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MotoGP, Honda alla riscossa, Mir: “mai mollato, adesso iniziamo a vedere un po’ di luce”

PARLANO I PILOTI “Abbiamo lavorato più di chiunque altro e aggiornando il motore potremo stare con costanza tra i primi otto”, Marini: “Dura accedere alla Q2, con Pecco, Binder e Miller”, Zarco: “Mir ha uno stile diverso dal mio, sta sfruttando meglio il potenziale della Honda”

MotoGP: Honda alla riscossa, Mir: “mai mollato, adesso iniziamo a vedere un po’ di luce”

La truppa Honda non ha tradito le attese: dopo aver stupito tutti nei test di due settimane fa in Thailandia, i piloti della Casa giapponese si sono misurati egregiamente anche con il primo vero banco di prova dell’anno, rappresentato da questo venerdì di prove sul tracciato di Buriram. Sia Joan Mir che Johann Zarco sono infatti riusciti a centrare l’accesso diretto alla Q2, chiudendo la giornata con il 6° e il 10° tempo. Mentre la bandiera gialla nel finale ha impedito a Luca Marini di andare più in là della 16ª posizione. Un avvio di weekend che lascia ben sperare soprattutto nel caso di Mir, sempre più a suo agio in sella alla RC213V.

Questo risultato significa molto per noi e dobbiamo esserne veramente molto felici, perché sappiamo il quantitativo di problemi che abbiamo dovuto affrontare in questi due anni. Non è stato semplice, ma non abbiamo mai mollato. Abbiamo lavorato più di chiunque altro e abbiamo continuato a farlo anche quando nessuno credeva in noi. Adesso stiamo cominciando a vedere la luce in fondo al tunnel e anche se è vero che ci resta ancora del lavoro da fare, perché non abbiamo ancora lo stesso potenziale degli altri, la moto ora mi permette di guidare come piace a me e di spingere. Sto ricominciando a guidare frenando forte ed entrando in curva con i freni e portando velocità, ma è altrettanto vero che perdiamo in uscita di curva, perché abbiamo la moto più lenta dello schieramento, e non è facile essere tre decimi dietro con una moto che è almeno 5 km/h più lenta in rettilineo. Per questo, dobbiamo essere contenti. Tenendo anche conto che non ho nemmeno fatto il giro della vita”, ha osservato Joan, lieto di aver cominciato l’anno in maniera finalmente positiva. 

“Sinceramente, abbiamo un buon passo. Non il migliore, ma comunque un buon passo, e siamo riusciti a migliorare quanto gli altri montando gomme fresche. Questo significa che mettendo tutto insieme domani avremo un ritmo abbastanza buono da poterci divertire in gara - ha continuato fiducioso il pilota spagnolo - Direi che questa è la cosa più importante, per cui sono contento per la mia squadra e soprattutto per me, perché non è stato facile per me trovarmi in questa situazione negli ultimi due anni, arrivando da una prima parte di carriera in cui ho avuto più successo della maggior parte dei piloti. Ho fatto il massimo che potevo, sto continuando a farlo, e adesso stiamo cominciando a vedere un po’ di luce”.

Come è stato possibile fare questo netto passo avanti con una moto che sembra ancora difficile da guidare? 

Adesso riesco a capire meglio cosa succede: sento di più le gomme e la connessione con il motore, e adesso la moto curva e si ferma un po’ meglio - ha spiegato il portacolori del team Honda Castrol - Il motore però non è migliorato rispetto allo scorso anno. Questo è il problema più grosso che abbiamo in questo momento e sul quale dobbiamo concentrarci, perché sono sicuro che riuscendo a migliorare il motore, con molto ottimismo, potremmo stare tra i primi cinque o i primi otto con una certa costanza. Adesso invece dobbiamo prenderci tanti rischi per riuscirci, probabilmente molti in più degli altri, perché mancandoci aderenza in accelerazione dobbiamo compensare con la frenata e la velocità in percorrenza, che è l’area in cui si può fare un po’ di differenza. La realtà però è che gli altri non sono lenti e non è facile riuscire a farlo per conto tuo, ma posso comunque essere contento. Il prossimo aggiornamento del motore? So che ci stanno lavorando, ma non idea di quando arriverà. Spero il prima possibile, perché potrebbe incidere tanto sul nostro potenziale”.

Marini: “La Ducati al sabato ha sempre qualcosa in tasca che non ha nessun altro”

Pur non essendo riuscito a qualificarsi per la Q2, anche Luca Marini può tracciare un bilancio positivo del suo venerdì.

“È stata una buona giornata, abbiamo riconfermato le sensazioni positive dei test e siamo andati discretamente bene. Siamo tutti abbastanza vicini, perché sembra che gli altri non siano migliorati molto più di noi, che abbiamo fatto un piccolo passo avanti - ha osservato il marchigiano - È davvero un peccato per la bandiera gialla nel mio ultimo giro, però fa comunque ben sperare vedere che Mir è andato bene. Il passo è buono e io sono sempre stato abbastanza davanti durante il turno, a parte nel time attack finale, quindi dobbiamo continuare a lavorare così e poi vedremo come andrà la Q1 domani. Mi aspetto una gran lotta e sarà sicuramente difficile perché ci sono Pecco, che passerà sicuramente, e poi Binder e Jack Miller, che sono degli ossi duri quando si tratta di passare dalla Q1 alla Q2”.

Quantomeno a Buriram, la seconda fase di qualifica sembra essere un obiettivo alla portata della Honda.

Oggi era possibilissimo entrare in Q2. Domani? In realtà è sempre più facile al venerdì quando sei al limite, ma già il fatto di poterci pensare è positivo, perché significa che siamo migliorati rispetto all’anno scorso ha sottolineato Marini, secondo cui il giro secco non è l’attuale punto di forza della Honda.

“Sappiamo che la Ducati ha sempre qualcosa in tasca al sabato, hanno sempre quattro decimi gratis rispetto al venerdì, che nessun altro ha nel taschino. Sarà dura e dovremo cercare di stare davanti agli altri. Credo che con ogni moto sia più o meno difficile, ma la nostra al momento sembra andare meglio sul passo gara e nella gestione della gomma posteriore - ha spiegato - Guardando anche ai test, siamo piuttosto soddisfatti della nostra gestione dello pneumatico, anche perché noi, dalle analisi sulle gomme, siamo quelli che le consumano meno rispetto a tutte le Case costruttrici. Questo fa ben sperare, anche perché penso che affronteremo tutti la gara lunga con la morbida al posteriore. Vedremo come andrà, però penso che i problemi siano ancora gli stessi dell’anno scorso per quanto riguarda l’aderenza in più per il time attack”.

Zarco: “Più cerchi di attaccare con la Honda e più vai peggio”

Il decimo tempo è sicuramente un buon risultato anche per Johann Zarco, ma l’alfiere del team LCR sa di avere ancora del lavoro da fare per riuscire a replicare le prestazioni ottenute da Mir in questo avvio di stagione.

“Sono contento, perché il nostro obiettivo è quello di essere in Q2, per avere più possibilità in qualifica. Le prove sono state interessanti: ho fatto un buon tempo nel mio primo time attack, e poi ho cercato di seguire qualcuno nel mio secondo e terzo tentativo con gomme nuove, per provare a migliorare il crono. Avrei potuto provare a seguire Marc Marquez, ma cercare di ottenere qualcosa in più ha fatto sì che la moto si muovesse maggiormente e che io andassi più lento. È dura, perché se vuoi di più peggiori, ma il lavoro che ho fatto su me stesso per controllare meglio la moto è quello giusto per adoperare la moto a dovere e avere un buon potenziale a disposizione - ha commentato Johann - Mir sta sfruttando meglio sin dai test questo buon potenziale della Honda, che avvertivo già dall’anno scorso. Lui sembra essere piuttosto felice mentre io non lo sono del tutto, perché faccio ancora fatica a ripetermi. In ogni caso, più capisco quel che devo fare e più è piacevole, perché posso avvicinarmi alla lotta per delle buone posizioni”.

Uno dei grandi nodi da sciogliere nelle prossime due giornate sarà quello legato al comportamento dalla RC213V con le alte temperature previste in Thailandia.

“Non ho strategie per domattina: bisognerà cercare di essere il più veloci possibile per disputare una buona qualifica. Poi in gara farà molto caldo e sarà dura. Ma sono felice che questa sia la prima gara, perché essendo ancora freschi il corpo può sopportare meglio questa calura. Non so come sia per le altre moto, ma con la nostra sembra abbastanza difficile riuscire a mantenere le prestazioni quando fa troppo caldo. Disputare la Sprint sarà positivo per vedere come si comporterà la moto, anche perché fa ancora più caldo quando sei dietro a qualcuno e questo renderà ancor più complicato controllare la temperatura della moto. Questa è la grossa incognita. Dovremo vedere come andrà”, ha affermato Zarco.

“Con il caldo e il motore più lento, non riusciamo a prendere la scia e a metterci in una buona posizione per attaccare in staccata. Questa sarà la difficoltà più grande in gara, perché se perdi tempo, o non riesci ad avvantaggiarti nei primi due settori, poi hai tanto da fare nei due successivi per poter attaccare, perché hai una sola occasione in Curva 12. Io e Mir abbiamo due stili diversi e credo che i nostri stili di guida influenzino molto le possibilità della moto, perché io, come dicevo, sento di riuscire a trarre il massimo dalla moto se non vado troppo all’attacco” ha aggiunto il transalpino, parlando delle possibilità dei piloti Honda di battagliare per un buon risultato e di come Mir possa essere un riferimento per lui in questo momento: “Il suo tempo e le buone sensazioni che ha sin dai test sono il miglior metro di paragone in questo momento, perché oltre ad avere la mia stessa moto è quello di cui abbiamo più dati. Quindi, devo guardare i dati, confrontarli e analizzarli, tenendo anche conto del suo diverso stile di guida”.

Il due volte campione della Moto2 ha poi concluso esprimendo un suo parere sulle aree in cui la Honda è migliorata rispetto alla gara a Buriram del 2024: “Direi che abbiamo più aderenza al posteriore, ma su questa pista abbiamo ancora un po’ delle vibrazioni di cui ci lamentavamo l’anno scorso. Il grip che abbiamo ci consente comunque di avere delle prestazioni migliori, anche se è ancora l’aspetto di cui ci lamentiamo maggiormente”.

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