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MotoGP, Vinales torna in pista a Jerez, ma solo in veste di spettatore

Maverick non ha voluto mancare alla sessione di test privati organizzata da KTM. Impegnati in ottica 2025 i due collaudatori ufficiale del marchio Espargaro e Pedrosa

MotoGP: Vinales torna in pista a Jerez, ma solo in veste di spettatore

Avrebbe voluto scendere in pista, ma alla fine Maverick Vinales si è dovuto accontentare del ruolo di spettatore. In visita lampo al circuito di Jerez de la Frontera dove erano impegnati in una sessione di test privati i collaudatori della KTM Dani Pedrosa e Pol Espargaro, lo spagnolo ha comunque avuto modo di cominciare a prendere confidenza con la sua nuova squadra.

Malgrado l’azienda austriaca stia navigando in cattive acque, sul suo profilo Instagram, il 29enne ha voluto condividere soltanto la propria ansia di saggiare personalmente la moto proclamandosi “eccitato per la direzione intrapresa”.

Intervistato invece da DAZN per il documentario “Maverick: dos vidas”, il corridore di Roses ha riassunto in poche parole il suo percorso in MotoGP finora, definendo la militanza in Suzuki come “pura passione”, quella in Yamaha come “business” e quella più recente in Aprilia come un mix delle due cose, sottolineando però che la Casa di Noale “vive veramente le corse e questo aspetto mi ha ridato quell’amore che avevo in passato per il motociclismo”.

Recuperati l’entusiasmo e la fame di successo, Vinales pare non avere dubbi sui prossimi obiettivi. “Ciò che desidero è vincere il Mondiale – ha confessato  - Per riuscirci le strade sono due oggi: o essere in KTM o in Ducati, ma spuntarla su una Desmosedici non è facile. Al contrario, è complicato se non si dispone di una moto ufficiale, questo perché pur essendo lo stesso  modello, le armi a disposizione sono differenti, per cui l’unica opzione per me è stata quella che ho scelto e dunque fare lo sfidante”.

In un 2024 avaro di soddisfazioni per Aprilia, l’iberico ha potuto in ogni caso gioire almeno in un’occasione, ovvero ad Austin. “In quel GP è come se avessi detto “io ci sono”. La ritengo la mia migliore prestazione in assoluto in MotoGP, quella in cui veramente sono stato superiore. Era un po’ come essere in un videogioco, tutto quello che facevo funzionava. D’altro canto, però, mi ha fatto porre delle domande, ad esempio perché non fosse sempre così sempre e perché non avessi l’opportunità di mettermi in evidenza più spesso e la risposta è stata che non ero nel posto giusto”, ha rivelato.

E a proposito di posto giusto, Maverick in versione padre ha bocciato la presenza di bambini nel paddock, a partire dai propri. “Non è un mondo adatto a loro e non lo ritengo un luogo in cui  possano apprendere qualcosa”, ha sentenziato.

 

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