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MotoGP, Voci e temi caldi nel paddock di Buriram all'esordio della stagione 2025

Dall'infortunio ed i dubbi sul ritorno di Martin in pista, alla sfida tra Bagnaia e Marquez. KTM che volta pagina sulla crisi e guarda avanti, le case giapponesi in via di guarigione, ed il futuro della Moto 3 ad un bivio, ecco i possibili temi caldi del paddock di Buriram

MotoGP: Voci e temi caldi nel paddock di Buriram all'esordio della stagione 2025

La MotoGP è atterrata a Buriram, Thailandia, e come sempre c'è grande eccitazione e fermento per la prima di campionato. Sin dalle chiacchiere in aereo tra colleghi e addetti ai lavori durante il lungo viaggio, anche nel mercoledì che precede il weekend di gare, nel paddock si rincorrono le voci e le previsioni per questo inizio di stagione già denso di novità, di seguito i temi caldi sulla bocca di tutti.

Il GP di Buriram senza Jorge Martin, a quando il rientro?

 

A farla da padrone ovviamente è la notizia dell'infortunio di Jorge Martin durante una sessione di allenamento e le relative ripercussioni. Il campione spagnolo ha riscontrato una frattura complessa del radio e dello scafoide della mano sinistra, non la stessa mano dell'infortunio riportato nei test in Malesia.

Una seconda battuta di arresto per il campione spagnolo, è già stato operato a Barcellona, ma Martin sarà purtroppo costretto a saltare la prima di campionato come confermato dalla stessa Aprilia, che schiererà quindi Lorenzo Savadori al fianco di Marco Bezzecchi. La domanda però sui tempi di recupero rimane: riuscirà il numero 1 ad essere in griglia già per il GP dell'Argentina, o lo rivedremo al più presto al GP delle Americhe? C'è chi si spinge anche oltre citando il Qatar o addirittura il primo appuntamento europeo in Spagna a Jerez, ma per le notizie ufficiali bisognerà attendere. Ciò che è certo è che anche il suo ritorno non sarà dei più facili, avendo saltato dei test fondamentali per approcciarsi al meglio alla creatura di Aprilia. L'ottimo Savadori con ogni probabilità porterà quindi avanti lo sviluppo, mentre le aspirazioni e le aspettative ricadranno sulle spalle di Bezzecchi, che nei test ha dato degli ottimi segnali.

 

La prima sfida 'in casa' Ducati tra Bagnaia e Marquez

 

E' il tema di questa stagione, Pecco Bagnaia e Marc Marquez assieme in Ducati costituiscono il team più titolato degli ultimi anni , e condivideranno lo stesso box.

Sei nei test i due campioni si sono trovati concordi e affini in merito alla direzione da intraprendere nello sviluppo, direzione che ha spinto Ducati a mantenere il motore 2024, troppo perfetto e ancora competitivo per correre dei rischi, la  Thailandia sarà il primo vero terreno di sfida tra i due. Marquez stesso pochi giorni fa scherzava sul tema: "se metti due galli nello stesso pollaio a 22 anni è una bomba, ma ora sono più maturo e Pecco è un signore". Gestire una situazione del genere non sarà facile, c'è chi scherzando diceva che non vorrebbe essere nei panni di Davide Tardozzi, che però si è sempre detto tranquillo al riguardo, indicando i gesti di sintonia e di collaborazione tra i due, confidando che ogni tempesta vada gestita.

I pronostici sui risultati ovviamente si sprecano: a partire dalla conclusione dei test in cui Marquez ha primeggiato sul fratello Alex Marquez, allo storico che lo vede già due volte vittorioso in passato sul circuito thailandese. Il biglietto da visita di Bagnaia però non è da meno, è sua infatti la nona vittoria lo scorso anno su questo tracciato, in cui vinse anche in Moto2, e di cui tutt'ora detiene il record del giro veloce con uno scarto di un decimo e mezzo dal miglior cronologico del rivale\compagno di squadra negli scorsi test.

 

Le nuvole sopra KTM si diradano

 

Nei mesi scorsi si è parlato in lungo e in largo della crisi della casa austriaca e dei suoi possibili effetti sul reparto corse, nonostante a più riprese i vertici di KTM avessero rassicurato che i problemi dell'azienda non avrebbero avuto alcun impatto sullo stesso. Comprensibilmente questi dubbi si sono quindi riversati anche sulle aspettative in merito alla stagione di Pedro Acosta, uno dei probabili protagonisti della stagione, passato nel team ufficiale dopo una stagione da rookie più che promettente. Nell'ultima riunione coi creditori però è stato raggiunto un accordo che sembra aver soddisfatto quest'ultimi del piano di ristrutturazione della casa austriaca. Questa svolta degli eventi dirada quindi non poco le nuvole sopra una delle principali case rivali di Ducati in classe regina, e fa ben sperare per il proseguimento dello sviluppo e l'arrivo di risultati da parte dei suoi piloti: Acosta, Binder ,Bastianini e Vinales.

 

Il possibile ritorno del 'diavolo' Quartararo e i progressi delle case giapponesi.

Assente dalla lotta nelle posizioni di vertice da troppo tempo, la decisione di Quartararo di restare in Yamaha lo scorso anno fece storcere il naso a molti, ma con l'evolversi degli eventi e dati degli scorsi test alla mano, forse il francese ci aveva visto lungo. Chiaro, l'arrivo del secondo team Pramac di Campinoti e di altri due piloti d'esperienza come Miller e Oliveira daranno una marcia in più allo sviluppo della casa giapponese, ma nel box blu si respira già un ottimismo nuovo, ed i risultati negli scorsi test di Quartararo sembrano consolidare l'idea che il lungo inverno sia passato e che stiano cominciando a scaldare i motori.

Quando rivedremo una Yamaha ed un Quartararo competitivi è difficile dirlo, ma già in questa stagione potrebbe arrivare qualche soddisfazione. Discorso non troppo diverso nei tempi e nei modi va fatto anche per la Honda, che con l'acquisto di Albesiano in veste di direttore tecnico e di un test team fresco di MotoGP grazie all'arrivo di Aleix Espargarò e Nakagami, sembra aver imboccato la strada giusta. Anche qui le tempistiche sul ritorno all'eccellenza per la casa dell'ala dorata, che ha a malincuore lasciato andar via Marc Marquez, sono difficili da prevedere. A due anni dal cambio del regolamento però, l'importante è che il gigante si sia risvegliato.

Dopo la Thailandia potrebbe decidersi il futuro della Moto3.

Dal 2012 in Moto3 sono richiesti motori monocilindrici a quattro tempi da 250cc in grado di produrre circa 60 cavalli. Al momento questo pone due grossi problemi per la categoria. Il primo è che una Moto3 completa costa all'incirca 175.000 euro, il secondo è che per un pilota il salto ai 145 cavalli erogati dalla Moto2 è spesso vissuto in modo radicale.

La Dorna avrebbe quindi l'intenzione di indire una gara d'appalto tra le case costruttrici per ristrutturare la categoria. Le nuove moto dovrebbero essere delle bicilindriche da 500cc vicine alla produzione di serie, e  in grado di raggiungere una potenza da 80 cavalli, ma dovrebbero anche mantenere dei costi ridotti rispetto agli attuali, e stimati intorno ai 75.000, un compromesso non facile da ottenere.

Il tutto ovviamente è in ottica di abbassamento dei costi di una categoria che in questi anni anche per via dell'aumento del numero di gare inizia a dare segnali di fatica. Non è chiaro però ancora se si tratterebbe a tutti gli effetti di una categoria 'monomarca' per quanto riguarda i motori, ma con libertà per quanto riguarda i telai.

Aziende come Ducati, Aprilia e Fantic hanno già declinato l'interesse a prendersi carico della categoria minore, ma altre case come Honda, Yamaha e KTM sembrerebbero invece interessate. Fino ad ora l'organizzatrice del campionato del Mondo non ha ancora indetto alcuna gara, ma dopo il round asiatico qualcosa potrebbe iniziare a muoversi. KTM è stata tra le prime ad essersi mostrata interessata avendo vinto 7 dei 13 campionati dal 2012 e con 14 piloti all'attivo sulla RC4. Anche Honda si è dimostrata interessata, per anni ha fornito i motori di serie della CBR600RR alla Moto2. Il problema di fondo, come delineato da Pit Beirer, è che avere un motore allo stesso tempo economico e competitivo è un obiettivo alquanto difficile da inseguire.

 

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