Il team VR46 ha una storia relativamente breve in MotoGP. Era nato nel 2021 - in partnership con Avintia - e l’anno successivo si era strutturato con due piloti. Gli è bastata quindi una manciata di stagioni per convincere Ducati delle propria professionalità e il risultato è che nel 2025 sarà la squadra ‘factory supported’, ereditando il ruolo che aveva Pramac. Il che significa avere una moto ufficiale (la GP25 che guiderà Di Giannantonio) e un occhio di riguardo da parte di Borgo Panigale. Chiaro che Alessio Salucci, il team principal, ne vada orgoglioso.
Uccio, cosa c’è di diverso ora nel team?
“È cambiata la parte tecnica, sono arrivati ingegneri da Ducati, tutti quegli uomini che sognavo. Per assurdo sono tornato al passato, ma in ruolo diverso: rivivo quelle sensazioni di quand’ero in Yamaha con Vale, avverto grande voglia e grande competenza, devo dire grazie a Gigi. È un’altra storia rispetto a prima, abbiamo più persone e più ricambi. Come team è un grande onore, qualcosa di molto bello che ci riempie il cuore, e abbiamo voglia di dare del gas. In sintesi, cambia un po’ tutto, anche l’approccio dei nostri meccanici e tecnici, ci sono più motivazione e voglia, logicamente c’è anche maggiore lavoro da fare, ma è più eccitante”.
Martin e Pramac hanno dimostrato che anche un team satellite può vincere il titolo piloti. Cosa significa per te?
“Dà motivazione e pressione, ma nel mio caso sento più la prima. Non avevo dubbi che potesse succedere, abbiamo visto la serietà di Ducati che permette a tutti i suoi team di lottare per il titolo e vincerlo. Per noi è una grandissima motivazione, mi sento come un bambino e non vedo l’ora di arrivare a Sepang. Abbiamo fatto tanto lavoro a casa, arrivare in ufficio e vedere lo staff ufficiale nel nostro reparto corse è bello e non è stato facile ottenerlo. La pressione c’è perché avremo una delle 3 moto più veloci in pista. Per me la Ducati sarà la moto da battere anche quest’anno, ora bisogna rimboccarsi maniche ancora di più e dimostrare di puntare in alto”.
Pensi quindi che il team ufficiale potrebbe accettare un’altra sconfitta?
“Parlo molto con Gigi e lo vedo molto motivato anche per il nostro team. Dimostreranno per l’ennesima volta loro professionalità e sicuro che, nel caso Di Giannantonio arrivi a fine stagione giocandosi il titolo, ci daranno il massimo supporto”.
Ora che hanno Marquez non cambieranno le cose?
“Quando Ducati ti dà la possibilità di usare quella moto, ha già messo in preventivo che puoi arrivare a giocarti il campionato. Sono cose che possono succedere, anzi io lo spero (ride). Dall’Igna, Domenicali, Grassili sono persone serie e non penso che perché ora hanno Marquez metteranno i bastoni fra le ruote a Diggia, non l’hanno mai fatto e mai lo faranno”.
Come vedi la sfida tra Bagnaia e Marquez?
“Insieme a Martin sono i 3 più forti sullo schieramento… non vorrei essere nei panni di Tardozzi (ride). Davide dovrà essere molto bravo a gestire due piloti fortissimi. Per me esiste il pilota forte e quello fortissimo, Pecco è nella seconda categoria, ha qualcosa in più e tutte carte per giocarsi il titolo contro Marquez, Martin, e ci metto anche Diggia”.
Rossi continuerà a dare una mano a Bagnaia?
“Più Vale verrà e più aiuterà Pecco, anche se Bagnaia ha già dimostrato di essere tosto psicologicamente, ha carattere. Se continuerà così, non sarà facile nemmeno per Marquez batterlo”.
Rossi sarà più presente quest’anno?
“Vale è sempre più dentro al progetto MotoGP, quest’anno farà meno gare in auto e vuole venire almeno a 6 o 7 Gran Premi. Sono contento perché quando lo fa non viene in vacanza, ma passa tanto tempo nel nostro box, con i nostri piloti. La sua presenza è sempre importante per noi”.
Dicono che vorrebbe Acosta in squadra…
“Innanzitutto mi spiace per quello che sta succedendo in KTM, abbiamo corso con loro in Moto3 e abbiamo un bel rapporto. Detto questo, Pedro è un pilota fantastico, forse il miglior giovane talento, ma non abbiamo mai parlato seriamente di lui nel nostro team”.
I test sono alle porte, sei pronto per partire?
“Sono emozionato perché non ho ancora visto la GP25 e lo farò per la prima volta a Sepang. Diggia è come bambino, non vede l’ora di provarla. Sicuramente è una gran moto e Fabio un fantastico pilota”.
Già nel 2022 avevate avuto la moto ufficiale, con Marini.
“Quello era stato un anno strano, perché nei test c’erano stati dei problemi e la moto ufficiale era diventata un po’ un ibrido tra la GP21 e la GP22, mentre noi avevamo continuato con la 2022. Non avevamo lo stesso pacchetto tecnico oggi, diciamo che ora Ducati ha le idee più chiare”.
Arriva Morbidelli, cosa ti aspetti da lui?
“Sono molto contento che Franco sia con noi, perché è un bel pilota, lo conosco bene. A fine 2024 è sicuramente migliorato molto e ha bisogno qualcosa di modificare qualcosa nel suo stile di guida. Il nostro team è come una famiglia per lui e Idalio (Gavira, il coach del team ndr) potrà aiutarlo, ha già iniziato. Penso sia la squadra giusta per Franco in questo momento e daremo il 100% per lui”.
Perché un contratto di un solo anno?
“Il progetto con Franco non è solo per un anno. I suo contratto è molto chiaro, avrà la possibilità di passare in un team ufficiale nel 2026 se ne avrà l’occasione, ma nella mia testa abbiamo iniziato un progetto e spero che rimanga con noi per diversi anni. L’idea è fare bene con la GP24, poi chiederemo a Ducati una moto ufficiale anche per lui nel 2026. Arriva da 3 anni non facili per lui e per questo motivo vogliamo che ritorni al top con noi e stia almeno due anni”.
La moto 2024 potrà fare la differenza a inizio stagione? Lo scorso anno ci sono stati problemi.
“Il nostro problema sono state le gomme. La GP23 era una moto competitiva, ma gli nuovi pneumatici posteriori avevano più grip e questo ha creato problemi alla 2023 che ne aveva già molto. È diventata complicata e ha messo in crisi il nostro team. Per tutta stagione non abbiamo cercato un setting per essere veloci, ma farla girare, Marquez ci è riuscito e ha fatto differenza. Io penso che quest’anno sarà un po’ come nel 2023, quando la GP22 era veloce: le moto vecchie andranno forte, almeno sulla carta”.
Manca solo un pilota della Riders Academy da portare in MotoGP: Vietti.
“È troppo presto per parlare di MotoGP per Celestino, viene da due anni difficili dove ha sofferto degli infortuni. Sono stato io a volerlo nell’Academy 10 anni fa, ma adesso è troppo presto. Deve prima di tutto fare bella stagione in Moto2 con Boscoscuro, poi vedremo”.