di Lello Vaccaro
Era proprio la Tiger che mancava: cerchi 17’’, manubrio alto, copertura aerodinamica giusta e soprattutto un gran motore potente e rabbioso. Si presenta così la Triumph Tiger Sport 800 evoluzione della più piccola 660 dalla quale prende solo lo spunto, il resto è tutto nuovo. Il motore ad esempio ha la stessa configurazione a 3 cilindri ma sale di cubatura fino ai 798 cm3 (Euro5+) grazie a nuove misure di alesaggio e corsa ma è del tutto diverso al suo interno. Esprime una potenza di 115 CV a 10.750 giri/minuto e coppia di 84 Nm a 8.500 giri/minuto per 214 Kg di peso in marcia.
E’ agganciato al telaio perimetrale in acciaio tubolare con forcellone bibraccio sempre in acciaio. Anche il telaio che è simile nelle misure a quello della 660 in realtà è diverso, perché Triumph lo ha reso più rigido e proporzionato alle caratteristiche di questo nuovo motore. Una moto che già a vederla ferma ti strizza l’occhio perché ha tutti i numeri per portarti a fare cose proibite ma non solo. E’ bella, proprio bella, soprattutto nella livrea giallo-ocra e nero con gli inserti giallo fluo, queste due scelte cromatiche, come per il colore in blu, hanno un incremento di 100 Euro rispetto agli 11.995 Euro della base in grigio.
TRIUMPH TIGER 800 - POSIZIONE PERFETTA PER FARE TURISMO E SPORT
Inizia la prova in strada, salgo sulla sella alta 835 mm da terra e afferro subito il manubrio, largo a punto giusto per sentire l’anteriore e anche per districarti in città. Una volta che la compri la userai di certo tutti i giorni. Non c’è tempo per far chiacchiere, il meteo sembra antipatico se guardo il cielo e la carovana di apine gialle prende il via per i 218 Km esatti (come sono precisi questi inglesi) che ci attendono intorno alle colline che vedo all’orizzonte. Sono alla distanza che adoro dal manubrio, ben rialzato grazie ai riser in alluminio e scopro anche una buona protezione ai lati grazie al serbatoio dalla capienza di 18,6 litri, in più ho le ginocchia nella giusta inclinazione per via della posizione leggermente arretrata delle pedane.
I miei 174 cm sono ben coperti se alzo il plexiglass con una mano alla massima altezza (fino ai 180 cm si va alla grande) e ho ancor più copertura ai lati dai convogliatori, che abbiamo imparato ad apprezzare sulla 660. Sono anche leggermente inclinato in avanti perché è la sella che mi punta verso l’anteriore in modo da farmi avvertire anche la minima sensazione di aderenza. Raggiungere il suolo con anche due gambe sarà facile grazie all’attacco stretto serbatoio-sella e penso che dai 160 cm in su tutti andranno comodi. Le sospensioni Showa sono regolabili e settate al punto giusto sul mio peso (85 Kg). Gli steli da 41 mm hanno funzioni separate e le escursioni sono simili, 150 mm. Solo al posteriore avrei rallentato un po’ il ritorno ma niente di che, poi ho il pomello per precaricare la molla se decido di montare come optional valigie e baule e partire con il passeggero (valigie da 57 litri e baule da 49 litri).
TRIUMPH TIGER 800 - SICURA SUL BAGNATO E FORTISSIMA SULL’ASCIUTTO
Sono con il riding mode in Rain (ci sono anche Road e Sport) e quindi livelli al massimo: controllo di trazione, ABS cornering mentre decisamente progressiva e morbida è la risposta del 3 cilindri all’apertura del gas. Per vedere sulla strumentazione in che riding sono devo smanettare un po’ ma anche se manca un bel TFT moderno ho tutte le notizie che servono per la marcia. Posso anche connettere lo smartphone e seguire la navigazione con le indicazioni turn by turn, mentre di serie ho cruise control e cambio elettro-assistito, niente male direi.
Manca solo una presa USB sul cruscotto, potrebbe servire se viaggi a lungo e stai navigando con il telefono. E’ un optional da 20 Euro che viene messo sotto la sella. Nel misto anche umido la Tiger Sport 800 dà subito una incredibile sensazione di controllo e di semplicità di guida, che ti spingono a cercare belle pieghe, non fosse che le Michelin Road 5 di primo equipaggiamento aspettano un po’ per entrare in temperatura (misure 120/70/17 e 180/55/17 tubeless). La pioggia si ferma sul plexiglass messo in posizione più alta e resto piuttosto asciutto anche alle gambe, grazie alla copertura di cui abbiamo già parlato.
Nelle aperture del gas più decise il controllo di trazione (disinseribile) mi assiste ma non taglia tanto provocando quel solito fastidio di assenza del motore, è piuttosto lineare e ti accompagna fino alla ripresa di aderenza gestendo molto velocemente il suo intervento, promosso. Smette di piovere e arriviamo su un tratto fichissimo di curve e tornati asciutti, passo al riding Road e la differenza con la Rain è già subito avvertibile. Sono più libero dai controlli e a questo punto visto che è prevista ancora pioggia ne approfitto e passo al riding Sport.
E’ qui che la Triumph Tiger Sport 800 incarna a pieno le volontà di uno smanettone anche esuberante. Il 3 cilindri passa alla immediatezza e se fino ai 4.000 giri della Rain è docile, ora diventa cattivo già da subito. Dai 5.000 giri poi avviene il cambio di passo e di sound. Sale vigorosamente fino ai 10.000 giri e in un attimo siamo fuori dalla volontà del codice della strada! Mi piace sentire forte il suo urlo e tiro seconda e terza marcia finché posso, poi stacco e con il giusto supporto di freno motore entro in curva, la percorro, cerco il punto di corda più congeniale e se lo sbaglio correggo supportato dall’ABS cornering. Il risultato è che posso riaprire anche a metà curva (se ho abbastanza fegato) e vado sul rettilineo di nuovo spremendo le marce. Insomma potrei dare paga a qualche sportiva.
TRIUMPH TIGER 800 - FRENI, CAMBIO QS E PASSEGGERO
La dotazione frenante prevede dischi da 310 mm anteriori con pinze radiali a 4 pistoncini, che però tardano ad esprimere la loro potenza. Dopo un po’ di pinzate forti hanno iniziato a lavorare a dovere, offrendo il giusto supporto nella guida brillante. Meglio il posteriore da 255 mm con pinza scorrevole Brembo monopistoncino, con il quale ho raggiunto subito confidenza. Più che da migliorare sarebbe da rendere maggiormente morbido il cambio elettro-assistito, richiede una certa convinzione nell’azionamento ma ha comunque una buona precisione di innesto.
Sono quei fattori a cui devi far la mano ma poi ti abitui, forse da una moto del genere mi aspettavo un funzionamento più rapido e quindi più sportivo. Molto buona per la tipologia di moto in esame la collocazione del passeggero, che troverà una sella ben imbottita e mediamente larga, facile l’aggancio ai maniglioni laterali ma soprattutto buona la distanza dalle pedane. Insomma non avrà proprio nulla da lamentarsi, specialmente se prima l’avevate abituata a una sportiva.
TRIUMPH TIGER 800 - DESIGN E COLORAZIONI
Come accennato all’inizio Triumph ha preso spunto dalla 660 per realizzare la Tiger Sport 800 richiamando linee e soluzioni estetiche che potessero rispettare il family feeling della serie Sport. Quindi ritroviamo un anteriore a punta, che va aprendosi lungo la moto per avvolgere il pilota il più possibile. La 800 è ben individuabile dalla distanza rispetto alla 660 grazie ai suoi led a V posti sul frontale, che fungono anche da luci diurne.
Sulla 660 sono integrati nei due fari led, che sono simili per entrambi le moto. Si potrà scegliere fino a 40 accessori tra cui indicatori di direzione led, manopole riscaldabili, paramani e tanto altro ancora oppure si potrà scegliere per i pack previsti per questa moto. Maggiori informazioni le troverete a questo link. Infine gli intervalli di manutenzione previsti a 16.000 km o entro i 12 mesi ma se vi innamorate della Tiger Sport 800 rischiate di fare molti più km in 1 anno!