L’inverno della MotoGP e della F1 sta terminando e ormai è tutto pronto per il ritorno in pista. Il Motomondiale riprenderà l’azione vera e propria a fine febbraio, con la Superbike come gustoso antipasto questo fine settimana a Phillip Island, mentre la classe regina delle auto ha ancora i test da affrontare, ma ormai ci siamo. Quello che è emerso chiaramente in queste settimane è che pur essendo da un certo punto di vista simili per l’uso di un mezzo a motore e le alte velocità, le due discipline hanno preso ormai strade diverse.
La pausa del Circus è stata totale. Non una dichiarazione, non una voce, un commento; al contrario la top class del motociclismo ha offerto più “animazione” tra test privati e presentazioni iniziate già a gennaio. E proprio a proposito dello svelamento di moto e monoposto la differenza si è fatta marcata.
Le squadre iscritte ai campionati di Moto3, Moto2 e MotoGP hanno via via fatto vedere al mondo gli strumenti con cui disputeranno la nuova stagione e i rispettivi portacolori, mentre la F1 si è negata il piacere della singolarità per dare vita ad un evento collettivo che sa di farsa in quanto, a Londra, martedì 18 febbraio si sono viste perlopiù le nuove livree, salvo qualche eccezione come Ferrari che però ha aspettato il post serata per mostrare la vera SF25, mentre le vetture reali si potranno ammirare in ordine sparso perlopiù nel contesto dei filming day, quelle giornate dedicate alle riprese per fini commerciali dove si possono percorrere un massimo di 100 km, o ancora soltanto in occasione del primo GP previsto in Australia a metà marzo.
Seppure il Grande Circo anni ’90 ci aveva abituato a presentazioni altisonanti con ospitate dello show-biz, quanto andato in scena nella capitale inglese ha avuto quel sentore di americanata che ormai permea uno sport nato e diventato di fama mondiale in Europa. Impossibile non fare il paragone con la Ducati MotoGP che per mostrare la GP25 e l’inedita coppia Bagnaia-Marquez ha scelto di proseguire con la tradizione a Madonna di Campiglio, un incontro che prosegue sulla falsariga del mitico WROOOM di marlboriana memoria.
Quello che abbiamo potuto osservare ieri sera, invece, è stato uno spettacolo nudo e crudo, presentato da un comico, con una masnada di invitati statunitensi e intermezzi musicali che sembrava di essere al Super Bowl e non è mancata neppure la marchetta al film dedicato alla serie automobilistica che vede l’hollywoodiano Brad Pitt quale star principale. Ai team sono stati semplicemente assegnati sette minuti ciascuno, ma la sensazione è di aver partecipato ad una manifestazione in cui la F1 era ospite e non protagonista, sradicata dalla sue essenza. Sarà anche per questo che, molti dei piloti, sono apparsi frastornati una volta chiamati sul palco del celebre O2, solito ad ospitare concerti di cantanti pop e rock.
E’ insomma questa la ricetta di Liberty Media per far arrivare lo sport ovunque, ovvero buttare nella mischia un po’ tutto ciò che capita così da poter attrarre nella rete pesci diversi per età e caratteristiche. Viene da domandarsi se questo sarà il futuro che toccherà pure alla MotoGP. La speranza è che non accada e che qualcuno fermi in tempo la deriva.