Tu sei qui

MotoGP, Marc Marquez: "Portare questi colori significa poter lottare per il titolo"

"Bagnaia? ha la prima voce in capitolo, ma Ducati ascolterà entrambi. Diventare il più vecchio campione del mondo dopo Valentino Rossi? preferisco essere stato il più giovane. Da Dovizioso ho imparato a non sottovalutare mai gli avversari. Io come Hamilton in Ferrari? il nome pesa, ma non aiuta a vincere di più"

MotoGP: Marc Marquez:

Anche Ducati quest'oggi ha tolto i veli alle proprie GP25 su cui Pecco Bagnaia e Marc Marquez affronteranno la stagione 2025. Il team Ducati ha presentato così al mondo il suo 'dream team', 11 i titoli sommati tra i due campioni che danno vita ad una delle squadre più iridate nella storia di questo sport. Le aspettative sono quindi altissime, e lo sa bene Marc Marquez che ha più volte sottolineato la coscienza di ciò che comporta entrare in un team ufficiale dopo la parentesi dello scorso anno nel team Gresini, il team col quale lo spagnolo è 'rinato' tornando ai vertici delle competizioni dopo il bruttissimo incidente che ne aveva interrotto la carriera.

"Non si trattava di tornare a vincere, ma di continuare la carriera o smettere" dirà poi ai giornalisti, dopo che sul palcoscenico di Madonna di Campiglio ha parlato di come vestire il rosso Ducati gli abbia dato le proverbiali "farfalle nello stomaco". Vestire questi colori ha un significato e delle aspettative di cui lo spagnolo è ben consapevole, pur non dimenticando che gli anni passano anche per un campione come lui e che non si può mai dare nulla per scontato, in primis gli avversari.

"Ogni volta che ci si imbarca in una nuova avventura tutto è diverso - esordisce Marc Marquez - Lo è stato anche lo scorso anno con Gresini, ciò che fa la differenza all'interno di un team factory è che non si tratta di chi è il numero 1 o il numero 2, ma di quanta esperienza si ha all'interno del team. Sono molto curioso di scoprire cosa fanno nello specifico nel box che li rende così competitivi e con una performance così dominante negli ultimi anni. L'obiettivo del team sarà di vincere come sempre".

Hai avuto diversi compagni di squadra negli anni. Chi in passato ti è stato più d'aiuto?
"Per me il compagno di box da cui ho imparato di piu è stato Dani Pedrosa, ogni sessione con lui era una master class, specialmente arrivare in MotoGP ed avere un compagno di squadra come lui è stato incredibile, ho imparato molto. Ora la situazione è diversa ma è simile, arrivo in un box con un pilota che ha vinto due titoli del mondo, è sempre velocissimo in pista e ha corso sempre sulla Ducati. Conosce la moto e sa come risolvere i problemi, quindi imparerò molto da lui".

Quale è stato il momento in cui hai deciso che fosse il momento di cambiare, e che questa fosse la moto di cui avevi bisogno.
"Non era questione di vincere o no, ma di continuare la carriera o smettere. Prima di smettere avevo bisogno di capire se il problema fossi io o di cosa sarei stato capace di fare sulla miglior moto. Quando vieni da una situazione difficile è importante cominciare senza pressioni e col team Gresini abbiamo fatto un ottimo lavoro che mi ha permesso di ottenere la moto nel team ufficiale. Cercherò di lavorare dando il massimo e di ottenere i migliori risultati possibili".

Marquez: "Pecco è il riferimento. E' vero nel 2024 ha commesso errori, ma se non rischi, non vinci"

Come gestirai le aspettative, altissime, riposte su di te? dovrai lottare con Pecco che sarà il primo dei tuoi rivali.
"Pecco è il pilota che ha chiuso 1° o 2° negli ultimi anni, lui è il riferimento. Ha vinto 11 gare, è vero ha anche commesso degli errori, ma se non affronti dei rischi non puoi vincere 11 gare, c'è sempre un compromesso, quindi imparerò molto da lui per trovare il miglior livello per il mio stile di guida.  Quando sono arrivato in MotoGP, a 20 anni, con Honda, non avevo la consapevolezza di dove mi trovavo. Non avvertivo pressioni, mi affidavo molto all’istinto. Ora invece sono nel team di riferimento del paddock, con un pilota che ha vinto e che ha certamente la prima voce in capitolo. Ovviamente Ducati ascolterà entrambi, perché l’obiettivo comune è vincere, o con un uno o con l’altro. Ovviamente cercherò di lottare anche per il titolo, ma l'obiettivo principale di questa stagione ovviamente sarà chiudere nella top 3".

Cosa pensi degli altri rivali in questa stagione?
"Può creare una atmosfera pericolosa pensare già che Ducati vincerà il campionato. Come team consideriamo i rivali al nostro stesso livello, perchè siamo in MotoGP. Yamaha potrebbe arrivare in Malesia con una nuova moto e con Quartararo che è un pilota fortissimo, lo stesso vale per KTM o Aprilia. Ciò che ho imparato lottando contro di loro con Dovizioso nel 2017, è che non bisogna mai prendere sotto gamba i propri avversari, da un anno all'altro la situazione può sempre cambiare".

Sei il secondo pilota più anziano in griglia, come è cambiato negli anni il tuo modo di approcciarti alle gare e al campionato?
"Ho più esperienza ma l'approccio è lo stesso: devi essere veloce, se lo sei è già più facile tenere sotto controllo. L'uomo è l'unico animale che può commettere lo stesso errore due volte. Si può imparare dai propri errori, con l'esperienza ci si può approcciare in modo diverso, ma bisogna sempre migliorare per affrontare questa nuova generazione di piloti".

Per essere nel team ufficiale hai rinunciato a molte cose. Abbiamo visto che hai dovuto rinunciare al tuo sponsor storico Redbull.
"Non avrò nuovi partner sul casco, ho tenuto un partner, Estrella Galicia, che mi ha seguito per molti anni sin dal 2011. Mi hanno sempre supportato molto e sono felice di aver siglato con loro un nuovo accordo per averli sul casco".

Hai moltissima esperienza di team factory, cosa hai imparato negli ultimi due mesi approcciandoti al mondo ducati, quali sono i benefici di essere un pilota factory?
"Sono stato 10 anni con Honda si, gli ingegneri sono a livello altissimo, ma ciò che importa è la comunicazione, non solo tra ingegneri, ma anche tra piloti ed il team, questa è la differenza maggiore. Poi se la performance è buona in pista tutto va al suo posto più facilmente".

 

Marquez: "preferisco essere stato il più giovane campione MotoGP che essere il più vecchio"

Sei stato il più giovane campione del mondo, in questa stagione potresti essere il più vecchio dopo quello di Valentino Rossi.
"Preferisco essere stato il più giovane. Per me la cosa più importante è stata il tornare ad essere competitivo dopo l'incidente. Manterrò la stessa mentalità, lo scorso anno ho ritrovato la fiducia in me stesso, ho vinto molto in passato, in futuro vedremo, ma dall'incidente tutto ciò che verrà nel mio futuro sarà un regalo. Il Marc del 2013 non era realista, non era cosciente di dove si trovava. Ora tra un mese avrò 32 anni e sono molto più cosciente di dove sono, di cosa significhi essere in un team ufficiale che è il punto di riferimento della MotoGP, sono cosciente dell'importanza di vestire questi colori. Portare questi colori comporta poter lottare per il titolo, quando una casa come Ducati scommette su di te, si ha la responsabilità di non tradire queste aspettative. Ho detto che l'obiettivo sarà la top 3, perchè lottare questo obiettivo significa lottare per il titolo. Oggi la differenza col Marc giovane è l'esperienza, sopratutto non le vittorie ma i momenti difficili, è dove si impara di più e dove capisci veramente cosa significa vincere".

Come giudichi il tuo percorso nella scorsa stagione?
"Sono soddisfatto, sopratutto di come ho gestito durante l'anno, delle sensazioni che a poco a poco mi hanno riportato ad essere competitivo. Per me la decisione di andare in Gresini è stata la scelta migliore che potessi fare. Ora andiamo in un team ufficiale in cui le responsabilità e le aspettative sono più alte, ma lo sono anche le opzioni a tua disposizione. Il team c'è, la moto anche, l'ultima parola ora spetta alle mani del pilota".

La tecnologia è sempre più fondamentale in questo ambiente, abbiamo visto un esempio di IA durante la presentazione. Quanto conta ancora l'aspetto umano sulla moto?
"Ho chiesto alla tecnologia come vincere un titolo! - scherza lo spagnolo - La tecnologia è importante è chiaro ma è pur sempre un aiuto, alla fine è l'uomo che prende le decisioni, e l'ultima decisione è sempre nelle tue mani. Con tutta questa tecnologia il pilota diventa meno importante. Ovviamente il pilota ha l’ultima parola, ma di sicuro un umano non può fare tutto ciò che fa un computer al giorno d’oggi. La cosa importante è che sia il pilota a prendere l’ultima parola, anche se forse il peso è minore rispetto a prima".

Lo scorso anno hai dovuto adattarti dalla Honda alla Ducati del team Gresini. Ora che sei nel team factory, pensi che avere più ingegneri e più aiuto nel team faciliterà il tuo lavoro di adattamento alla moto?
"Ovviamente nel team ufficiale hai più facilità, lo scorso anno col team Gresini è stato fantastico, ma in un team ufficiale il metodo di lavoro è diverso. Hanno già iniziato a spiegarmi varie cose e devi usare tutte queste informazioni per poter prendere subito la direzione migliore con la moto".

Marquez: "Honda e Ducati?non si può paragonare una relazione di 10 anni con una appena iniziata

Hai sempre posto l'accento sul tema della famiglia all'interno del circuito, come nel caso di Redbull o dei team in cui hai corso in passato. Pensi che troverai lo stesso tipo di ambiente anche in Ducati?
"Sono umani, come dico sempre è odioso fare comparazioni, non si può paragonare una relazione di 10 anni con una appena iniziata. Sono rimasto amico degli uomini di Honda, quest'inverno non abbiamo parlato di moto ma siamo ancora amici. Lo stesso vale con Gresini, coi quali lo scorso anno ho intessuto una relazione molto stretta. Ho già fatto conoscenza del mio nuovo tecnico Rigamonti, e a poco a poco sto conoscendo il nuovo team, anche se mi sono portato una persona di fiducia per facilitare questa transizione. Parliamo la stessa lingua, questa è la cosa importante".

Fisicamente in che condizioni ti senti?
"Sto bene, è chiaro che non paragono la mia condizione fisica a quella di quanto avevo 20 anni. Sono in forma, c'è molto lavoro da fare, ma nella vita con gli anni che passano è normale che devo lavorare ancora di più per mantenere la forma fisica ai massimi livelli".

Cosa ti ha colpito di più di Dall'Igna?
“Lo scorso anno Gigi è stato molto chiaro con me. Quello che apprezzo è la sua trasparenza e la sua onestà con tutte le persone. Ricordo ancora che appena sono arrivato mi disse quello che sarebbe stato il materiale a mia disposizione. In seguito, quando firmai con il team factory, pensai: “Ora avrò un piccolo regalo”, invece non è stato così, perché ho continuato con lo stesso materiale. Credo che Gigi sia una persona di parola e lo conferma tutto il supporto mostrato a Martin nella scorsa stagione, nonostante avesse firmato poi per un’altra squadra”.

Marquez in Rosso come Hamilton in Rosso. Cosa c’è di simile?
“Che è tutto Rosso. Hamilton è Hamilton, il pilota mediaticamente più forte assieme ad Alonso e Verstappen. Ad oggi però vediamo arrivare una nuova generazione di piloti come Russell e Norris, giusto per fare qualche nome. Il nome certamente pesa, ma questo non aiuta a vincere di più”.

 

Articoli che potrebbero interessarti

 
 
Privacy Policy