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MotoGP, Zarco: “A Suzuka ho capito che i problemi erano anche nella mia testa”

“Ero bloccato e provare la moto dell’EWC mi ha aiutato a guardare le cose in maniera diversa e guidare meglio anche in MotoGP. Il test team? Spero cambi qualcosa, perché il progetto 2025 è uguale al 2024, se non peggiore”

MotoGP: Zarco: “A Suzuka ho capito che i problemi erano anche nella mia testa”

La prima stagione da pilota del team LCR è stata probabilmente una delle più complesse nella carriera in MotoGP di Johann Zarco, che ha chiuso il 2024 in 17ª posizione con un totale di 55 punti. Non certo il risultato a cui avrebbe ambito a inizio anno, ma il francese può comunque consolarsi con il fatto di essere stato il miglior pilota della truppa Honda

Sono stati soprattutto i punti conseguiti con costanza nell’ultima parte di stagione a permettere al 34enne di mettersi alle spalle sia l’esperto compagno di squadra Takaaki Nakagami, sia i piloti ufficiali HRC. Joan Mir e Luca Marini non sono infatti andati più in là del 21° e 22° posto in campionato, raggranellando in due un misero bottino di 35 punti. 

In un’intervista rilasciata a Paddock-GP, il pilota transalpino ha parlato proprio di questa difficile annata e di come sia stata la partecipazione alla 8 Ore di Suzuka ad aiutarlo a cambiare mentalità e a fare la differenza sui suoi compagni di marchio.

“È positivo essere riusciti a evolvere, anche mentalmente, durante l’anno. E credo che questo sia avvenuto dopo aver provato la moto della 8 Ore di Suzuka, dove mi sono reso conto che in realtà avevo quasi gli stessi commenti e gli stessi problemi della MotoGP - ha raccontato - Allora mi sono detto: ‘Bene, quali che siano i problemi in MotoGP, anche tu hai dei problemi nella tua testa! Sei bloccato da sensazioni e da convinzioni che devono essere sbloccate. Guarda il soggetto in maniera diversa’. Quando ho iniziato a farlo, ho cominciato a guidare la MotoGP molto meglio. Entro i suoi limiti perché siamo ancora lontani, ma è questo che mi ha permesso di fare una grande differenza alla fine dell’anno rispetto agli altri piloti”. 

Vincere la prestigiosa gara di durata giapponese, celebre appuntamento del Mondiale Endurance, non è servito soltanto a ridare morale al due volte campione della classe Moto2, ma anche a ricordargli cosa serve per poter essere prestazionale in sella. 

“La moto dell’Endurance è considerata la moto migliore e mi sono reso conto che mi aspettavo fosse molto più facile. E in effetti, andare forte, con qualsiasi moto, non è semplice e soprattutto richiede una certa tecnica - ha spiegato - È stato un buon promemoria per me per non perdere quella tecnica, o per sapere come adattarla”. 

Sebbene la RC213V abbia mostrato di avere ancora grossi limiti nonostante gli sforzi profusi nel corso della stagione, sfruttando le concessioni, per Zarco è essenziale ripartire almeno dal livello mostrato nelle ultime gare dello scorso anno. “È imperativo, perché se torniamo indietro per cercare di evolverci di nuovo saremo sempre in ritardo”, ha commentato.

Benché la situazione attuale non sia delle più rosee, l’alfiere LCR non ha perso la motivazione.

“C’è un obiettivo nell’obiettivo: cerchiamo di essere in Top 10, di progredire, ma diciamo che finché riuscirò a rimanere il primo pilota Honda, questo mi permetterà di mantenere credibilità. Quindi, qualunque sia il livello della moto, se resto il numero 1 del marchio, il marchio continuerà ad avere fiducia in me - ha osservato - Però, bisogna soprattutto puntare al 2027, quando, grazie al cambio del regolamento e delle moto, potrebbe esserci tutto d’un colpo un vantaggio per la Honda o per le giapponesi”.

Più nell’immediato, un grosso aiuto potrebbe arrivare dal nuovo test team di Casa Honda.

Se cambierà le cose? Lo spero - ha concluso Johann - Sono curioso di vedere come andranno le cose dopo il primo test in Malesia, anche solo nello Shakedown. Perché al momento il progetto 2025 non è migliore di quello del 2024. Di fatto, è come se il 2024 non fosse servito abbastanza, perché il progetto 2025 è uguale, se non peggiore”.

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