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Prova KTM Duke 390: un razzo nelle curve che accende i sensi

VIDEO - Piccola ma cattiva, spigolosa eppure tanto dolce da metterti a tuo agio tra le curve. La KTM Duke 390 si chiama The Corner Rocket per un motivo e l'abbiamo scoperto in questo test su strada

Prova KTM Duke 390: un razzo nelle curve che accende i sensi
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di Lucia Damiata

Con estetica completamente rivista la nuova Duke 390 ce la presentano come il “razzo delle curve”. Aggressiva e spigolosa, fa salire le nostre aspettative alle stelle e non vediamo l’ora di farle sfiorare l’asfalto per scoprirne tutte le potenzialità.

In una fredda mattina di novembre, quando la brina avvolge la strada, la sua livrea Electronic Orange brilla come un raggio di sole, catturando gli sguardi curiosi dei passanti. L’estetica è sicuramente accattivante, ma è prestando più attenzione che si svela la vera magia: spiccano subito il telaio, il nuovo ammortizzatore e la forcella anteriore. Il telaio, un’opera di ingegneria, si divide in due: acciaio per la solidità, alluminio pressofuso per la leggerezza. Il risultato? Performance decisamente migliorate.

PROVA KTM DUKE 390 - Una libellula

Muovendola da ferma si percepiscono a stento i suoi 165 kg a secco che, una volta saliti a bordo, scompaiono istantaneamente. Si sta seduti comodi in sella e persino io, con il mio metro e settantadue, tocco perfettamente in terra con entrambe le piante dei piedi, merito anche della sella da 820 mm molto assottigliata nei laterali. Sella rivestita in pelle arancione, ben rifinita, ma forse un po’ delicata e leggermente poco imbottita. In ogni caso, nessuna paura per i meno alti perché è anche disponibile una sella ribassata optional da 800 mm.

Partiti per il test, affiora subito una gran sintonia con la moto: sembra che la Duke 390 sia una naturale estensione del nostro corpo. La sua agilità nel traffico è sorprendente, grazie ad un bilanciamento perfetto che rende la guida rapida e fluida. Un notevole alleggerimento del peso, ottenuto anche grazie all’eliminazione di alcune razze dai cerchi, la rende ancora più maneggevole. La triangolazione della posizione di guida è riuscita, soprattutto per una corporatura femminile come la mia e la distanza delle braccia dal manubrio è corretta. Le leve freno e frizione sono facilmente accessibili anche per le mani più piccole ed il blocchetto comandi che gestisce il nuovo schermo TFT da 5’’ a colori è intuitivo e pratico da usare.

PROVA KTM DUKE 390 - Elettronica al top

Proviamo subito l’abilità della piccola di casa KTM di modificare il suo carattere giocando con i suoi 3 riding mode scoprendo subito le potenzialità del suo motore monocilindrico LC4c, con omologazione Euro 5+ da 44 cv. Certo, non ci aspettiamo le stesse risposte di un motore al pari di quello delle sorelle maggiori, ma il divertimento tra le curve è comunque garantito, grazie all’elettronica evoluta ed alla dotazione tecnica della 390. Il meglio di sé, vien fuori quando si apre un po’ il gas e, tutto sommato, non ci lascia scontenti.

Il vero punto di forza arriva dalle sospensioni regolabili, che garantiscono una buona ciclistica e migliori prestazioni alla guida. La piccola Duke sembra quindi una moto da grandi, grazie anche al suo serbatoio in metallo ed all’inedito gruppo ottico a LED, ma senza risultare troppo impegnativa.

Il monoammortizzatore WP APEX con pistone separato è spostato lateralmente e può essere regolato sia in estensione che in precarico, mentre la forcella anteriore WP APEX Open Cartridge da 43mm è regolabile sia in compressione che in estensione. Entrambe le sospensioni sono regolabili su 5 livelli, così da trovare il perfetto equilibrio per una guida entusiasmante sia in città che fuori porta o addirittura in pista.

PROVA KTM DUKE 390 - Ma è davvero The Corner Rocket?

Ma allora perché “the corner rocket”? Beh, perché effettivamente è la regina delle curve e le sue promesse non sono disattese. In qualche curva più “sportiva”, senza accorgercene o spingerci al limite, abbiamo facilmente grattato le pedane anche grazie all’appoggio consentito dagli pneumatici di serie. Il comparto sospensioni ci ha supportati bene durante la guida sportiva, così come l’impianto frenante.

Il cambio a 6 marce è sempre fluido e le leve sono entrambe facilmente azionabili anche dalle mani più piccole. Per essere una moto di piccola cilindrata, è completa dal punto di vista della dotazione tecnica. La frizione antisaltellamento, il Traction Control MTC e l’ABS Bosh a due canali, supportano il rider anche in situazioni critiche. L’ABS non è mai troppo invasivo anche se, durante la fredda giornata di novembre con asfalto umido, è entrato più volte in azione. Certo è, che è una moto che perdona, perfetta quindi per i principianti ma divertente per i rider più esperti.

Il “razzo delle curve” non è solo una promessa, ma una realtà concreta e non possiamo che esserne felici.

Pregi e difetti? I pregi sono tanti e sicuramente vi ritroviamo la facilità di guida, la maneggevolezza, la dotazione tecnica e l’estetica. Grossi difetti non ce ne sono, avremmo sicuramente gradito un po’ di imbottitura in più nella sella e forse una risposta un po’ meno incisiva delle sospensioni che, però, possono essere regolate per rispondere meglio alle nostre esigenze.

In definitiva, scegliendo tra la livrea Electronic Orange o Atlantic Blue, con 6780€ franco concessionario portiamo a casa una bella moto che saprà sicuramente accontentare i più giovani e non solo.

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