Dopo due anni, sulla Ducati di Bagnaia non c’è più il numero 1 sulla carena ma è tornato il 63. A Pecco non è bastato vincere 11 GP lo scorso anno per riconfermarsi campione e ha avuto un paio di mesi per riflettere su quello che è mancato. Non è l’unica novità, perché al suo fianco c’è ora Marc Marquez: stessa moto, stessi colori per un rivalità che si preannuncia incandescente. Ora è il momento di ripartire.
“Ho passato sicuramente un bell’inverno con il viaggio di nozze e ho avuto molto tempo per riflettere e per pensare - racconta Pecco - È stato bello stare da solo con mia moglie e rilassarmi, senza però lasciare al caso niente. Mi sono allenato comunque, ho la fortuna di avere Domizia al mio fianco che sa aiutarmi in certi momenti. Una volta tornato a casa, ho ricominciato al 100% con gli allenamenti e mi sento pronto a iniziare. Il campionato comincia sempre prima, ci sono sempre più impegni, quindi bisogna cercare di trovare il tempo per allenarsi”.
Cosa cambia da un punto di vista mentale non essere più il campione del mondo in carica?
“Onestamente non è tanto diverso perché l’obiettivo è sempre quello di vincere, quello che cambia è non avere il numero 1 sulla carena, ma voglio rimetterlo. Il prossimo anno voglio correre con quel numero. Considerando quello che è successo nella scorsa stagione, trovarmi a correre con il 63 mi ha dato molto da pensare perché ho dimostrato di essere il più forte ma non è bastato, quindi bisogna ancora migliorare”.
Valentino Rossi ha detto che dovrai dare quel 5% che ti è mancato, cosa intendeva?
“È qualcosa di simbolico. L’anno scorso ho vinto 11 GP, se ne avessi vinti 10 e mi fossi steso una volta in meno sarebbe stato sufficiente per diventare campione. Alla fine non è qualcosa da trovare nella prestazione pura, quello non è un mio problema, ma in altro. Gigi Dall'Igna mi ha detto una grande verità, che è molto più facile imparare a non cadere che imparare a vincere”.
Come si fa?
“Ho speso ore ad analizzare e riguardare molte volte i miei errori, le gare peggiori. Per prima cosa, ho sempre voluto arrivare più davanti che potevo, ma ho capito che a volte è meglio aspettare. Non sono sempre caduto per colpa mia, ma è anche vero che in più di una situazione non sarei finito a terra aspettando e con quei punti avrei potuto vincere il titolo. Devo migliorare, anche se a volte sono caduto quando ero calmo, come Barcellona e in Malesia. Dobbiamo migliorare anche come team in alcuni frangenti, niente di particolare, si tratta solo di fare il nostro lavoro normalmente senza metterci pressione”.
A proposito di squadra, tu e Marquez siete già chiamati il dream team.
“Vedremo, lo scopriremo più avanti. In questo momento stiamo lavorando insieme per conoscerci e arrivare al primo test con le idee chiare. La nuova moto sarà sicuramente migliore del prototipo che avevamo provato nei test di Barcellona”.
Avere Marquez al fianco è soprattutto una motivazione?
“Io trovo la motivazione in qualsiasi cosa. L’arrivo di Marc è un cambiamento come quando arrivò Bastianini, la differenza è che Marc ha vinto 8 titoli ed è sicuramente un grande esempio sotto il punto di vinto sportivo. Cercherò di batterlo, ma anche di imparare da lui”.
Non cambierai il tuo atteggiamento?
“Non cambierò mio approccio perché c’è Marc, io voglio battere tutti perché voglio diventare campione del mondo. Devo solo migliorarmi e continuare con la mia consistenza in termine di lavoro”.
Goggia e Brignone, nello sci, non si amano ma si spingono a vicenda. È un buon esempio?
“Io non ho mai avuto problemi con nessun altro pilota e penso mai ne avrò. So quanto sia fondamentale lavorare insieme e, soprattutto in questa fase del campionato, unire le forze per raggiungere le migliore situazione tecnica. Lo stiamo facendo e continueremo così, è sempre bello avere un compagno di squadra forte, cercherò di batterlo perché per me è uno stimolo”.
Ti aspetti giochi mentali?
“Con me non attaccano”
Chi è il compagno di squadra che ti ha permesso di crescere?
“Ne ho avuti molti e ricordo tanti episodi. La prima volta è stato in Moto3, quando migliorare grazie a Jorge Martin seguendolo sul bagnato. In MotoGP dico Miller, insieme abbiamo fatto un grande lavoro per costruire la migliore atmosfera nel box e creare quello che Ducati è ora. Marc è una novità, però ho provato già lo scorso anno a imparare da lui come essere più veloce nelle curve a sinistra e continuerò a farlo. Un campione come lui è una motivazione, non solo ha vinto 8 titoli ma è riuscito a farlo anche quando non avevo la migliore moto. Cercherò ci essere competitivo come è lui quando la situazione non è quella ideale”.
Marquez dice di non puntare al titolo.
“Sa benissimo anche lui che quando vesti la tuta rossa devi lottare per titolo. È sempre difficile fare nomi prima dell’inizio della stagione ma, per quello che ho visto l’anno scorso e per la moto che ha, Marc sarà il rivale più duro. Penso sarà il principale avversario, se immagino ora come andrà il campionato penso a me e a lui per la vittoria, poi qualcun altro”.
Tu e Marquez come Leclerc e Hamilton: può essere un paragone?
“In MotoGP l’aspetto umano conta ancora di più e lo scorso anno Leclerc e Sainz hanno fatto un buon lavoro, ma la Ferrari non era ancora a livello dei migliori. Noi abbiamo trovato la quadra prima, dal 20217 abbiamo avuto una moto in grado di vincere e Ducati ha vinto gli ultimi 3 titoli. È difficile fare un paragone, l’aspetto simile è che quando corri con la Rossa, sia in moto sia in auto, sai di farlo con l’eccellenza”.
Chi potrà mettere il bastone fra le ruote alla Ducati?
“Con un team in meno, sarà più difficile per Ducati ripetere i risultati dello scorso anno, monopolizzando spesso il podio. KTM ha piloti molto competitivi, specialmente Acosta, ma bisognerà vedere la loro situazione. Aprilia ha il campione del mondo e Bezzecchi, due piloti con molta voglia. Difficile da sapere cosa faranno le giapponesi, ma Yamaha fatto un bel passo in avanti già alla fine dello scorso anno e credo sia difficile che Honda continui così, mi aspetto un miglioramento”.