Se esiste una competizione motoristica che non perdona quello è il Tourist Trophy, manifestazione che si snoda tra le strade dell’Isola di Mans e che non di rado miete vittime. Quale scelta migliore per parlare di rischi e pericoli, dunque, di un pilota come Adam Child, al via in 11 edizioni e quinto arrivato nel 2018. Attualmente cronista per il quotidiano The Telegraph, l’inglese ha avuto modo di intervistare Marc Marquez, uno che se l’è vista brutta in più occasioni e che coraggiosamente non ha mai voluto arrendersi, anzi ha accettato di affrontare nuove sfide come quella con Ducati.
“A volte mi chiedo cosa mi faccia andare avanti e la risposta è che le moto sono la mia passione. Guidare è il mio hobby e anche il mio lavoro. Sono super fortunato a fare questo mestiere e non voglio smettere”, ha ammesso lo spagnolo, spesso capace di buttare il cuore oltre l’ostacolo.
“Quando sono in sella sono consapevole dei rischi che corro e in caso di caduta, mentre rotolo per terra penso già ad andare in pit lane a prendere la moto di scorsa. Talvolta le ragioni di un incidente si comprendono, altre no, ma nessuno di noi si spaventa. Ad esempio, se sei consapevole di aver frenato troppo tardi, un volta ripartito sai di poter tornare a spingere”, ha spiegato l’otto volte iridato.
Reduce da un dominio nel weekend di apertura della stagione 2025 della MotoGP sul circuito di Buriram, il 32enne ha dovuto affrontare un lungo periodo di crisi cominciato nel 2020 con la scivolata di Jerez che ha interrotto il suo stato di grazia.
“Cinque anni fa, prima che mi infortunassi, vincere per me era normale, ma dopo aver affrontato quattro/cinque operazioni chirurgiche oggi lo valuto come un regalo – ha rivelato orgoglioso del suo percorso di rinascita – Fino a quel momento avevo avuto una grande carriera e adesso di nuovo sono tornato a spingere i limiti per provare a migliorare. Già nel 2024 ho fatto la cosa più complicata, ovvero tornare ad ottenere un successo con la Gresini Racing dopo tutte quelle fratture”.
E proprio le botte e gli stop forzati sembrerebbero essere serviti da lezione, non solo in pista. A proposito dell’evento Campioni in Pista organizzato da Ducati sulle nevi di Madonna di Campiglio in occasione della presentazione della nuova GP25, l’iberico ha fatto professione di saggezza: “A 20 anni sarei stato pronto a cadere più volte pur di sciare più velocemente possibile, ma avendo imparato cosa vuol dire farsi male l’ho presa con calma. Meglio rischiare in circuito, che è il mio lavoro”, ha concluso.
photocredit: Pier Luca Brunetti