile di guida, io preferisco quando c’è poca aderenza perché mi sento più a mio agio. Alex mi sta dando i consigli giusti, ma mi è stato detto che il team ufficiale Ducati non ha mai vinto qui a Termas. Ci proveremo” ha detto Marc, poco preoccupato per le condizioni della pista: “Oggi ho corso sul tracciato e mi sembrava ok”.
Dopo l’esordio da sogno vissuto a Buriram, il maggiore dei fratelli Marquez arriva a questo fine settimana da leader della classifica iridata. Una posizione che non occupava dal 2019.
“Come ci si sente? È una bella sensazione. Mi trovo bene sia con la moto che con la squadra ed è molto importante che tra noi ci sia una buona comunicazione - ha risposto - Mi sento rilassato e a mio agio, ma ci sono ancora 21 gare e dobbiamo andare avanti così”.
Interrogato sul fatto di pensare o meno al Mondiale Marc ha aggiunto: “Prima dell'inizio della stagione non puoi pensare al titolo, perché non sai quale sarà il tuo livello e quello dei tuoi avversari. Ma all’inizio della stagione si logicamente si deve pensare al titolo e ho detto prima della prima gara che spero e desidero lottare per il Mondiale fino alle ultime gare. Se ci riuscirò o meno dipenderà da molti fattori e da molti rivali come Alex e Pecco e altri ne apparirà un altro quando tornerà Martin. Il campionato è molto lungo e tutto può succedere. La situazione può cambiare da un giorno all’altro e bisogna stare attenti”.
Proprio come in Thailandia, anche in Argentina mancherà il Campione in carica Jorge Martin, che è intervenuto durante la conferenza stampa per salutare i suoi colleghi e annunciare che non parteciperà nemmeno all’appuntamento ad Austin, in Texas, previsto a fine mese. Una decisione saggia a detta di Marc, che ha commentato così la scelta del suo rivale: “Gli avevo già mandato un messaggio, dicendogli che deve rispettare il suo corpo. Penso sia una decisione intelligente quella di non correre ad Austin, perché è un circuito impegnativo per il fisico. Non mollare Jorge, giorno dopo giorno ti sentirai meglio. Ti aspettiamo in pista!”.
Il pilota Ducati ha accolto con favore l’idea di ripetere la foto di gruppo scattata in Thailandia al rientro di Martin, in modo che possa parteciparvi anche il portacolori Aprilia. “Perché no? Sarebbe già la terza foto, ma ogni pilota merita di avere questa foto e in particolar modo il campione in carica, il numero 1 della passata stagione - ha sottolineato - Sono d’accordo a rifarla”.
Il pilota di Cervera ha poi espresso la sua opinione sul passaggio dalle gomme Michelin alle Pirelli nel 2027.
“Credo di essere l’unico qui ad aver già sperimentato il passaggio da Bridgestone a Michelin e da pilota non mi piace cambiare - ha affermato - Non mi riferisco al passaggio dalle Michelin alle Pirelli, che sono sicuro saranno delle ottime gomme. Il fatto è questo genere di cambiamento necessita di un periodo adattamento per i costruttori e per adeguare lo stile di guida e ricordo che quando è arrivata la Michelin ci sono state delle strane cadute e noi piloti non riuscivamo a capire perché cadevamo. Da pilota, quindi, è una cosa che non mi piace, ma è una decisione del campionato e dobbiamo ringraziare la Michelin per l’ottimo modo in cui hanno sviluppato le gomme, che adesso hanno un’ottima performance”.
Visto che si è presentato in circuito con la maglia dell’Argentina, al 32enne è stato poi chiesto se concorda con chi ritiene lui e Valentino il Messi e il Maradona delle moto.
“Ho sempre detto la stessa cosa: non mi piacciono i paragoni. Non per Messi, che per me è stato un riferimento. Ogni atleta, o calciatore in questo caso, ha la sua epoca e non si può sapere chi è il migliore tra Maradona e Messi - ha puntualizzato - Messi comunque è stato un punto di riferimento per me, insieme a Rafa Nadal, per i valori che mi hanno trasmesso soprattutto fuori dal campo. Per me Messi è Messi, ma io sono molto lontano da queste cose, per questo sono arrivato qui con una maglia con su il mio nome: sono due nomi storici che non mi piace paragonare”.
Il tracciato di Termas porta tanti ricordi alla mente di Marquez, che ha tracciato un bilancio delle gare corse sul tracciato. Prima di esprimersi sulla possibilità che il GP d’Argentina possa in futuro corrersi a Buenos Aires.
“Penso sia necessario avere un Gran Premio in Argentina e in Sud America, anche due se possibile, visto che andremo anche in Brasile. Ci sono molti appassionati e penso che sia anche un bene non solo concentrarsi soltanto sull’Europa e sull’Asia, ma anche sull’America e il Sud America. Personalmente manterrei questo Gran Premio. Che sia qui a Termas o a Buenos Aires, ma bisogna mantenerlo e aprirsi al mondo, aprirsi a culture diverse - ha detto - Un bilancio dei miei anni qui? C’è stato di tutto: domeniche folli, come quella del 2018, che è stata una gara strana in cui mi sono lasciato trasportare dall’adrenalina; gare come quella del 2019 che ho vinto con un ampio distacco e anche una in cui sono caduto con due o tre secondi di vantaggio. Questo significa che nello sport, nel motociclismo, bisogna stare all’erta dall’inizio alla fine. Cercherò di avere un bel ricordo da questo fine settimana. Cosa ho imparato dalla gara del 2015? Non è questo il momento”.