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MotoGP, Vinales: "Se Yamaha mi avesse ascoltato, avremmo vinto il Mondiale"

Maverick ha raccontato gli anni in blu in un documentario: "nel 2017 ero il più forte di tutti, nel 2020 vincere sarebbe stato facile. Inizia a pensare che c'era qualcosa sotto, non ne potevo più"

MotoGP: Vinales:

Maverick Vinales è genio e follia, un grandissimo talento a volte non sfruttato del tutto. Come in Yamaha, quattro anni e mezzo iniziati con il sogno di vincere il Mondiale e finiti con il licenziamento, per avere tentato di rompere il motore della sua M1 nel GP di Stiria. Il pilota spagnolo ha raccontato quel capito della sua carriera in un documentario realizzato da DAZN Spagna, ‘Maverick: Dos vidas’ il titolo.

È partito dal 2016, la prima stagione sulla moto giapponese: “ricordo che sono entrato in Yamaha come un missile. L’unica cosa che avevo chiesto era essere campione del mondo, non mi interessava niente altro. Quando sono salito per la prima volta sulla M1, me ne sono innamorato al primo istante. Mi è venuto tutto facile. Ho detto: ‘non ho guidato una moto che andasse così bene'. Non toccatela. Era quella che aveva lasciato Jorge”.

All’inizio della stagione, in Qatar, però la M1 che era stata di Lorenzo non c’era.

Dissi: dov’è quella moto? - ha raccontato Maverick - Mi hanno risposto che dovevamo correre con la nuova. Mi sentivo comunque bene anche con quella, vinsi la prima gara e la seconda, a Le Mans ho vinto dopo una bellissima lotta contro Valentino Rossi, è stato uno dei giorni più belli della mia vita. Al Montmelò sono iniziati una mera di cambiamenti. Ho provato 5 telai diversi, non riuscivo a capire nulla. Ad Assen ho corso con un telaio con cui avevo fatto solo due giro e ovviamente sono caduto. Poi hanno iniziato a cambiare le cose sulla moto e tutto è andato a rotoli. Quell'anno mi ha reso molto frustrato. Era il mio anno, quello in cui ero il più forte e gli altri non erano così forti. Mentalmente mi ha fatto male perché mi aspettavo di vincere. Non c'è niente di peggio che aspettarsi qualcosa e non farlo. Nessuno aveva la mia velocità quell'anno”.

La storia non cambiò nel 2018.

A Jerez avevo fatto un test con la moto del 2016, quella che guidava Zarco, ed ero stato mezzo secondo più veloce - ha continuato Vinales - A Sepang c’era un’altra moto nuova che non mi è piaciuta per niente ed è stato uno dei miei peggiori anni con la Yamaha”.

All’inizio del 2020, Maverick era con il morale a terra.

Ho deciso di partecipare alla stagione, anche se con molta riluttanza - ha confessato - A Jerez abbiamo avuto problemi con le valvole del motore e io sono stato quello che ne ha avuto di più”. Poi, in Austria, rimase senza freni. “L’anno più facile in cui vincere il campionato, è stato quello in cui abbiamo sbagliato di più. Non mi hanno prestato molta attenzione, se mi avesse ascoltato, oggi sarei campione del mondo, ne sono sicuro al cento per cento”.

Si arriva così al 2021, la stagione in cui avvenne il licenziamento.

Mi sentivo imbattibile. Non so cosa sia successo, non capisco cosa sia successo, che la mia moto stesse andando all'indietro. Ho vinto la prima gara con una mano sola, ma alla seconda la moto era diversa. Ho iniziato a sospettare che ci fosse qualcosa sotto - ha affermato Vinales - In Austria non ho cercato di rompere il motore, ma per fare capire loro che non ne potevo più. Ero stufo di quella situazione”.

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