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MotoGP, Bezzecchi: "in Aprilia ho conosciuto Biaggi: è figo, simpatico, ma io tifavo Rossi"

ONE TO ONE – “La Ducati era Dance, l’Aprilia Tech-house. Rivola l’abbiamo convinto con i passatelli freddi di mia mamma. Cosa cambia da ufficiale?  non guardo il conto corrente da 5 anni, la MotoGP è la mia NBA.”      

MotoGP: Bezzecchi:

Lo si potrebbe definire a tutti gli effetti come l’inizio di una nuova era, tagliando per certi versi quel cordone ombelicali che lo teneva ancorato al mondo Ducati. A Buriram Marco Bezzecchi inaugura il suo Mondiale in sella all’Aprilia.

Una moto nuova, un team nuovo è una posizione inedita per colui che è sempre stato in un team satellite e ora assapora il peso di essere un pilota ufficiale. Alla vigilia del via, il pilota di Viserba si è raccontato in una lunga intervista con la musica a fare da fil rouge.

Come sempre Bezz è chiaro, cristallino, diretto e trasparente, arrivando subito al dunque, senza fare troppi giri di parole.    

“Finalmente si parte e sono davvero contento – ha esordito – essere qua in Aprilia è tutto molto bello e diverso rispetto a come ero abituato in passato. È emozionante vedere tutte queste persone attorno a me e questa pressione è figa da vivere”.

L’hai chiamata Alba Rosa la tua Aprilia…
“Ha un significato molto bello, che rappresenta un nuovo inizio, un nuovo giorno.  È un nome un po’ retrò, che non si sente tantissimo, inoltre c’è l’accostamento di due nomi. Già con Marianna ho fatto fatica ai tempi di Ducati, con Alba Rosa non sono andato molto lontano (sorride)”.

Qual è la canzone che fotografa questo tuo inizio di inizio di Mondiale?
“A dir la verità non c’è una canzone singola perché sto ascoltando un po’ di generi. Ho un po’ di varietà, infatti nella play list ci sono un casino di canzoni. Se dovessi sceglierne una direi “Another Brick in the wall”, dato che sto ascoltando l’album dei Pink Floyd. La mia preferita però è Redemption Song di Bob Marley”.

Parlando di musica: che genere è l’Aprilia è la Ducati?
“L’Aprilia è una moto tech-house, la Ducati invece era più Dance. Direi che ci sta”.

Sei sempre stato appassionato di basket. Possiamo dire che questa Aprilia rappresenta la NBA?
“Secondo me la MotoGP è la NBA mentre l’Aprilia è una delle squadre più rinomate che partecipano come Miami, Golden State oppure Denver o Lakers, dato che è una delle squadre top. Lascio a voi scegliere quella che preferite”.

Hai iniziato la tua carriera con lunghi viaggi in camper: tuo padre Vito e Gorini a fotografarti. Che Bezzecchi è quello di oggi?
“Il carattere è rimasto lo stesso, credo però di essere maturato in termini di approccio al lavoro e al modo in cui affronto le gare. Ovviamente c’è sempre da migliorarsi, anche se io penso di essere cresciuto nel metodo di lavoro”.

Bezz è un unpolitically correct. Ora che però sei factory devi diventare più politico?
“Questo è un lato di me che farei fatica a cambiare, diventando quindi un politically correct. Il fatto è che a me piace dire le cose come stanno, in modo sincero, senza girarci troppo attorno”.

Quanto cambia la vita ad essere factory?
“È uno step in avanti in tutto. Cambiano le responsabilità così come il peso della propria opinione. Questo l’ho vissuto in prima persona, perché dalle tue scelte dipende poi lo sviluppo di una moto e il lavoro di una intera fabbrica”.

Cambia anche il conto corrente però…
“Ma no dai, il conto è l’ultimo dei problemi (sorride). Penso di non aprire l’app della banca da tipo 5-6 anni (ride)”.

Ricordi il giorno in cui ti hanno scelto?
“È stato un processo durato un po’ di tempo. Io mi sono interessato molto a voler far parte dell’Aprilia, smuovendo il mio manager. Tra me e Massimo c’era poi già stato uno scambio di interesse, ma io non ero pronto. Poi Rivola è venuto a pranzo a casa mia a Viserba, pranzando assieme ai miei genitori. Quello è stato il giorno in cui ho capito che avremmo lavorato assieme”

L’avete convinto anche con la cucina?
“Passatelli freddi, cucinati da mia mamma. Chiedete a Massimo com’erano”.

Rivola sembra un manager molto giovanile. Condividi?
“Lui è tanto serio nel lavoro quanto uno di noi quando andiamo fuori dal circuito a cena. Gli piace scherzare, stare in compagnia, avere la battuta pronta e sparare un sacco di cazzate”.

Hai paura della velocità?
“No, la velocità è ciò per cui vivo! Mi trasmette adrenalina e una discreta dipendenza”.

Quando dici Aprilia pensi a Biaggi, ovvero il grande rivale di Valentino. Come si incontrano questi due mondi?
“Non ci avevo mai parlato più di tanto in passato, perché ci eravamo sempre visti poco. Ho avuto modo di poterci parlare e alla fine Max è figo: mi sono trovato bene ed è simpatico. Ovviamente non lo conosco bene come Valentino. Io sono sempre stato un tifoso di Rossi e ho sempre tifato per lui quando si sfidava con Max. Adesso però sono altri tempi: Biaggi è un campione e credo sia un bel valore aggiunto. Penso possa insegnarci molte cose”.

Come hai vissuto l’infortunio di Martin?
“In sti casi non sai mai cosa dire. Gli ho scritto ieri sera, aspettando prima un po’ di tempo e cercando di mettermi nei suoi panni. Quando ai test si è fatto male avevo più peso sulle spalle, ora invece che siamo in un weekend di gara lo affronto come avrei fatto se ci fosse stato pure lui”.

Marquez sarà nel box con Bagnaia. Cosa ne pensi?
“Sinceramente non so cosa voglia dire, dato che non ce l’ho. Loro partono favoriti, ma io non mi pongo questo problema. Vorrei solo proseguire il mio apprendistato, cercando di renderlo il più veloce possibile”.

Come vivi il tuo essere mediatico?
“Dipende dalle situazioni ed è bello vedere tanti appassionati. Se sono qua è anche grazie a loro. Non nascondo che a volte può subentrare un po’ di agitazione, mentre alle gare non mi stufo mai, infatti cerco di dedicare le attenzioni”.

Se non fossi un pilota, saresti?
“Un meccanico…”.

Petrucci tiferà per te, vuole vederti sul podio.    
“Siamo molto amici, ci siamo sentiti dopo Phillip Island. Lui mi ha sempre detto che era un mio tifoso e per me è un grande. Quando lui correva in MotoGP per me era un eroe e, sapere che è un mio tifoso, è una meravigliosa sensazione”.

Farete serata a Ibiza?
“Certo, mi piacerebbe andare con lui e fare serata! Se vuole ci sto, pago io”.  

Come arrivi al primo Gran Premio di Buriram?
“Nei test abbiamo fatto un buon lavoro. Arriviamo abbastanza preparati anche se le condizioni saranno diverse. Peccato per l’assenza di Jorge. Nei test è stata dura perché c’era lo sviluppo da portare avanti, mentre qui essendo un weekend di gara sarà più facile lavorando in solitaria. Certo è brutto non poterlo avere nei box e non poter contare sui suoi dati per crescere più in fretta. Il mio modo di lavorare comunque non cambia. Una previsione? Non saprei, perché i test sono su programmi diversi e neppure posso fare un comparazione con Ducati non avendo provato la GP25. Nel complesso mi sto adattando bene, ma c’è ancora da fare, ad ogni modo è meglio di quanto pensassi”.

“Devo ancora lavorare sul mio stile di guida, però nel complesso sono soddisfatto. A Sepang è stato difficile avendo dovuto provare tantissimi pezzi e anche qui a Buriram non era stato facile capire il comportamento della moto. Per fortuna nell’ultima giornata sono riuscito a confermare la bontà di alcune delle novità e a focalizzarmi su di me. Spero di poter continuare a migliorare. La simulazione di gara era andata bene, ma di solito le condizioni della pista sono sempre molto buone durante i test. Diciamo comunque che adesso ho un quadro più chiaro e ho capito meglio come gestire le gomme. Voglio tuttavia andare cauto perché il weekend di gara è sempre diverso”.

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