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Ferrari come Ducati, Hamilton come Marquez: in pista per superare i Miti

Lewis ha posato a Fiorano davanti alla casetta di Ferrari: "Questo è un giorno che ricorderò per sempre. Ho raggiunto tanti traguardi, ma nei miei sogni c'era quello di guidare in rosso. E' l'inizio di una nuova era"

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Un tempo esisteva il Wroom, la manifestazione sulle nevi di Madonna di Campiglio in cui Ferrari e Ducati si incontravano, ma soprattutto avevano occasione di parlare con la stampa e di dedicarsi ai tifosi che accorrevano in massa per foto e autografi. Da allora sono cambiate tante cose, ma la Casa di Borgo Panigale ha scelto di conservare la Perla delle Dolomiti quale scenario per la presentazione ufficiale di squadra e moto impegnate in MotoGP e il 2025 non ha fatto eccezione.

Come uno scherzo del destino, quasi a voler riunire i due prestigiosi marchi come in passato, proprio nel mentre in Trentino si svelava la GP25 dando il benvenuto a Marc Marquez che in questa stagione affiancherà Pecco Bagnaia, a Maranello Lewis Hamilton arrivava per la prima volta da portacolori del Cavallino per fare il sedile e cominciare a lavorare al simulatore.

A documentare la sua presenza in zona Modena, dove è stato accolto da un meteo che più britannico non si poteva, una foto che lo ritrae nel cortile degli uffici che furono del patron Enzo Ferrari a Fiorano, serio ed elegantissimo, in doppiopetto gessato e con un cappotto scuro appoggiato sulle spalle  vicino ad una Ferrari stradale.

Ci sono giorni che sai che ricorderai per sempre, e oggi, il mio primo da pilota della Ferrari, è uno di quelli. Ho avuto la fortuna di raggiungere traguardi nella mia carriera che non avrei mai pensato possibili, ma una parte di me ha sempre custodito il sogno di guidare in rosso. Non potrei essere più felice di averlo realizzato. Inizia una nuova era nella storia di questa squadra leggendaria e non vedo l’ora di scoprire quale storia scriveremo insieme", le sue parole in inglese e italiano (che sta già imparando assieme alla nostra cultura), pubblicate su Instagram.

Dal canto suo la Rossa ha replicato con un semplice benvenuto postato sui propri social, sempre accompagnato dall’immagine che sancirà per sempre il momento del passaggio di consegne con Carlos Sainz, ma è chiaro che l’attesa e l’eccitazione sono alle stelle.

A differenza di ciò che si domandava allo spagnolo, ovvero di essere costante e portare punti pesanti per la classifica costruttori, all’asso di Stevenage si chiede di fare quello che ha spesso fatto, vincere. E’ presto per dire se a sfavore di Charles Leclerc, ferrarista di nascita essendo figlio della filiera junior della Scuderia,  ma certo il presidente John Elkann non ha messo circa 50 milioni di euro all’anno sul piatto, per semplicemente accompagnare il campione alla pensione. Da lui si vuole e si pretende che metta in mostra le sue doti di campioni, quelle che lo hanno portato a trionfare nel 208 con la McLaren alla sua seconda stagione in F1 e dal 2014 al 2020 con la Mercedes.

Se dovesse riuscire a spezzare l’incantesimo che tiene il Cavallino lontano dal titolo piloti dal 2007 con Kimi Raikkonen, Hamilton metterebbe a segno un doppio colpo, supererebbe di un Mondiale Michael Schumacher, personaggio che ha fatto la storia del costruttore italiano, fermo come lui a quota 7, e soprattutto diventerebbe il più vincente di sempre nel Circus.

Riuscirci non sarà semplice perché al di là degli aspetti tecnici, in Ferrari la politica comanda e di frequente miete vittime, senza dimenticarsi dell'enorme pressione esercitata normalmente sul team anche dai media, o ancora un approccio alle corse diverso rispetto a quello a cui è stato abituato nelle squadre a trazione angolosassone.  Ad aiutarlo, potrebbe però esserci un dettaglio non indifferente, la presenza di tre figure a lui note come il boss Frederic Vasseur, con cui lavorò prima di approdare nella massima serie, il suo vice Jerome d'Ambrosio, fino a pochi mesi fa a Stoccarda, e un altro fuoriuscito dalla scuderia con sede a Brackley come il direttore tecnico Loic Serra.

Il primo appuntamento in pista sarà il prossimo 22 gennaio sul tracciato privato della Rossa a Fiorano, antipasto dei test ufficiali in programma in Bahrain a fine febbraio, anche se per capire davvero la bontà o meno dell'investimento Ferrari bisognerà attendere l'Australia, sede del primo GP, a metà marzo. Quello che è certo è che i vertici del Cavallino, in barba ai detrattori secondo cui le 40 primavere di Lewis Hamilton saranno un peso, hanno voluto puntare su un pezzo da novanta da affiancare ad un altrettanto indiscutibile talento come Leclerc. Se questo poi si rivelerà un problema per quanto concerne la pacifica convivenza, lo si scoprirà via via che passeranno le gare e si delineeranno le forze in campo.

Esattamente come succederà in Ducati dove Gigi dall'Igna ha avuto il coraggio di azzardare e di promuovere nel team Lenovo un otto volte iridato come Marc Marquez, 32 anni quest'anno, un cliente certamente scomodo per il più docile caratterialmente, ma ugualmente affamato e vincente Pecco Bagnaia, il quale, con ogni probabilità avrebbe preferito avere vicino Jorge Martin, più gestibile pur essendo il campione in carica, e meno forte sotto il profilo mediatico e del marketing.

Anche Marc, come Lewis, aspira a diventare se non il più vincente di sempre - Giacomo Agostini dall'alto dei suoi 15 titoli è irragiungibile - perlomeno il più vincente in classe regina. E se il numero di titoli - nove - del suo arcirivale Valentino Rossi e rapidamente alla sua portata, una eventuale e possibile doppietta nel corso del suo contrtatto con Ducati lo porterebbe proprio ad affiancare Re Mino con 8 titoli nella classe regina del motociclismo.

 

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