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MotoGP, Marquez: “Ho preso un rischio nel time attack, per essere più competitivo”

“Ci sono state tante cadute strane, perché c’era molto grip in pista e anche un po’ di vento, ma dovevo migliorare uno dei miei punti deboli. La priorità oggi era lavorare sul motore, io e Bagnaia stiamo seguendo due direzioni diverse ma con lo stesso obiettivo”

MotoGP: Marquez: “Ho preso un rischio nel time attack, per essere più competitivo”

È stata più che positiva la prima giornata di test ufficiali a Sepang di Marc Marquez. Nonostante qualche problema di gioventù della Ducati GP25, e il forte vento che ha condizionato il lavoro in pista, il pilota spagnolo è riuscito a completare oltre 50 tornate, mettendo a segno il secondo miglior tempo di giornata a soli 51 millesimi dalla vetta occupata da Fabio Quartararo. 

Le mie sensazioni sono molto buone, lo sono state sin dall’inizio e questo aiuta a essere precisi nei commenti. Mi sono sentito molto a mio agio sin dal primo giro, come se non avessi trascorso due mesi senza guidare una MotoGP, quindi abbiamo iniziato a lavorare sin dalla seconda tornata, concentrandoci soprattutto sul motore, che è la priorità numero uno in questi test, seguito dall’aerodinamica. Queste sono le due cose che vanno omologate e su cui occorre essere precisi” ha spiegato l’alfiere ufficiale Ducati, parlando del lavoro svolto: “Avevamo due motori e la cosa positiva è stata che io e Pecco abbiamo fornito ancora una volta gli stessi commenti. Questo ha fatto sì che la squadra lavorasse in due direzioni diverse ma per perseguire lo stesso obiettivo, visto che entrambi abbiamo avuto una sensazione un po’ strana in un determinato punto della curva, dove abbiamo avvertito tutti e due lo stesso problema. Un passo alla volta, stiamo cercando di trovare il giusto bilanciamento. A volte si hanno dei problemi quando si mette in pista una nuova moto, ma la squadra li sta risolvendo”. 

La pronta risposta del team Lenovo Ducati è stata un aspetto molto apprezzato dal pilota catalano, che si era abituato a lavorare in maniera diversa in una squadra indipendente come il team Gresini. 

“Sono rimasto molto sorpreso, anche perché non è paragonabile a quello a cui ero abituato l’anno scorso, quando dovevamo dare il 100% con ciò che avevamo - ha affermato - Anche in Honda si lavorava in questa maniera, ma è altrettanto vero che qui si è verificato un problema e c’è stata subito una reazione ed è molto importante che questa reazione avvenga in giornata e non si aspetti il giorno successivo. Questo ha reso molto più semplice il nostro lavoro pomeridiano”.

Il maggiore dei fratelli Marquez si è poi espresso sulle differenze riscontrate tra la moto guidata a Sepang e quella provata a novembre a Barcellona.

“Sostanzialmente, il concept della moto è più o meno simile, ma va un po’ meglio rispetto a Barcellona perché abbiamo cominciato a risolvere alcuni problemi. La GP24 è una moto che è stata usata per un anno e quindi funziona già, mentre con una moto nuova devi trovare il bilanciamento e altre cose, per questo io e Pecco stiamo lavorando in modi diversi condividendo i commenti. Pare che abbiamo tanto tempo con tre giorni a disposizione, ma non è molto” ha osservato, senza voler parlare nel dettaglio del telaio: “non mentirò dicendo che non so se il telaio usato qui sia diverso da quello del prototipo provato a Barcellona, perché per me è tutto nuovo. Noi ci riferiamo alle moto dicendo ‘una moto e l’altra’ e io ho delle sensazioni diverse da quelle che avevo con la GP23 con entrambe, quindi non saprei dire, perché le moto oggi avevano entrambe lo stesso telaio ma non so quale fosse”.

Pur trattandosi soltanto dei primi test, l’otto volte iridato sembra essere già riuscito a identificare l’area in cui la GP25 ha fatto più progressi rispetto alla moto dello scorso anno. 

Il motore sembra essere un po’ più dolce e ha un buon carattere. Si cerca sempre di avere più potenza, e ci siamo riusciti, ma poi bisogna risolvere altri problemi attraverso l’elettronica e non solo” ha affermato, mentre parlando dei freni ha aggiunto: “Mi sento molto bene a livello di stabilità in frenata”. 

Positive non sono state soltanto le sensazioni in sella di Marc, ma anche la risposta del suo fisico.

“Oggi mi sono sentito molto bene, domani vedremo. Penso andrà peggio - ha commentato ridendo - Anche l’anno scorso l’inverno era andato bene, ma ero stato operato per sindrome compartimentale. Mentre quest’anno ho lavorato molto bene e sono stato molto attento negli allenamenti in motocross, per cercare di essere pronto dal punto di vista fisico. Mi sento bene, anche se ovviamente devo lavorare più rispetto a quanto ero abituato a fare. Una delle ragioni potrebbe essere che ho 32 anni, ma penso sia soprattutto per via degli infortuni che ho avuto. Accetto di dover lavorare di più e lo faccio, dedicando al mio corpo 12 ore della mia giornata”. 

In ultima battuta, il pilota spagnolo ha detto la sua sulle tante cadute che si sono registrate in questa prima giornata di test in Malesia.

“C’era vento, ma io dico sempre che le cadute sono più inaspettate quando in pista c’è tanta aderenza e qui c’era già molto grip per via della gomma lasciata sull’asfalto nei tre giorni dello Shakedown. Io almeno ho riscontrato molto grip quando sono uscito e ho visto delle cadute molto strane, come quelle di Fernandez e di Martin, al quale mando un grande abbraccio. Nel primo dei giorni tre abbiamo tre piloti fuori ha osservato Marc, secondo il quale bisogna cercare di assumersi i giusti rischi: “Io ho fatto un time attack a fine turno, ma perché penso di averne bisogno visto che è stato uno dei miei punti deboli l’anno scorso. Bisogna sempre assumersi un rischio quando serve. Oggi il time attack non serviva a nulla, ma ne avevo bisogno per cercare di rafforzare uno dei miei punti deboli ed essere più competitivo, quindi mi sono preso questo rischio. Per migliorare un punto, bisogna sempre spingere al 100%”.

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