Tu sei qui

MotoGP, Morbidelli: "Essere nel team di Valentino mi dà energia, voglio tornare sul podio"

"Non mi capita mai di pensare all'infortunio di Portimao, ma starà come me per tutta la vita. Continuare ad avere la GP24 potrà essere un piccolo vantaggio per me"

MotoGP: Morbidelli:

Anno nuovo, squadra nuova e moto… vecchia: è il riassunto del 2025 di Franco Morbidelli, per la prima volta con i colori del team VR46 sulla Ducati GP24 che aveva imparato a conoscere nella scorsa stagione. Per il romano di Tavullia inizia un capitolo importante della sua carriera, in cui dovrà dimostrare di potere tornare a giocare per le posizioni che contano.

Franco, sei stato il primo pilota della Riders Academy, ma non avevi mai corso per il team di Valentino. Che effetto ti fa?
“È molto speciale correre in questo team. Non credo sia mai successo a nessun altro ragazzo di esserre nato e cresciuto nella culla di un altro grande pilota e di correre poi per la sua squadra, non c’è mai una storia del genere. Sono nato a Roma, ma cresciuto a Tavullia, tutti i miei amici sono lì, conosco tutti i ragazzi del team, perché avevo lavorato con loro in passato o perché sono sempre stati nell’ambiente di Vale. Sicuramente l’aria che si respira è speciale e solo adesso le nostre storie si sono unite. All’opposto di altri piloti dell’Academy per me è la prima volta, questa cosa sa di buono, sono molto affascinato ed energizzato. L’ambiente e il pacchetto che ci fornisce Ducati sono i due punti di forza, abbiamo supporto incredibile da Borgo Panigale”.

Fa più paura avere come capo Rossi o Uccio?
Non mi fanno paura (ride). Sono due capi fantastici, dal carattere fortissimo e dalla passione smisurata. Uccio sarà sempre con noi, Vale quando potrà, ma quando verrà sarà un altro valore aggiunto, un plus per la sua l’esperienza”.

Avrai la moto dello scorso anno, è un vantaggio?
Non so quanto sarà un vantaggio o uno svantaggio perché ogni anno è sempre differente. Sicuramente nella mia carriera ho sempre fatto fatica ad adattarmi alle novità, ci ho sempre messo troppo tempo, quindi è positivo mantenere lo stesso pacchetto. Inoltre, se guardo al passato, l’unica volta che ho avuto la stessa moto da un anno all’altro, era andata molto molto bene”.

Cosa ti è mancato lo scorso anno?
C’erano Martin e Bagnaia che in moltissime occasioni andavano più forti di me, poi da metà stagione si erano aggiunti anche Marquez e Bastianini, e a volte Acosta e Binder. Così mi hanno relegato al 4°, 5°, 6° posto per tutta seconda metà dell’anno in cui ho potuto esprimere il mio  massimo potenziale, perché la prima mi era servita per capire se stessi bene e conoscere il team e la moto. Lo scorso anno non era partito col piede giusto, ma è continuato bene. Probabilmente, non ho espresso il mio massimo potenziale”.

Il grave infortunio in allenamento a Portimao ti aveva condizionato, puoi dire di averlo completamente superato, non solo fisicamente ma anche mentalmente?
Sicuramente è un infortunio che starà con me per tutta la vita, come ogni esperienza, come ogni altro infortunio, succede ogni pilota e fanno parte della vita. Non posso dire che mi capiti di pensarci, anche perché non mi ricordo niente, quindi non lo riesco ad associare a uno shock. È un’esperienza che mi hanno raccontato”.

Avendo la Desmosedici 2024 dovrai sfruttare le prime gare?
Sicuramente non cambiare moto significherà avere un punto interrogativo in meno, avrò meno incognite di altri e sarà importante sfruttare questo piccolo vantaggio. Dico che è piccolo perché la MotoGP è fatta di piloti straordinari che riescono ad adattarsi velocemente alle novità. Inoltre, per quanto mi riguarda, stiamo parlando di tornare a vincere, di lottare per il podio, quindi il vantaggio si fa più piccolo. Staremo a vedere, ma è quello che voglio fare perché il team se lo merita”.

Su cosa dovrai lavorare nei test invernali?
Voglio riconfermare gli aspetti in cui ero migliorato nello scorso anno, come le qualifiche, un’area dove avevo faticato, ma dove ero migliorato nelle ultime due gare. Poi c’è il problema della gestione delle gomme, ma in misura minore, quello più grande è stato la mia posizione di partenza”. 

Ducati passa da 8 a 6 moto, cambierà qualcosa?
Non so veramente cosa aspettarmi, ma sicuramente Ducati sarà lì davanti. Non penso che ci farà una grande differenza se ci saranno 6 invece di 8 moto, almeno per me, perché punto al podio. Sono anche certo che gli altri costruttori miglioreranno e sono concentrato a portare team più in alto possibile, io e Fabio abbiamo il pacchetto giusto per farlo”.

Nel box troverai Migno come coach.
Sarà il 4° valore aggiunto! (ride). In squadra abbiamo un coach straordinario come Idalio Gavira che aiuta tantissimo i piloti e anche la squadra,  dallo scorso anno si è aggiunto Andrea. Lui è ancora un pilota, abbiamo corso insieme la 100 Km al Ranch e siamo andati fortissimo, quindi sono molto contento di averlo al mio fianco. Sono sicuro che faremo un grandissimo lavoro insieme”.

Articoli che potrebbero interessarti

 
 
Privacy Policy