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MotoGP, Trevathan: "Acosta sa adattarsi e così tira fuori un 10% in più dalla moto"

Parla il team leader neozelandese: "Ha saputo fare cose che agli altri piloti KTM non sono riuscite. Con lui la moto non dev'essere perfetta, se è al 90% il resto lo metterà lui. Come per Marquez sulla Honda però, quando fai cose che agli altri non riescono, lo sviluppo potrebbe bloccarsi"

MotoGP: Trevathan:

Le aspettative sull'esordio di Pedro Acosta in MotoGP erano state sin da subito comprensibilmente alte per la KTM, che sulle spalle del talento di Mazarrón aveva riposto la propria fiducia da anni, e che si accingeva quest'anno ad inserirsi in una MotoGP a trazione prevalentemente Ducati. Sebbene la vittoria stagionale non sia arrivata, non si può dire però che il giovane spagnolo abbia disatteso le speranze della casa austriaca, racimolando ben nove podi divisi tra sprint e gare, e chiudendo la stagione 6° a soli due punti di distacco dal compagno di marca Binder, che affiancherà nel box KTM il prossimo anno.

Un esordio niente male per il giovane Acosta, che non ha mai fatto mistero di aver affrontato questo primo anno in classe regina come un percorso di apprendimento. Commettendo quindi anche degli errori, tante le cadute, e cercando di imparare quanto più possibile sia sulla moto che sui propri rivali, ed adattando il proprio stile di guida. Proprio sulle estreme capacità di adattamento del giovanissimo Acosta ha posto l'accento, in una intervista a Crash.net, il suo team leader Paul Trevathan.

"Altri potrebbero salire sulla sua moto, con lo stesso setup, e non riuscire a fare ciò che fa lui - esordisce il neozelandese - viceversa lui potrebbe salire sulla loro e fare altrettanto bene, perchè si adatta facilmente".

Il segreto del ventenne spagnolo risiede nella metodica del suo lavoro e nei suoi allenamenti pensati unicamente per le due ruote.
"Non vede se stesso come un semplice atleta, bensì come un pilota di moto. Non ha interesse a correre maratone o diventare un ciclista professionista, vuole solo correre in moto ed il suo allenamento ruota attorno unicamente al come farlo per essere più veloce sulle ruote ruote".

Questa volontà di adattamento di Acosta si traduce così in pista facendo la differenza.
" Questa sua capacità di adattamento la traspone anche in pista, la moto non deve sempre essere perfetta. Lui stesso non pensa che lo sarà mai, quindi sarà sempre in grado di aggiungerci qualcosa del suo. Questo è fantastico anche per noi tecnici, perchè sai che se arriverai al 90%, il restante 10% lo tirerà fuori lui".

Questo vantaggio potrebbe però tradursi in un limite in termini di sviluppo.
"L'importante è non commettere errori e lui saprà gestire la situazione. Lo sviluppo della moto però potrebbe bloccarsi a volte  perchè, come è successo per Marc Marquez sulla Honda, è in grado di tirare fuori dalla moto qualcosa che gli altri non riescono ad ottenere. Così quando questo suo vantaggio viene meno, la moto rischia di sembrare abbastanza normale .Nel box però è sempre stato professionale e non ha mai puntato il dito, anche se in pista sicuramente si sarà sfogato a volte, ha un carattere aperto".

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