Chiudere fuori dalla Top 10 non fa piacere a nessun pilota e Fermin Aldeguer non fa eccezione. Aver completato i test a Sepang con l’11° tempo messo a referto nella giornata di ieri, che lo colloca a 1” dal suo compagno di squadra Alex Marquez, leader del venerdì, ha lasciato un pizzico di amaro in bocca al debuttante del team Gresini, convinto di avere il potenziale per fare meglio di quel che traspare dalla classifica dei tempi.
Al di là della posizione in graduatoria, il giovane pilota spagnolo può però rinfrancarsi con l’ottima crescita mostrata in sella alla Desmosedici GP24, con cui affronterà questa sua prima stagione in MotoGP. Pur essendo soltanto all’inizio del suo adattamento alla classe regina, Fermin è riuscito a compiere progressi costanti, come dimostra anche la simulazione di Sprint Race svolta nella giornata di ieri. Nella quale il ducatista è riuscito a girare con costanza sul passo dell’1’58, proprio come voleva il suo capotecnico Frankie Carchedi.
“Sì, faccio quello che mi dice! - ha commentato Aldeguer ridendo - Era importante fare questa simulazione di sprint anche per vedere le differenze con la simulazione che avevo fatto nello Shakedown. Ho fatto un grande passo avanti, ma la strada per arrivare al top è ancora lunga. Continuando a lavorare ci arriveremo sicuramente”.
Le premesse sono molto incoraggianti. “Sì, se facciamo un confronto con la gara Sprint che si è corsa in occasione del Gran Premio, la mia simulazione è stata molto positiva - ha osservato - Ci sono tante cose buone, ma in tanti hanno fatto delle buone simulazioni e ci resta ancora da fare un passo avanti di circa 3 o 4 decimi. Non è una enorme, è una cosa normale, perché ho girato solo sei giorni qui con la MotoGP e bisogna arrivarci a poco a poco”.
In quali aree è riuscito a migliorare rispetto alla simulazione effettuata nello Shakedown?
“Ho migliorato l’esperienza, ma anche il tempo sul giro, il passo e la velocità. Come dicevo, bisogna lavorando e girando, i tempi arrivano” ha risposto Fermin, che ha ben chiari gli aspetti in cui deve ancora fare progressi: “Ho ancora tanto da imparare sull’uso dell’elettronica e anche sulla gestione degli pneumatici. Sto facendo molto bene, ma adesso è importante che usi di più le gomme. È positivo, perché significa che abbiamo margine”.
Pur essendo stato ancora una volta il migliore dei rookie a fine giornata, il ducatista si aspettava di incassare un distacco dai primi un po’ più ridotto.
“Sì, perché le mie sensazioni in sella erano migliori dei miei tempi. Oggi però abbiamo dovuto cambiare il piano che avevamo per fare dei test sulla moto e così non ho potuto usare tutte le gomme che avevo per fare il time attack - ha spiegato - Quando ho fatto il giro, mi sono ritrovato un pilota in mezzo e ho ancora molto da capire e da imparare per sfruttare le gomme Michelin nel primo giro. Ho ancora un po’ di lavoro da fare da questo punto di vista, però sono riuscito a fare tre o quattro giri sull’1’57”4 ed è un buon risultato. Alla fine, non è stato il massimo non poter usare tutte le gomme, ma dobbiamo comunque essere felici perché il fatto di essere vicini ai primi cinque è una cosa positiva. Poi vedremo cosa succederà”.
Guardando alla prima gara dell’anno, che si terrà a fine mese in Thailandia, il pilota iberico sente di essere ben preparato dal punto di vista fisico. Dopo aver completato un totale di circa 250 giri del circuito di Sepang.
“Sì, dopo sei giorni qui la mia testa e il mio corpo sono esausti, ma ho il fisico! - ha assicurato - Da che punto di vista mi sento più provato? Mentalmente, perché alla fine si tratta di girare per sei giorni sullo stesso circuito. Fai progressi, ma ti trovi ad avere sempre davanti dei muri da abbattere e questo ti frigge la testa”.