Se non fosse per l’insegna posta fuori dall’officina, il quartier generale del Barni Racing Team passerebbe quasi inosservato agli occhi di un osservatore poco attento. Ma la facciata in vetro e mattoni di quel piccolo edificio situato nella Bassa Bergamasca, più precisamente nel Comune di Calvenzano, nasconde molto di più di quanto si potrebbe immaginare. Reparto Corse, officina, concessionaria, logistica e amministrazione: tre piani, che organizzano e strutturano il mondo di Marco Banabò e della sua famiglia. Fatto di moto, Ducati, che rivendono, riparano e preparano per i loro piloti e per i loro clienti.
“Siamo nati come officina di moto generica. Poi, ci siamo specializzati sul marchio Ducati. All’inizio il nostro lavoro principale era quello di fare l’assistenza, ma piano piano abbiamo iniziato con qualche cliente che andava amatorialmente in pista e da lì ci siamo spostati al 90-95% sulle moto solo da pista” ci ha raccontato il padrone di casa, parlandoci a 360° dell’attività che coinvolge anche sua moglie Pamela e loro figlio Davide. E va ben oltre l’impegno della squadra bergamasca nel Mondiale Superbike, di cui abbiamo parlato nella prima parte della nostra intervista.
“Lavoriamo insieme da 24 anni e siamo sposati dallo stesso tempo. Ci siamo abituati”, ci ha detto Pamela, direttrice logistica e finanziaria di Barni. “Di cosa mi occupo io? Di tutto quello che non fa lui - ha aggiunto ridendo - In generale faccio un po’ tutto quello che serve: dalla gestione dei contratti con gli sponsor e la Dorna, all’organizzazione della logistica e degli spostamenti per tutti i ragazzi del team. Non c’è mai un periodo di stacco tra la stagione precedente e quella successiva: il periodo novembre-dicembre dovrebbe essere tranquillo, ma non lo è. Marco si rilassa di più durante i weekend di gara che a casa, dove hai mille cose da fare. Però il mio lavoro mi piace. Soprattutto quando hai delle soddisfazioni come quest’anno. Mi aspettavo una vittoria, ma non così tanto. Soprattutto a Cremona, dove sembrava di essere in una bolla, dentro a un sogno”.
Barnabò: “Montella ha fatto una grande crescita, non penso avrebbe continuato in Supersport”
Marco, l’anno scorso siete stati in lotta per il titolo con Montella quasi fino al termine della stagione del Mondiale Supersport. Te lo aspettavi?
“Se devo essere onesto, quando siamo partiti per l’Australia non me l’aspettavo, ma dopo quella doppietta gli obiettivi erano cambiati. Abbiamo fatto una buona stagione, anche se secondo me l’abbiamo un po’ sprecata, perché avremmo potuto giocarci il campionato fino alla fine. Non so se l’avremmo vinto oppure no, ma avremmo potuto gestire un po’ meglio la situazione ed evitare alcuni errori che abbiamo fatto, perché la velocità e la competitività c’erano. Questo mi lascia un po’ di amaro in bocca”.
Cosa pensi sia mancato?
“Concretizzare il potenziale che avevamo. Abbiamo sprecato dei punti e, col senno di poi, senza gli errori che abbiamo fatto, avremmo potuto vincere il titolo anche noi, perché non eravamo più lenti: abbiamo avuto la velocità per vincere sette gare”.
Qual è il ricordo più bello che ti resta di questa stagione?
“Sono veramente tanti. Sicuramente le due vittorie in Australia con Yari e il podio che abbiamo fatto subito con Petrucci sono stati un bel momento, ma in ogni weekend c’è sempre stato qualcosa di bello da ricordare. La vittoria di Spinelli è stata una cosa veramente inaspettata ed è stato bellissimo. Ma poi ci sono state anche le vittorie di Danilo a Cremona. Sono stati tantissimi bei momenti e mi piace ricordarli tutti, senza dire che ce n’è stato uno più bello dell’altro”.
Abbiamo visto la tua emozione nel parco chiuso.
“Sì, da parte mia è molto sentito il fatto non solo di partecipare, ma anche di vincere. Tutti dicono che l’importante è partecipare, ma non è vero assolutamente (ride ndr.). L’importante, dal mio punto di vista, è essere competitivi e cercare di giocarsela. Poi è vero che vince solo uno, ma se faccio questo lavoro e non riesco ad avere nessuna soddisfazione, in termini di podi vittorie o di essere lì a lottare con quelli forti, passa un po’ la motivazione”.
L’anno prossimo le soddisfazioni potrebbero anche raddoppiare in Superbike, visto che schiererete la seconda moto con Montella.
“Sappiamo che sarà difficile per lui, perché entra in un campionato dove dovrà lottare con piloti pronti, che lo fanno da anni. Però, è anche vero che in una situazione del genere anche un quinto posto diventa un risultato ottimo. Quindi, mi aspetto anche con lui di vivere delle belle emozioni”.
Tra l’altro, ha fatto una grande crescita nelle ultime due stagioni. Lo vedi pronto per questo salto?
“Ha fatto sicuramente una grande crescita rispetto al primo anno con noi, sia fisicamente che di testa. Credo non avrebbe più avuto la motivazione per correre in Supersport. Non volevamo perderlo ed è anche per quello che abbiamo deciso di lavorare per portarlo in Superbike. Sono convinto che se non l’avessimo fatto noi, l’avrebbe preso qualche altro team e mi sarebbe dispiaciuto. Se sarà pronto per lottare con loro lo vedremo subito in Australia. Si sta allenando bene come sempre e quest’inverno si sta impegnando ancora di più. Ha provato la Superbike l’inverno scorso a Valencia e aveva girato anche a Rijeka, ma se sta facendo bene bene o no lo vedremo nei test a gennaio”.
Barnabò: “Vincere il titolo con Pirro nel CIV diventa ogni anno diventa più difficile”
Questa è stata un’altra grande stagione anche nel CIV, dove Pirro si è laureato campione italiano per la decima volta.
“Quest’anno avevamo l’obiettivo di vincere il campionato, dopo averlo perso in malo modo all’ultima gara nel 2023. Perderlo un’altra volta per noi, e per me personalmente, sarebbe stato un disastro. Dall’esterno, sembra che fare il campionato italiano sia una passeggiata ma non è vero, perché anche gli altri adesso sono veloci e professionali. Poi Michele comincia ad avere i suoi anni e qualcosina lo perdi, è fisiologico e normale. Per noi era importante non fare errori e che la moto non si rompesse, per non rischiare di perdere il campionato. C’è stata molta attenzione e siamo contenti che sia andata per il meglio”.
In tanti hanno la percezione che sia impossibile giocarsela con Pirro e Barni, ma Zanetti, in effetti, è riuscito a battervi.
“Io sono convinto che non sia impossibile: chiunque può fare quel campionato per vincerlo. Secondo me, come in tutti i campionati e le categorie, c’è tutto un insieme di cose che ti può permettere di vincere, come il lavoro e la preparazione che si fanno e le persone che si portano in pista. Un pilota competitivo da solo non vince il campionato. L’esperienza che abbiamo ci aiuta, ma non ci sentiamo più forti degli altri”.
È solo l’esperienza che vi ha aiutato a essere competitivi così a lungo o c’è una chiave dietro al vostro successo?
“L’esperienza aiuta, ma un’altra cosa importante per vincere è la continuità, perché non devi partire da zero ogni volta”.
Cosa ti aspetti dalla prossima stagione?
“La verità è che ogni anno che facciamo con Michele diventa sempre più difficile vincere il campionato. Perché lui non si vuole accontentare di un piazzamento, non gli va bene arrivare secondo e questo non ci aiuta con la classifica, perché rende tutto più difficile. Se si fosse accontentato avrebbe vinto anche contro Zanetti, che quell’anno mi sembra abbia vinto una gara”.
Cosa ne pensi dell’introduzione della nuova classe che correrà con la Superbike?
“Il regolamento definitivo ancora non l’ho visto, ma penso che far correre moto con cablaggio ed elettronica di serie per abbassare i costi sia sicuramente una buona idea. Io, da parte mia, avevo consigliato il ritorno alla Stock già prima della monocentralina, perché le moto che ci sono in vendita al giorno d’oggi sono molto competitive e questo servirebbe ai team per abbassare i costi”.
Quello dei costi è proprio uno dei problemi per cui ci sono sempre stati pochi iscritti.
“Dal mio punto di vista è il primo problema. Penso che tanta gente potrebbe correre ed essere ugualmente competitiva, se per mettere in pista la moto dovesse spendere solo per le carene, lo scarico e le sospensioni. Secondo me, per lo spettacolo è meglio avere in griglia dieci moto in più e magari girare tutti un secondo più piano. L’anno prossimo, con metà griglia in un modo e metà in un altro, mi aspetto di vedere i primi con la ‘Production Bike’ competitivi come gli ultimi della Superbike, quindi penso sarà divertente da vedere”.