Come tutti sappiamo, non è momento di grandi certezze in KTM, sul futuro della casa austriaca nel mondo delle corse pende un ingombrante punto interrogativo. Delle risposte arriveranno dopo il 25 febbraio, quando i creditori voteranno il piano di ristrutturazione proposto dall'azienda. Eppure, nonostante la precarietà della situazione esiste un centro di gravità che ha nome e cognome: Pedro Acosta. D’altronde se vinci il tuo primo titolo all’esordio nel Mondiale e il secondo dopo un solo anno di apprendistato nella classe superiore, vuol dire che le spalle per reggere situazioni complesse sono già belle robuste. Il talento di Mazarron ha quindi risposto presente, chiudendo la tre giorni di test malese con il sesto riferimento cronomentrico e un ritardo di +0.682 dalla GP24 di Alex Marquez, oltre ad essere stata di gran lunga la migliore della RC16 in pista (tredicesimo Brad Binder, sedicesima e diciottesima piazza per Vinales e Bastianini). Il processo di avvicinamento alla Ducati dovrà compiere ancora diversi step evolutivi, ma è un Acosta contento, consapevole e fiducioso quello che a sessione completata si è presentato ai microfoni della stampa.
“Sono andati bene questi test in Malesia. Ci è mancato qualcosina, anche per via di errori che ho commesso mentre guidavo, ma è andata meglio di quello che si è visto. Siamo quindi felici del lavoro svolto, sono giorni che restiamo lì, sulla porta del 56’, ma è il primo giorno che chiudo davvero molto molto contento. Veniamo da ieri che non avevamo potuto girare molto mentre oggi, nonostante un po' di pioggia nel pomeriggio che ha leggermente complicato le cose, abbiamo di cosa essere contenti. La KTM ha lavorato un sacco e ci siamo avvicinati, la frenata è forte come quella dello scorso anno ma ora ti permette di essere più preciso, anche la squadra sta lavorando benissimo e stiamo entrando in sintonia”.
Data la situazione, intorno alla KTM c’erano diversi dubbi. Come arriveranno in Malesia dopo un inverno del genere? Saranno competitivi?
“Io dubbi non ne avevo - taglia secco lo spagnolo con tono deciso. La verità è che ci sono delle cose da migliorare, non a tutto posso dare un 10, ma questo non accade nemmeno nel miglior matrimonio del mondo. Si tratto soprattutto di capire cosa ci manca. Io personalmente mi trovo molto bene, ho delle idee molto chiare ma non si può pensare che ci sarebbero bastati due mesi per scoprire l’America. Brad invece ha avuto dei problemi stamattina. Il punto è che dobbiamo comprendere il perché è emerso un grosso handicap che lo scorso anno non avevamo.”
Dunque, il test di Thailandia servirà più per preparare il Gran Premio o per continuare a lavorare sulla moto?
“Nel mio caso io ho provato qui più o meno tutto quello che è stato portato dalla fabbrica, perché ieri abbiamo girato poco ma oggi siamo riusciti a fare molti giri. A Buriram vorrei concentrarmi sul set-up, perché ho girato con la stessa moto di quando sono venuto qui la prima volta e per il giro secco il set-up è molto importante, io ancora uso quello di Pol. Se tutto andrà per il verso giusto sotto questo punto di vista, magari proveremo anche dell’altro".
Infine, com’è andata la simulazione della Sprint?
“È andata bene, forse è successo qualcosa con la gomma ma non ne sono certo, quindi non posso affermare nulla. Sin dal primo giro ero senza aderenza e dal terzo in poi ho dovuto pensare a sopravvivere. È stato un po' frustante fare 10 giri soffrendo, ma dobbiamo essere contenti perché nonostante tutto il passo è stato buono, sono riuscito a fare ‘’57 già dal secondo giro e per me è importante, perché solitamente faccio un po' fatica a prendere il ritmo".