Nel 2024 non è riuscito a battere Jorge Martin e a conservare lo status di iridato in carica, eppure Pecco Bagnaia qualche soddisfazione se l'è tolta lo stesso quest'anno. Dopo aver incontrato il Papa e il presidente della Repubblica Italiana , il chivassese ha vinto il premio “Torinese dell’Anno”, un traguardo che, come confidato al podcast You Tube di Andrea Migno Mig Babol lo ha particolarmente inorgoglito.
“Si tratta di un riconoscimento che viene dato agli imprenditori o a coloro che hanno avuto successo nel lavoro. In passato era stato premiato pure Gianni Agnelli, per cui da giovane averlo ottenuto mi rende fiero. Torino è conosciuta per il calcio e l’industria, quindi avere qualcuno che arriva da un’altra storia è positivo. Tra l’altro io non sono l'unico pilota della zona visto che c'è anche Vietti", ha confidato.
Per l'occasione il piemontese è tornato indietro nel tempo, a quando ancora la top class sembrava un sogno. "A fine 2013 a Brno parlai per la prima volta con Uccio, poi a Misano toccò a mio padre e in Australia e si concretizzò l'ingresso in Academy. Nel 2016 quando correvo con la Mahindra in Moto3 grazie a due vittorie, sei podi e una pole a Silverstone, mi venne concesso un test con la MotoGP. Feci 9 giri con la Ducati. Con il boss Aspar avevo scommesso che se mi fossi imposto almeno in due round avrei provato una di quelle moto e a Valencia fu possibile. Non arrivò il record del circuito, ma quello della velocità di punta sì".
Sulla convivenza con il collega Lorenzo Baldassari nella casa offerta da Stefania, la mamma di Valentino Rossi e Luca Marini, a Pesaro proprio nei primi anni nel Motomondiale, ha poi detto: “E’ diventata più complicata quando ci siamo fidanzati entrambi, ma per quanto accadeva in pista non abbiamo mai litigato. Io poi non porto rancore". E a proposito di rapporti, la sorella Carola è presenza fissa nel box Ducati, qualcosa di anomalo nel paddock.
"La cosa è iniziata nel 2017, lei era venuta in Argentina. Avevo bisogno di qualcuno che mi assistesse per i contatti con Dainese perché volevo concentrarmi solo sulle corse. Ero convinto che avere vicino una persona cara mi tenesse al riparo da tradimenti. Mi sono trovato molto bene e lei ormai ha i contatti di tutti. Da piccoli non avevamo un bellissimo rapporto, però crescendo è cambiato", ha ammesso prima di svelare la ragione delle parole Go Free che campeggiano sempre sul suo casco.
"Io sono un tipo maniacale, tuttavia a volte bisogna lasciarsi andare - ha spiegato - "Vai libero" è un po' come Hakuna Matata. Mi è stata detta per la prima volta in Giappone nel 2016 e l’ho fatta mia”. La libertà è data anche dalla consapevolezza di essere in sintonia con il proprio ambiente di lavoro: "Ducati era da sempre il mio ideale di moto. Frizione a secco che senti a chilometri di distanza e diversa dalle altre. A me piace molto andare in azienda e nel reparto ricerca e sviluppo. È un orgoglio e un piacere fare parte di questo marchio".
Malgrado il campionato mancato il bilancio è stato tutto sommato positivo. "È stata una stagione incredibile. Anche se ho vinto in Qatar non è stato immediato capire la GP24. Solo da Jerez ne abbiamo compreso il potenziale. In generale alla domenica sono sempre finito nei primi tre tranne quando ho avuto incidenti e ad Austin dove ero arrivato quinto. Senza le Sprint sarebbe stata un'annata alla Marquez 2019. Peccato aver dovuto rinunciare al titolo per errori e sfortuna. La squadra se lo meritava. Quest’anno sono caduto diverse volte quando stavo rallentando, come a Barcellona. Comunque perdere serve perché mi ha portato a capire che non bisogna abbassare la guardia. Io parto sempre per vincere, ma a volte non si può", la sua riflessione.
L'asticella in prospettiva sale sempre più in alto. "Il mio prossimo obiettivo è aggiudicarmi tre Mondiali in MotoGP. Cosa succederà nel 2025? Ducati sarà la moto da battere, ma ce ne sarà una ufficiale in meno. Mi aspetto tante gare vissute in solitario da me e Marquez, però Aprilia ha una coppia fresca e KTM può contare su Acosta e Binder. Non escluderei nemmeno Quartararo visto che la Yamaha sta migliorando", la sua previsione.
E per concludere una frase motivazionale indirizzata a tutti i giovani che vogliono intraprendere questa carriera. "Bisogna sempre divertirsi e mai pensare che sia un sacrificio, inoltre non si deve mollare, ma al contrario occorre dare sempre il massimo".