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Hamilton come Marquez. Dalla Mercedes si è portato una sola persona in Ferrari

Dopo due stagioni di pausa Lewis ha ritrovato la fisioterapista Angela Cullen, una figura di continuità con il passato, come per Marc è il meccanico Ortiz

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Il motorsport è fatto di sodalizi e non parliamo di fedeltà ad un team o ad un marchio, quanto a membri del proprio gruppo di lavoro. Due o quattro ruote che siano la situazione non cambia. Pur trattandosi di discipline di squadra, la paura costante di imboscate e di possibili favoritismi nei confronti del proprio vicino di box, fa sì che molti piloti, specialmente quelli più talentuosi e vincenti, sentano il bisogno di trovare qualcuno di fiducia con cui creare una sintonia perfetta per riuscire ad affrontare in tranquillità pressioni esterne e i normali momenti bui che non mancano mai in una carriera ad alti livelli.

A tal proposito, nelle ultime settimane ha fatto molto chiacchierare il riavvicinamento di Lewis Hamilton e Angela Cullen.  Mentre a sorpresa ha scelto di non “soffiare” alla Mercedes il suo storico ingegnere di pista Peter “Bono” Bonnington , dopo la mai ben chiarita separazione avvenuta appena prima dell’avvio del campionato 2023 di Formula 1, il britannico ha invece reso noto di aver ingaggiato di nuovo la sua fisioterapista e psicologa, diventata nel frattempo un personaggio proprio la sua rara dedizione.

Non sappiamo il motivo che ha spinto Ham a richiamarla, è certo però che per lui la ex giocatrice di hockey su prato neozelandese avrà il ruolo di punto fermo in mezzo a tante novità. Non va infatti dimenticato che l’asso di Stevenage ha sempre corso per scuderie di matrice inglese e per la prima volta, alla bell’età di 40 anni, si sta trovando a lavorare in un ambiente italiano, con cultura e lingua differenti e soprattutto con un compagno perfettamente integrato come Charles Leclerc, figlio del vivaio Ferrari e gestito da Nicolas Todt, il cui padre manager ha fatto la storia del Cavallino in epoca Schumacher.

Mai dunque come oggi una figura solida, presente ma al contempo discreta come quella della 50enne, potrebbe rivelarsi cruciale nel suo percorso. Il primo banco di prova per la coppia sarà il GP d’Australia in programma il prossimo weekend. In questa occasione non solo si potrà verificare la bontà del progetto SF25, ma altresì la capacità di adattamento del Baronetto alla nuova realtà in particolar modo nel confronto diretto con il collega di marca che, sulla carta, sarebbe avvantaggiato.

Impossibile non far scattare il parallelismo con la MotoGP, nella fattispecie con Marc Marquez il quale, curiosamente, nel suo passaggio dalla Honda HRC alla Ducati Gresini Racing avvenuto a fine 2023, ha optato per portarsi dietro non il fido capotecnico Santi Hernandez, bensì il meccanico e amico Javi Ortiz, con cui collabora dal 2011, ovvero da quando gareggiava in Moto2, e l'assistente personale José Luis Martinez, che però è indipendente. 

Capaci di dargli la serenità necessario in un momento di transizione importante vista la sua lunghissima militanza nella Casa dell’Ala Dorata, nel 2024 i due connazionali lo hanno aiutato a tornare al successo dopo quattro annate da incubo tra cadute e infortuni e ora entrambi hanno accettato di affiancarlo pure nella nuova avventura nel team factory di Borgo Panigale con il chiaro obiettivo del nono sigillo. Per adesso tutto sembra aver funzionato alla perfezione. Non per nulla, al debutto stagionale di Buriram, l’iberico ha letteralmente dominato ammutolendo Pecco Bagnaia, veterano dell'equipe emiliana. Staremo quindi a vedere se con il passare dei GP la tendenza si manterrà la stessa o se ci sarà un cambiamento di rotta a favore del piemontese.

Photo: Sky Sport

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