A Buriram in Thailandia si è aperto il sipario sulla stagione 2025 e con esso il primo capitolo della nuova avventura di Paolo Campinoti e del suo team Pramac, ora al fianco di Yamaha. Ma la storia sarebbe potuta andare diversamente quando a metà dello scorso anno, in quel fatidico GP del Mugello, sembrava che tutto fosse pronto per accogliere tra le proprie braccia Marc Marquez, che invece puntò i piedi sentenziando che non avrebbe lasciato Gresini se non per andare nel team ufficiale, e così è stato.
L'esordio in pista è stato promettente, con un Miller a proprio agio vicino alla top ten, facendo anche girare la testa a Quartararo, mentre Oliveira sembra ancora prendere le misure della propria M1. Dopo i diversi anni al fianco di Ducati, Paolo Campinoti commenta così al Corriere della Sera questo nuovo inizio di campionato.
“È una sfida grande e bella - ha commentato - Spero in un periodo medio-breve e che i risultati arrivino prima del previsto, ed abbiamo già visto alcuni segnali incoraggianti. Un marchio come Yamaha, che è sempre stato il riferimento, non può accettare un ruolo secondario, so che faranno di tutto per tornare al vertice, e noi siamo con loro. Con la Ducati ho fatto parte di un progetto: ho preso i piloti più giovani per farli crescere. Da punto di riferimento per la Ducati ero diventato uno tra i tanti, ora con Yamaha abbiamo recuperato il fatto di essere di nuovo il centro”.
Dopo anni assieme, i rapporti personali con Ducati non si cancellano però dell'oggi al domani.
“Ho sempre la sensazione che senza Gigi Dall'Igna mi manchi un familiare o un amico, ma siamo professionisti e anche loro lo accetteranno come me. Tuttavia, gli anni e gli anni passati insieme lasciano il segno. Dirsi addio da campioni può essere difficile, ma anche più facile se si crede di aver completato un percorso”.
Il team principal commenta poi l'assenza di Jorge Martin, ora in Aprilia, con cui lo scorso anno ha conquistato il vertice delle competizioni.
“Jorge è un ragazzo d'oro, abbiamo un rapporto speciale. Sta vivendo un anno molto sfortunato, tutto ciò che può andare male gli va male, è una sfortuna. I piloti sono abituati a cadere e normalmente non si fanno male. Questa volta in due cadute si è rotto una mano, un piede... Salterà almeno altri due Gran Premi”.
Il tema passa poi sull'ingaggio di Marquez nel team ufficiale Ducati.
“Gigi è un genio. Era gratificato dall'avere il pilota più forte degli ultimi anni. Marc ha messo in discussione tutto per lui, ha rinunciato dopo un corteggiamento molto lungo. Gigi è un ingegnere un po' playboy. Io non avrei preso questa decisione, ma lo capisco. Anche questa scelta mi ha fatto propendere per la Yamaha”.
Dopo l'en plein di Marquez a Buriram, dopo l'ottima annata 2024 con Gresini, il pensiero va naturalmente anche alle possibili reazioni del suo rivale storico, Valentino Rossi.
“È una guerra fredda, c'è bisogno di qualcuno che la risolva. L'ultima persona che Valentino vorrebbe vedere vincere è Marc Marquez. Questo può influire un po' sull'atmosfera, sulla calma generale, ma è normale, è una ferita aperta”, conclude poi Campinoti.