Fabio Di Giannantonio è arrivato sul tracciato di Buriram per disputare la prima gara della stagione in uno stato di convalescenza. La frattura alla clavicola sinistra - rimediata al termine del primo giorno di test in Malesia dopo una sfortunata impennata che gli ha impedito di collezionare chilomentri sulla Desmosedici del team VR46 - è ancora fresca, ma soprattutto è andata ad infierire su quella stessa spalla già operata a novembre, quando il pilota capitolino aveva scelto di terminare il suo 2024 in anticipo per presentarsi pronto ai blocchi di partenza del 2025. La storia, tuttavia, non è filata liscia, ha dovuto quasi intergralmente saltare i test invernali per via del nuovo infortunio ed oggi il “Diggia” non nasconde di aver provato molto dolore nelle due sessioni disputate durante la mattinata thailandese. Pensava che il suo corpo fosse meno sofferente in sella e invece ha scoperto di dover stringere forte i denti. Nonostante tutto il morale non è sottogiri, anzi, Fabio mette in piazza la felicità del ritorno in moto, il buon lavoro svolto in questo venerdì al netto del quindicesimo tempo e si eccita parlando del potenziale “da paura” della sua nuova GP24.
"Ero entusiasta di tornare in moto perché è sempre bello ed ero anche molto curioso di riprendere a lavorare con il team per capire la moto. Secondo me è stato un ottimo ritorno, ovviamente se guardiamo le classifiche non siamo in cima, come è normale che sia, ma abbiamo fatto un bel lavoro, siamo stati veloci. A livello fisico, invece, mi aspettavo che sarebbe stata più facile, non pensavo di soffrire così tanto e invece ho davvero tanto male alla spalla, oltre che alla clavicola, più di quanto ne avessi l’anno scorso a fine stagione. Infatti, il gap che stiamo accusando, oltre alla poca conoscenza che abbiamo della moto nuova, dipende tanto anche dalla mia guida, perché sono macchinoso e non fluido".
Quindi Fabio soffri proprio nel guidare la moto?
“In alcuni punti ho proprio dolore, ma ci si va sopra. Poi in queste situazioni più giri e più riesci a compensare, a trovare il tuo modo di sentire meno male. Per questo credo che con l’andare avanti del weekend sarò certamente più stanco, ma allo stesso tempo troverò delle soluzioni per contenere il dolore.”
Ma la sofferenza alla spalla la avevi avvertita anche in Malesia prima di fratturarti la clavicola?
“No, a Sepang ero pronto. Mi mancava giusto un po' di allenamento, però non avevo nessun dolore, ero al 100% da questo punto di vista”.
Ieri avevi detto che l’obiettivo da centrare in questo fine settimana sarebbe stato quello di portare a termine le gare. Alla luce delle due sessioni odiernerimani dello stesso parere?
“Come ho detto, non è stato semplice. Sarà un weekend tosto e forse lo sarebbe stato comunque perché fa veramente caldo, più del solito. Non sarà facile ma io l’ho detto da subito, se approcciamo il fine settimana in modo del tutto conservativo, con l’idea di avere qualcosa in meno, allora sarebbe stato meglio rimanere a casa, recuperare per davvero e arrivare pronti in Argentina. Mentre una volta che decidi di venire in pista devi comportarti come se fosse tutto normale. La squadra è composta da professionisti fantastici che mi danno una mano per andare dietro al problema e cercare di stare bene fisicamente, ma il focus deve essere sempre fare bene”.
Passando dal tuo corpo alla tua Ducati, come hai trovato la GP24?
“Ha un potenziale incredibile, mamma mia… E’ una moto super-performante, può fare cose pazzesche – dice il numero 49 con tono di meraviglia – e vedo davvero tanto margine. Gli anni passati percepivo un piccolo limite in alcune aree, mentre ora avverto chiaramente di essere io e la scarsa conoscenza del mezzo i limiti. Ho visto solo cose positive. Inoltre avere la stessa moto di Marc e Pecco ti permette di comparare i tuoi dati con i migliori al mondo e di conseguenza il confronto ti aiuta a capire molto prima come lavorare, dove lavorare e in cosa poter migliorare me stesso. E’ una cosa figa.”
@Photo di Pier Luca Brunetti