La stagione per Fabio di Giannantonio si era conclusa prematuramente, con la decisione infine di operarsi alla spalla per poter affrontare al meglio il 2025. Una decisione che lo aveva obbligato a saltare gli ultimi due appuntamenti stagionali, ma sopratutto gli importantissimi test di fine stagione a Barcellona in cui Ducati ha mostrato per la prima volta la nuova GP25. Unico altro pilota ad avere l'onore di portarla in pista il prossimo anno oltre ai due ufficiali Bagnaia e Marquez, la nuova Ducati rappresenta al contempo un traguardo ed una responsabilità per il pilota romano del team VR46.
Fabio di Giannantonio si è infatti guadagnato in pista questo successo, lottando per tutto il campionato con una bizzosa GP23 con dei problemi all'anteriore che hanno messo in difficoltà i suoi colleghi di marca. Un traguardo che incorona così un percorso di carriera non sempre facile, ed un'opportunità di lottare e competere sullo stesso terreno con avversari titolati come Pecco Bagnaia e Marc Marquez. Le aspettative riposte sulle spalle di Fabio sono quindi elevate, ma il focus attuale del pilota è ora sul completo recupero fisico in vista dei primi test di Febbraio. Intervenuto ad una conferenza al circolo canottieri Aniene a Roma, è stata l'occasione per parlare del suo presente e del suo prossimo futuro.
Un mese fa eri ai test di Barcellona per sbirciare la nuova GP25 pur non avendola potuta provare. Come procede il tuo recupero?
"Sta procedendo bene - rassicura Fabio - il corpo sta recuperando velocemente, ormai è passato un mese ed una settimana dall'intervento. Ora stiamo facendo tutto il possibile per velocizzare il processo perchè questo periodo dell'anno è fondamentale nella preparazione della prossima stagione. Al di là della preparazione fisica di base ho già iniziato con la riabilitazione della spalla. E' un momento "impegnativo" - scherza - ma sta passando velocemente".
Come stai vivendo questa attesa prima dei prossimi test?
"Mi manca la moto la morire, vorrei scendere in pista domani - ci confida - ma non solo una MotoGP, sarebbe proprio per il piacere di guidare di nuovo. Allo stesso tempo però so che questa attesa e questa cautela sono funzionali al lavoro che svolgeremo il prossimo anno. Sto vivendo bene questa attesa, anche se i primi giorni dopo l'operazione stavo impazzendo. Sopratutto vedere i miei avversari correre e non poter fare nulla a casa... essendo io abbastanza attivo è stato un momento abbastanza sofferto, ma ora che abbiamo iniziato il recupero sono più tranquillo".
Anche qui a Roma al circolo canottieri dell'Aniene c'è già aria di festa. Uno dei "pacchi" tu l'hai già sbirciato a Barcellona, la tua GP25. Come ti aspetti questo salto venendo dalla GP23? A Marquez sembra sia piaciuta molto.
"Non vedo l'ora di provarla per capire personalmente che sensazioni mi darà. Dai commenti stupiti di chi ha provato di nuovo la GP23 (Michele Pirro ndr), per salire poi sulla GP25, sono rimasto sorpreso. Anche lui non si aspettava di fare così fatica su quella moto, così risalendo sulla GP25 la differenza si nota. Mi aspetto sopratutto di non fare così fatica nel guidare ai ritmi cui siamo stati abituati quest'anno. Questo di per sé sarebbe già un notevole passo avanti, mi permetterebbe di ottimizzare il mio stile di guida non dovendomi concentrare sull'ottimizzare il pacchetto che parte già bene. Ovviamente non do per nulla per scontato, è comunque una moto nuova e ci sarà un periodo di adattamento, come è stato per il passaggio dalla 22 alla 23. Ci sarà quindi molto lavoro da fare, nulla è scontato, ma sicuramente mi aspetto di partire da un'ottima base".
La GP25 è un traguardo che hai conquistato a dieci anni dal tuo esordio in Moto3. Un traguardo che hai raggiunto da solo, essendo stato spesso considerato un outsider. Ti senti ancora tale?
"Mi sento un pilota forte, dalla moto3 sono sempre stato competitivo, in ogni categoria sono sempre riuscito a conquistare degli ottimi risultati, dei podi, delle vittorie. In MotoGP ho fatto più fatica ed il mio percorso si è rivelato più complicato. La mia carriera non ha avuto una linea netta per arrivare dove sono oggi, ho sempre dovuto lavorare molto per arrivare sin qui. Penso che averci messo più di altri, che questa gavetta, mi dia un qualcosa in più in certe situazioni. Quando si presentano dei momenti di difficoltà magari riesco a gestirli in maniera diversa, più positiva rispetto ad altri miei colleghi. Quindi è stato un processo lungo, ma ho ancora voglia di crescere e di fare bene nella prossima stagione".
Si parla spesso dei rapporti di amicizia tra piloti in pista. Marquez pochi giorni fa ha dichiarato che la generazione di oggi è più amichevole di quella del passato. Tu che di questa generazione ne fai parte, sei d'accordo?
"C'è sicuramente qualche pilota che è più incline ad instaurare dei buoni rapporti con gli avversari, ma secondo me forse questa cosa potrebbe essere stata strumentalizzata un poco in questi anni. Siamo tutti piloti, e a tutti noi rode chiudere dietro ad un nostro rivale, o quando subiamo un sorpasso. Lo diamo meno a vedere, nel mio caso ho un ottimo rapporto con tutti, con altri possiamo dire di essere vicini ad una amicizia. Ma secondo me nel paddock è difficile avere dei veri amici, tra piloti intendo. Ti ci scontri tutti i giorni, si vuole essere migliori, li si vuole battere, è un ambiente competitivo, ma l'amicizia è un'altra cosa. Tutta questa amicizia in MotoGP la vedo in modo particolare. Nel mio caso non c'è una vera e propria amicizia, anche se sicuramente non ho alcuna negatività verso qualcuno".
I piloti di oggi sono cambiati rispetto al passato o l'ambiente ha contribuito?
"Credo che anche quello abbia influito. Oggi si fanno molti più titoli, ci sono tanti social, il rischio di essere malinteso è alto quindi si cerca sempre di essere più politically correct. Io ho cercato sempre di rimanere me stesso, per questo in passato anche io sono stato vittima di fraintendimenti. Secondo me però la MotoGP ha bisogno di avere delle identità, a me piace essere come sono, potremmo parlare allo stesso modo qui come al bar. Questo mio modo di essere spesso lo trasmetto anche nei miei caschi".
Prima di operarti scherzando dicesti che avresti sofferto nel vedere la tua moto in mano a qualcun altro. Cosa hai provato nel vedere Iannone in pista in Malesia?
"Un po' mi rodeva perchè avrei preferito salirci io in moto, ma penso abbia fatto un ottimo lavoro. A livello di risultato magari non è stato un super rientro, ma è stato molto veloce sopratutto in qualifica. Sono contento del suo risultato, ma non voglio essere frainteso: Mi riferisco al fatto che la sua prestazione, arrivando dalla SBK, ha dimostrato quanto il livello sia diventato alto in MotoGP. Sento spesso molti piloti dirsi pronti di entrare in MotoGP, ma questa è una categoria tosta, una categoria vera, ci vuole un super team alle spalle, la moto giusta, e poi bisogna crescere. Potenzialmente c'è chi potrebbe fare bene, ma non bisogna dimenticare che dietro alla singola prestazione c'è davvero molto lavoro perchè la moto è un'astronave. Mi è piaciuta quindi la sua prestazione, perchè ha dimostrato che nella MotoGP attuale non scherziamo".
In questi giorni si rincorrono le voci di difficoltà in KTM. Ducati in questi ultimi anni è in una posizione dominante, ha vinto tutte le gare eccetto una quest'anno. Da pilota Ducati, come vedi queste difficoltà delle case rivali?
"Non credo che tutto ciò faccia bene al nostro sport. Mi piacerebbe ci fossero più costruttori possibili, fa bene al supporto dei tifosi ed allo sport in generale avere più competizione. E' bello vincere quando l'ingegnere ed il pilota hanno fatto il lavoro migliore, non è mai bello vincere o essere semplicemente migliori già sulla carta. Io spero che non ci siano problemi dal loro lato e che il loro progetto MotoGP vada avanti perchè è importante. E' chiaro che è sempre importante la rivalità, fa parte del gioco, ma è più bello vincere con un sorpasso all'ultima curva, il senso è quello".
E' passato un anno dal tuo podio, molto sentito, a Phillip Island. Con la GP25 quest'anno potrai sicuramente lottare ancora per il parco chiuso, come vivi questa sfida incombente contro Bagnaia e Marc Marquez?
"E' una bellissima opportunità, è così. Penso che la carriera sia un percorso di crescita, un viaggio. Il nostro fino ad oggi è stato bellissimo e questa stagione sulla GP25 sarà una bellissima opportunità per diventare un pilota ancora migliore. E' una responsabilità, è un qualcosa che cerco da tutta una vita, ma allo stesso tempo non siamo noi "i rossi" ad oggi, quindi in realtà possiamo ancora "giocare", passami il termine. La responsabilità di essere in un team ufficiale è diversa, lì devi vincere, quindi credo che quel tipo di responsabilità ce l'avranno sopratutto Pecco e Marc. Noi potremo divertirci molto però, provare ad essere gli outsider, potremo provare a "rompergli le scatole", e questo mi darà anche l'occasione di imparare molto da loro lavorando sul loro stesso piano. Non vedo aspetti negativi quindi, ma solo una grande opportunità. Mi spiace non aver fatto podi quest'anno, per la squadra, vorrei davvero fare bene per vederli festeggiare".
Inoltre ora dopo il titolo di Martin sappiamo che un team non ufficiale potrà lottare alla pari.
"Possiamo fare bene, penso che Ducati in questa stagione si stata una signora casa, ha permesso ad entrambi i piloti, Pecco e Martin, di lottare ad armi pari. Come dico spesso però, non voglio pensare già ai risultati, l'obiettivo dovrà essere quello di crescere e di godersi l'esperienza, godersi la GP25, andare forte, godermi questo momento per cui abbiamo sudato, godermi il rapporto privilegiato con la casa, e a fine anno tireremo una riga e vedremo come sarà andata! Inoltre sarò nello stesso team per il secondo anno consecutivo. Anche questo per un pilota conta e farà molta differenza".