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MotoGP, Carchedi: “Capire i dati di Marc Marquez è un cosa, replicarli è un’altra”

“Mi ci è voluto molto tempo per capire come fa le curve a sinistra, perché è di un altro livello. Adesso ho capito cosa e come lo fa, ma spiegarlo a qualcun altro e rifarlo è un’altra storia!”

MotoGP: Carchedi: “Capire i dati di Marc Marquez è un cosa, replicarli è un’altra”

Il 2024 sarà senza dubbio un anno indimenticabile per il team Gresini, tra i protagonisti indiscussi della stagione insieme a Marc Marquez. Una mossa coraggiosa per un team indipendente quella di accogliere in squadra un pilota del calibro dell’otto volte iridato spagnolo, ma che ha certamente dato i suoi frutti. Tanto da aver consentito a Marquez di chiudere al terzo posto in campionato con una GP23 e assicurarsi un posto nel team ufficiale Ducati per la prossima stagione. Difficile lasciar andare il 31enne dopo un’annata simile, come ha riconosciuto anche il suo capotecnico Frankie Carchedi nel podcast di Crash.net.

“Quali sono state le sensazione nel box e la reazione di Marc dopo l'ultima gara? Felicità e tristezza allo stesso tempo - ha ammesso - Si è preso un rischio incredibile, lavorando con persone e una squadra che non conosceva, su una moto che aveva già un anno. Lo stesso da parte nostra in Gresini. È vero che hanno ingaggiato un otto volte Campione del Mondo, ma c’è sempre un elemento di rischio in ogni cosa e credo che la sensazione finale sia stata di vera felicità. Anche di tristezza però, perché tutti hanno lavorato molto, soprattutto con un pilota che non ha mai corso per quel costruttore. Fai tutto e poi, prima di rendertene conto, ricominci da capo con un altro”.

La presenza del campione catalano non sembra comunque aver aumentato più di tanto la pressione nel box del team faentino.

“L’unica volta in cui mi sono fermato e ho pensato ‘wow’ direi che è stata probabilmente il test a Valencia, quando sono arrivato al mattino e c’erano letteralmente circa 200 persone fuori dal box. Ma ad essere onesti, quando inizi a lavorare ti dimentichi di tutto il resto. Non importa chi sia, si vuole raggiungere lo stesso obiettivo: arrivare il più in alto possibileha affermato il tecnico, parlando poi delle chance avute dal team di lottare per il titolo dopo le due vittorie conquistate da Marquez ad Aragon e Misano. 

“Marc aveva i suoi obiettivi. Anche noi avevamo i nostri. In futuro, sono sicuro che i suoi obiettivi saranno diversi - ha osservato - Questa stagione è stata più incentrata sulla comprensione di ogni aspetto della moto. Ogni pilota, a prescindere da chi sia, ha punti di forza e di debolezza. Come ho detto, la cosa che mi ha fatto più piacere è stato il miglioramento nelle curve veloci a destra alla fine dell’anno. All’inizio, perdevamo forse tre o quattro decimi in curva! Era parecchio. Quindi, essere così bravi alla fine, in un'area che sono sicuro dirà essere ancora la sua debolezza, vuol dire essere in una buona posizione per il futuro. Mettiamola così!”

Cosa gli ha permesso di migliorare così tanto? “Sicuramente abbiamo sviluppato il set-up della moto nel corso dell’anno. Quanto questo abbia contribuito e quanto sia stato Marc a capire come ottenere il meglio da questo tipo di curve è difficile da dire - ha risposto Carchedi - Posso solo dire che è un’area in cui abbiamo davvero faticato per almeno la prima metà dell’anno, mentre nella seconda abbiamo fatto passi da gigante”.

Il capotecnico si poi è espresso sulle abilità di guida di Marquez, rapportandole a quelle degli altri piloti Ducati.

“Non dico che abbiamo raggiunto i livelli della Formula 1, ma non si può paragonare Verstappen con Russell, per esempio, perché hanno tutti macchine diverse. Per noi, quindi, si trattava sempre delle altre GP23. È un paragone molto corretto. Infatti, abbiamo quasi raggiunto il risultato che volevamo fino all’ultimo fine settimana. Dato che abbiamo concluso come prima GP23 in tutte le gare in cui non abbiamo avuto ritiri, fino alla Sprint di Barcellona, dove Alex ci ha preceduto - ha concluso - Quello era il nostro obiettivo numero uno. Ovviamente, si vuole sempre di più. Si vogliono battere tutti gli altri. Ma questo è il confronto realistico. Quanto a quello che fa sulla moto... Ne ho riso con Marc, soprattutto nelle ultime settimane. Mi ci è voluto molto tempo per capire come fa le curve a sinistra, perché è di un altro livello. Adesso ho capito cosa fa e come lo fa, ma spiegarlo a qualcun altro e rifarlo è un’altra storia! Sono sicuro che altri piloti hanno visto i suoi dati e hanno cercato di replicarli, ma una cosa è capire cosa fa e un’altra è replicarlo!”.

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