Phillip Island è pronta ad ospitare il via del Mondiale Superbike e alla vigilia dei test abbiamo condiviso una lunga chiacchierata con Chris Gonschor. L’ingegnere tedesco, responsabile dell’attività BMW nelle derivate, ci ha spiegato tutta la questione legata al telaio di cui tanto si è parlato nel corso dell’inverno.
Come se non bastasse, siamo tornati indietro nel tempo di quasi vent’anni, per poi andare nel futuro, cercando di capire quella che è la Superbike che verrà.
Nel mezzo però c’è il presente, ovvero la ripartenza del Campionato dopo il trionfo della scorsa stagione.
“Vincere di nuovo è certamente una grande sfida per tutti noi – ha esordito – non vediamo infatti l’ora di ripartire, dato che abbiamo lavorato alacremente per essere pronti. Penso che abbiamo fatto un grande sforzo nel corso dell’inverno e la nuova M 1000 RR è una moto migliorata e pronta a vincere”.
Per BMW è stato un inverno abbastanza tribolato tra l’infortunio di Toprak e il discorso del telaio.
“Toprak si è infortunato e la sua assenza ci ha disturbato. Quei pochi giri svolti sull’asciutto a Portimao sono però bastati per prepararci. Rispetto allo scorso inverno, abbiamo avuto un po’ più di lavoro da fare in minore tempo”
Quanto cambia questa nuova BMW rispetto allo scorso anno?
“Il motore è stato ottimizzato così come aerodinamica. Credo che la BMW sia più agile e performante grazie ai cavalli di cui disponiamo”.
C’è poi il nuovo telaio…
“Esatto! Abbiamo un nuovo telaio, completamente standard e siamo curiosi di vederlo all’opera. Faremo in modo di avere il miglior assetto ed essere competitivi fin da subito, perché questo è l’intento”.
Quanto ha dato fastidio a BMW la storia legata al telaio?
“la cosa più importante è che le regole siano chiare, costanti, senza che vengano cambiate ogni anno. Dico così affinché ogni Casa possa essere preparata senza perdere tempo ed energie. Una volta che le regole sono definite, non resta che seguirle.”
Quanto è diverso il telaio rispetto al 2024? Si parla più che altro di materiali e rigidezze…
“A tal proposito non posso dire più di tanto, perché sono informazioni riservate. Quello che posso dire che la BMW è una moto Stock a tutti gli effetti”.
Toprak è stato l’unico in grado di fare la differenza con la BMW, esattamente come fece Bautista al primo anno di Ducati…
“Esatto! Toprak ha estratto il massimo potenziale dalla moto esattamente come fece Bautista sulla Panigale V4 nel 2019. Lui ha imparato molto e siamo riusciti ad avere prestazioni costanti. Siamo dell’idea che possiamo vincere ancora e vedremo quelli che saranno i valori in campo”.
Pensi che il margine sia lo stesso del 2024 o si è ridotto?
“Quest’anno ci sono diverse novità, più dati su cui basarsi, di conseguenza non mi aspetto una stagione come quella dello scorso anno, perché i nostri avversari hanno certamente ottimizzato gli sforzi. Penso che sarà una bella sfida per tutti”.
Si parla tanto del fatto che la Superbike stia perdendo quella che per anni è stata la sua filosofia, ovvero moto vicine al modello di serie. Adesso sembrano quasi "MotoGP stradali". Cosa ne pensi? È la via giusta?
“Le gare sono state emozionanti nella scorsa stagione e tutto ciò consente di incentivare lo sviluppo. Comprendo il fatto che siamo davanti a moto sempre più performanti, ma siamo a mio avviso lo scenario è lo stesso di 20 anni fa. Penso a quando c’erano moto come la Ducati 916 per poi arrivare alla Panigale. Credo che quella imboccata sia la giusta direzione e combinazione”.
Hai citato la Panigale. Nel 2026 arriverà quella nuova… Sei preoccupato?
“Sono curioso di vederla e non sono sorpreso. Mi fa piacere vedere Case che investono in sviluppo. Penso sia un bel segnale, proprio come ha fatto la Bimota, dato che la SBK è la piattaforma ideale per mostrare il lavoro di una Casa”.
Cosa rispondi a chi considera la BMW una MotoGP stradale?
“La M 1000 RR è una SBK a tutti gli effetti, realizzata seguendo i regolamenti, esattamente come hanno fatto le altre Case”.
Con Melandri il titolo sfumò mentre la scorsa stagione hai vinto con Toprak.
“Avevo una missione in sospeso e ricordo bene quel Mondiale. La vittoria di Toprak è stata la ricompensa per quello perso con Marco. In questi anni abbiamo cambiato la nostra strategia interna, sfruttando le conoscenze a nostra disposizione. Il test team ha inoltre dato un grande contributo ad accelerare il processo”.
Come mai Melandri non vinse quel titolo?
“Penso sia stato un insieme di diverse circostanze. Quella stagione BMW annunciò la chiusura dell’attività agonistica. Di conseguenza venne a mancare il focus sul Campionato da parte del gruppo di lavoro. La situazione si complicò inevitabilmente e ci furono diversi incidenti. Ciononostante resta una bella esperienza”.