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MotoGP, Barbier; Pirelli: "è preferibile un calo di prestazioni rispetto al problema pressioni"

"La storia delle corse ci dice che il calo di prestazioni è temporaneo, si migliora sempre. Noi lavoreremo con le Case ed i collaudatori ma con un approccio Pirelli, più industriale, qualitativo e numerico. Le nuove MotoGP nasceranno e cresceranno col nostro nuovo prodotto"

MotoGP, Barbier; Pirelli: "è preferibile un calo di prestazioni rispetto al problema pressioni"
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All'indomani dell'annuncio ufficiale del passaggio del campionato MotoGP nel 2027 dalle Michelin alle Pirelli, già presenti in Moto3 e Moto2, abbiamo avuto modo di commentare più nel dettaglio questo passaggio epocale assieme a Giorgio Barbier Moto Racing Director di Pirelli. Un cambiamento che avverrà, tra due anni, in concomitanza del cambio del regolamento, portando con sè novità ed un approccio diverso alle competizioni, come già sperimentato anche in altri campionati come la Superbike.

"Come da annuncio stiamo ancora discutendo dettagli importanti che non possiamo rivelare - esordisce Barbier  - Mi aspetto quindi altre discussioni con la FIM, l'MSMA e le case perchè mancano ancora due anni all'esordio, le moto devono essere ancora preparate, ci sono dei disegni ma non ho ancora visto le moto quindi bisognerà decidere quando si scenderà in pista, con quali limiti, con che piloti e con che regole sopratutto, che dovrà fissare la Dorna".

Quando è nata l'idea di approdare in MotoGP?
"Certe cose maturano col tempo. Senz'altro il creare un controllo delle gomme in Superbike come fecero Flammini e la federazione è stato un primo mattoncini. Da lì poi sono arrivati gli altri, la F1, ed ora la MotoGP. La storia quindi ci aiuta, abbiamo iniziato con la MiniGP qualche anno fa proprio per entrare nel mondo delle GP dal basso, da lì i giovani della 300 supersport e l'R3 cup con moto entry level poco costose. Chiaramente entrare nelle talent cup e la Junior cup in Spagna è stato un passo conseguente. L'ingresso in Moto2 e Moto3 ha seguito la stessa strada, quindi il percorso verso la MotoGP è stato naturale. In questo mondo poi a volte le cose accadono casualmente, un giorno si accende una lampadina e si guardano le cose in modo diverso".

Prendere in carico tutte le classi potrebbe rivelarsi uno sforzo enorme per voi.
"Non penso sarà uno sforzo enorme se si considera il numero dei piloti, e considerando le categorie che già seguiamo, dalla Superbike al bsb, al junior GP in Spagna. L'impegno è già molto ampio, ma l'arrivo in MotoGP sarà un vero bagno nel mondo dei prototipi. Quando siamo entrati lo scorso anno in Moto2 e Moto3 lo abbiamo fatto con gomme derivate dalla Superbike o comunque gomme già sul mercato. Per la MotoGP questo non si potrà fare, bisognerà costruire dei prototipi. L'approccio nostro sarà sicuramente diverso rispetto a quello di altri costruttori, con dei superprototipi iperspecializzati, pista per pista. Sarà un approccio Pirelli, più industriale, qualitativo e numerico. Conseguentemente i processi saranno simili alle coperture che già forniamo e la capacità di fornitura sarà diversa".

Il cambio del regolamento rappresenta per voi un aiuto o potrebbe rivelarsi un problema in questa transizione?
"La si può leggere da entrambi i punti di vista: La mia provocazione è stata che nel momento in cui si cambia qualcosa di così importante si possono prendere due strade, l'approccio può essere conservativo oppure no. Quale è la richiesta in termini di performance? Perchè mi sembra che l'intento sia quello di ridurle, per questioni di sicurezza, di circuiti, di spettacolo. La storia delle corse ci dice che il calo è temporaneo. Se mi dicessero che bisogna togliere 2-3 secondi al giro però si correrebbe come nella Superbike".

Una gomma attualmente in uso nella superbike potrebbe essere una opzione come primo approccio in MotoGP?
"No, l'approccio non dev'essere senz'altro quello. Abbiamo dei veicoli molto particolari, e con umiltà dobbiamo metterci lì e capire queste moto, capire come possiamo svilupparle assieme alle case e organizzarci di conseguenza. In MotoGP le percorrenze e le dinamiche attuali metterebbero senz'altro in crisi le attuali gomme della Superbike. Per fare un esempio, se in Superbike si gira con la SCX, la SCQ e la SC0, in Moto2 si corre solo con le SC0, infatti quest'anno introdurremo le SCX per la prima volta e ci sarà da divertirsi. Non so ancora quindi quale sarà il progetto finale, ma sarà un approccio tranquillo, nel senso che metteremo tutti in grado di fare la propria gara, e poi passeremo alle performance, perchè questo richiederà tempo, testing e sviluppo dei pneumatici".

Per la MotoE invece come affronterete il discorso della sostenibilità?
"Il nostro approccio in tal senso si è sempre proiettato sull'intera gamma, quindi da quel punto di vista sono tranquillo. Preferiamo lavorare in direzione della sostenibilità riversando questi cambiamenti su tutta la produzione piuttosto che su poche centinaia di gomme ad hoc, è un approccio differente".

Con chi affronterete questa transizione, lavorerete di concerto coi collaudatori delle varie case come Pirro e Savadori?
"Bisogna tenere a mente che i piloti saranno impegnati nel campionato con le Michelin fino al 2026, quindi ci sono dei vincoli precisi da rispettare, quindi le case si baseranno sopratutto sul lavoro dei collaudatori, perchè dovranno mettere assieme un veicolo completamente nuovo. Questi nuovi veicoli nasceranno e cresceranno col nostro nuovo prodotto, abbiamo questo anno e mezzo per poter fare questo lavoro. Sarà un impegno preciso anche per le case, perchè approfittare di questo nostro lavoro potrà essere un vantaggio per loro nel prossimo futuro, quindi mi aspetto da parte loro un grande interesse. Conosciamo il metodo di lavoro dei nostri concorrenti quindi sappiamo che ci sono differenze sulla parte ciclistica come sull'elettronica, e queste dovranno essere messe a punto".

Negli ultimi anni il tema delle pressioni è stato centrale. Avete ragionato anche su questo problema?
"Anche qui bisogna affrontare separatamente gomme e veicoli. Quanto alle gomme, tutti siamo sensibili alle pressioni. La Superbike è stata la prima a introdurre la verifica delle pressioni. Partire con una pressione bassa può dare un vantaggio iniziale in aderenza ma porta anche a un degrado precoce. Rispetto alla MotoGP il problema è che fattori come l'aerodinamica e gli abbassatori influenzano molto negativamente la temperatura degli pneumatici e questo ha portato il costruttore a tutelarsi con delle regole difficili. Noi siamo stati criticati per avere delle gomme dalle alte prestazioni che calano, ma lo preferisco a un andirivieni continuo per gestire le pressioni. Sono scelte che si fanno, è chiaro che in funzione della sicurezza ciò che è stato fatto sinora è stato giusto, ma la gestione delle regole diventa un problema".

Ci sarà anche un possibile ritorno della gomma da tempo?
"In Superbike quando è stata introdotta la superpole race, non potevamo dar loro una gomma da prestazione al ventesimo giro, così è arrivata la SCX e poi la SCQ.  Queste cose non sono venute da parte nostra, ma perchè in molti campionati le gare si sono accorciate e le esigenze sono cambiate. In MotoGP nelle sprint si è deciso di non creare gomme speciali, e probabilmente quando andremo ci diranno che non si potrà fare, ma noi cercheremo di giocare. Quanto al discorso della gomma intermedia, ad alcuni piloti che vengono dalla MotoGP non piace, ma rappresenta una bella scommessa per un pilota e noi lotteremo per portarla".
 

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