Si è chiuso con un altro podio il fine settimana in Australia di Alvaro Bautista, capace di riscattare con una grande rimonta gli errori commessi in mattinata in Superpole Race. Scattato dall’undicesimo posto in griglia, il pilota spagnolo si è fatto largo tra i rivali a suon di sorpassi, chiudendo Gara 2 alle spalle soltanto del suo compagno di box, Nicolò Bulega.
“Stamattina ho commesso un errore nel primo giro in Curva 4, perché oggi il vento soffiava in direzione opposta e spingeva molto in quella frenata. Nel Warm-Up avevo più o meno capito come fare, ma in gara sono arrivato con molta più velocità per via della scia di Bulega e Iannone e, pur avendo frenato nello stesso punto, non sono riuscito a fermare la moto. Per fortunata però sono riuscito a evitare gli altri piloti” ha detto Alvaro raccontando la sua giornata: “Dopo di che sono incappato in una strana caduta: ho perso il posteriore come se la gomma fosse fredda, non so bene cosa sia successo. In ogni caso, volevo terminare la Superpole Race per cominciare a costruire un po’ di fiducia, perché nel Warm-Up mattutino avevamo modificato la moto in base ai dati di ieri, per cercare di migliorare. Però non è successo e mi sono sentito molto peggio. In Gara 2 sono tornato alla stessa moto che avevo ieri e ho avuto delle buone sensazioni, come quelle dei giorni precedenti. Era importante mantenere questa fiducia”.
Sensazioni che hanno permesso allo spagnolo di affrontare una gara tutta all’attacco, con un livello di competitività molto simile a quello del vincitore.
“Come ho detto ieri, il mio obiettivo attuale è quello di tornare al mio massimo livello e oggi abbiamo fatto un passo avanti. Non so se partendo davanti avrei potuto lottare con Nicolò oppure no, ma è vero che nella seconda metà di gara, quando ero da solo, sono riuscito ad avere il suo stesso passo, o anche qualche decimo più veloce a volte. Ho anche siglato il giro più veloce in gara e credo che quella sia stata l’unica occasione in cui qualcuno ha battuto Bulega in qualcosa in questo weekend - ha osservato ridendo - Siamo stati competitivi, ma al momento io e Nicolò non abbiamo la stessa fiducia: io la sto ancora costruendo, mentre credo che lui sia al suo massimo livello. Dovrò ripartire almeno dal livello di oggi e poi andare avanti a piccoli passi. Può sembrare strano, ma quando hai fiducia in te stesso e senti bene la moto, è molto semplice superare gli altri piloti. Oggi in gara mi sono sicuramente divertito molto”.
Visto che a inizio weekend Alvaro aveva detto che Bulega sembra avere la velocità che aveva lui nel 2019, la strategia da seguire sarà come quella adottata quell’anno da Rea contro di lui?
“È una situazione diversa, perché credo di essere un po’ più vicino a Nicolò di quanto Jonathan non fosse vicino a me - ha risposto il pilota Ducati - Oltretutto io ero un pilota che non aveva esperienza con la moto, con le gomme e con alcune piste. La moto era nuova e abbiamo anche avuto molti problemi nella seconda metà della stagione. Bulega si trova in una situazione diversa, perché ha molta esperienza. È al suo secondo anno nel Mondiale Superbike e anche la moto è nella sua fase di massimo sviluppo. La situazione è diversa anche per quanto riguarda me e Rea, perché io e Nicolò abbiamo la stessa moto”.
Importante per Bautista sarà più che altro la costanza di rendimento. “La costanza è la chiave. Oggi sono caduto, ma fortunatamente non ho perso molti punti perché è successo in Superpole Race. Forse, ho voluto forzare un po’ troppo dopo l’errore in Curva 4 e sono incappato in una strana caduta due giri dopo. Devo essere più costante, ma un aspetto positivo è che l’anno scorso ero molte volte oltre il limite per poter essere competitivo, mentre oggi ero sotto al limite - ha commentato - Questo è un buon segno, perché non mi sentivo come se stessi spingendo al 100% e anche se avevo Bulega davanti e avrei magari potuto prenderlo forzando un pochino, non ho mai oltrepassato il limite”.
Gara 2 non è stata trionfale soltanto per il team Aruba.it Racing ma per tutta la Ducati, che ha piazzato ben sei moto davanti a tutti. Lo spagnolo si aspetta qualche provvedimento in futuro per livellare il campionato?
“Penso che non debba succedere nulla, perché ci sono sì sei Ducati ma bisogna anche tenere in considerazione i piloti che le guidano - ha detto - Uno è Nicolò Bulega, che è un Campione del Mondo della Supersport, che l’anno scorso ha chiuso secondo in campionato e ha vinto anche in Moto3 e non solo. Poi c’è Andrea Iannone, che ha vinto diverse gare in Moto2 e anche vinto dei GP in MotoGP. C’è Danilo Petrucci, che a sua volta ha vinto in MotoGP, e la Ducati ha anche me, che ho vinto due titoli qui e uno in 125. Si parla della moto, ma bisogna guardare anche i piloti. Per ottenere dei risultati migliori, gli altri costruttori devono investire nella moto, ma anche nei piloti che la guidano. Io non credo sia solo questione di moto. È una combinazione: se hai una buona moto come l’ha la Ducati, che spinge sempre per migliorare, e hai dei buoni piloti, il risultato è evidente. Non è un nostro problema se gli altri costruttori non vogliono investire nei piloti, che sono un altro aspetto molto importante”.
Da quest’anno i piloti non hanno più limitazioni sul numero di giri-motore, ma il due volte campione della Superbike non sembra aver notato grandi miglioramenti o differenze in termini di guida.
“L’unica cosa chiara è che la peggior Ducati in griglia è la mia, perché è la più pesante - ha affermato - Se c’è qualche differenza rispetto all’anno scorso? No, infatti questo fine settimana abbiamo usato lo stesso cambio che usavamo con i vecchi giri-motore, non abbiamo accorciato i rapporti. Avevamo provato nei test, ma non l’ho trovato utile. Quindi siamo andati lunghi come prima. Su questa pista, con queste condizioni, non ho notato alcuna differenza. Vedremo su altri tracciati”.