Joan Mir comincerà il campionato 2025 di MotoGP con la consapevolezza di non poter essere della partita a causa di una Honda ancora troppo in difficoltà per poter sperare in qualcosa di più di una battaglia per la top 10. Eppure, appena cinque anni fa, lo spagnolo, allora con i colori della Suzuki, si era messo tutti alle spalle, più abile degli altri a gestire e interpretare un Mondiale stravolto dalla pandemia.
Da quel momento però molto è cambiato a partire dall’introduzione delle Sprint Race che hanno aumentato l’impegno richiesto a piloti e squadre e ovviamente alterato il punteggio, basti pensare che se il suo titolo è arrivato con 171 punti, l’ultimo disputato è stato assegnato a Martin con 508.
Tornato con la mente alla sua annata gloriosa, l’iberico ha ammesso che a quell’epoca anche gli errori costavano molto di meno rispetto ad oggi. “Ricordo che nella prima parte del 2020 fui protagonista di due incidenti, ma dopo essere salito sul podio in Austria tornai in lotta perché sapevo che avrei potuto farcela”, le sue parole in esclusiva al sito Crash.net.
“La nostra moto non era la migliore, specialmente sotto il profilo della velocità, tuttavia ero consapevole che non sbagliando sarei stato in grado di dire la mia ed è quello che ho fatto. Bagnaia e Jorge hanno potuto invece godere di un mezzo superiore e nelle loro giornate peggiori sono arrivati quarti”, ha quindi rimarcato le differenze e il valore della Ducati, attualmente dominante.
Secondo il 27enne, quello che lo ha portato al suo unico sigillo finora nella classe regina del Motomondiale, era tutto un altro sport. “C’erano vincitori sempre diversi e più equilibrio tra le moto. Anche se commettevi qualche errore non eri fuori dai giochi. Personalmente centrai l’obiettivo proprio per la mia capacità di cadere meno degli altri. Nel 2024, al contrario, è stato un mero duello tra Pecco e Martin, con l’unico possibile inserimento di Marquez o Bastianini. Adesso è una storia completamente diversa”, ha infine sostenuto.