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MotoGP, Bagnaia: “Il pilota numero uno nel box? Non c’è e non deve mai esserci”

“Il titolo di Verstappen mi ha ricordato che anch’io sarei potuto essere quattro volte campione, ma se avessi vinto non si sarebbe vista la sportività di Ducati. Cambiare il punteggio? Servirebbero dei bonus per premiare il più veloce”

MotoGP: Bagnaia: “Il pilota numero uno nel box? Non c’è e non deve mai esserci”

Non avrà vinto il terzo titolo consecutivo, ma c’è comunque tanto di Francesco Bagnaia nel 2024 da record che la Ducati festeggia questa sera a Bologna, nella terza edizione di “Campioni in Festa”. In lotta fino all’ultimo con il fresco Campione del Mondo Jorge Martin, il piemontese è stato infatti il pilota più vincente della stagione, firmando ben 11 delle 19 vittorie conquistate dalla Casa di Borgo Panigale nelle 20 gare disputate quest’anno.

“Abbiamo visto chiaramente che si può sempre imparare da tante cose, perché vincere non è la cosa più importante. Abbiamo ottenuto tantissimo, finendo sempre tra i primi 3 tutte le volte che abbiamo chiuso la gara, tranne ad Austin, e questo secondo me è un grandissimo risultato. Cadere, e le varie sfortune avute, non hanno sicuramente aiutato, ma in certe situazioni, secondo me, perdere serve da lezione e sappiamo sicuramente cosa fare per non sbagliare piùha osservato Bagnaia, spiegando in conferenza stampa l’effetto che gli ha fatto vedere il suo nome dominare la grafica con le vittorie conquistate dalla truppa in Rosso. 

Accettare una sconfitta non è mai semplice, ma sembra che Pecco lo stia facendo con lo spirito giusto

“Il momento più complicato in queste settimane è stato quando ho saputo che Verstappen aveva vinto il titolo per la quarta volta. Ho ripensato al fatto che anch’io avrei potuto essere un quattro volte Campione del Mondo e mi ha riportato un po’ alla sconfitta. Ma la sto vivendo più come un’opportunità, perché so come mai abbiamo perso, so che il titolo l’abbiamo perso noi e questo fa la differenza - ha spiegato - Credo non ci sia niente da recriminare in quello che abbiamo fatto. È stata una stagione fantastica e dobbiamo essere orgogliosi. Sono estremamente orgoglioso della mia squadra e di Ducati in generale. Come dicevo, a volte perdere aiuta in altri aspetti, perché se avessi vinto il titolo non si sarebbe sicuramente vista la sportività che ha sempre avuto Ducati in questo mondo e che ci è stata recriminata negli ultimi tre anni. Nel male bisogna sempre vedere il bene”.

Incalzato sui tre highlights della sua stagione, il 27enne ha affermato:Jerez, dove siamo riusciti a capire questa moto e a tracciare un inizio, perché fino a lì eravamo stati in difficoltà. Assen, che è stata una gara fondamentale a livello di spinta e poi la Malesia, in negativo, perché è stata quella che ci ha tagliato le gambe”.

Volgendo lo sguardo al 2025, il tre volte iridato ha già in mente cosa migliorare.

“In certe situazioni, come in Malesia, a Misano o Silverstone, ho sempre provato a vincere e a ottenere il risultato massimo, perché non è nella mia indole accontentarmi della posizione in cui sono: cerco sempre di arrivare più avanti possibile. Però ci sono delle volte in cui tirarsi un po’ indietro cambia la situazione e quest’anno già un errore in meno avrebbe potuto cambiare il risultato finale - ha riconosciuto - Serve sempre sbatterci la faccia”.

Anche modificare il sistema di punteggio e premiare di più le vittorie potrebbe essere un’ulteriore miglioria da apportare per il prossimo campionato.

“Questo è un sistema di punteggio che credo ci sia da sempre, da prima che arrivassero le Sprint Race, che hanno cambiato molto il sistema in cui ottenere punti in un weekend di gara. Con l’introduzione di questa gara, credo bisognerebbe considerare l’idea di integrare dei bonus per chi vince entrambe le gare, o magari a livello di giro veloce... Qualcosa per premiare chi è più veloce - ha commentato Bagnaia - È sempre stato un campionato che ha premiato la costanza e il sistema di punteggio che c’è oggi mi ha permesso di lottare per il titolo con otto zeri, quindi è equilibrato. Però, secondo me, la Sprint influisce su più fronti, non soltanto quello dello show, quindi bisognerebbe magari considerare qualcosa di più”.

La prossima stagione sembra comunque promettere già bene, visto che il piemontese e il suo nuovo compagno di squadra, Marc Marquez, hanno fornito agli ingegneri gli stessi feedback in occasione del primo test invernale.

“Credo che quella dei test sia una fase molto importante sotto tanti punti di vista, perché si detta lo sviluppo e si cerca di fare in modo che tutto sia a posto per quando si parte per la prima gara - ha osservato - Barcellona è una pista diversa rispetto a Valencia, dove si raggiungono tra le velocità di punta più alte del Mondiale e il grip è molto basso, e questo permette di provare più cose. Aver avuto un feeling simile a quello di Marc su tante cose è stato positivo, perché siamo riusciti a individuare abbastanza in fretta gli aspetti su cui lavorare, quelli che vanno meglio e quelli che vanno peggio. Quindi, è stato un po’ più facile anche per gli ingegneri individuare la strada da seguire per arrivare in Malesia un po’ più preparati”. 

Pecco ha poi commentato le recenti dichiarazioni di Marquez, che lo considera il numero uno del box Ducati.

Io credo che i numeri uno nel box non ci siano e non ci debbano mai essere - ha sottolineato - La stagione parte sempre alla pari, con i piloti sullo stesso piano e con la stessa voce in capitolo, poi le cose cambiano durante la stagione e ogni anno si riparte da zero. Se durante la stagione un pilota è più avanti in campionato e l’altro più indietro, credo che si debba lavorare per cercare di aiutare quello che è davanti, ma in generale credo che la strategia di Ducati sia sempre stata corretta e giusta verso i propri piloti e penso che Marc, essendo una persona estremamente intelligente, capisca subito qual è l’ambiente e il modo di lavorare che abbiamo. Abbiamo visto già nei test che abbiamo fatto un ottimo lavoro e partendo così siamo già sulla buona strada”. 

Parlando di numeri uno, cosa ruberebbe Bagnaia a Valentino Rossi? 

“È una domanda impossibile. Valentino Rossi è Valentino Rossi - ha concluso - Credo che la cosa che lo ha sempre contraddistinto sia stata la sua consapevolezza, ma penso di essere anch’io molto consapevole del potenziale. Quindi, credo sia giusto lasciarlo lì dov’è, visto che è intoccabile come pochi altri in questo sport, e provare soltanto ad ambire ad essere simile a lui”. 

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