Trascorse circa due settimane dal termine della stagione, Alex Marquez è tornato a riflettere sul suo 2024, tracciando un bilancio di quello che è stato il suo secondo anno con i colori del team Gresini e il primo effettivo da compagno di squadra del fratello Marc. Un’annata da montagne russe, come ha raccontato il pilota catalano in un’intervista concessa alla testata spagnola Relevo.
“È stata una stagione abbastanza nella media, soprattutto a metà anno. Ma alla fine, le gare di Misano e in particolare quelle ad Aragon, Misano 2 e in Indonesia... si sono complicate. Quindi è stato un anno di alti e bassi, perché la crisi è durata troppo a lungo e mi ci è voluto molto tempo per ritrovare la fiducia - ha spiegato - Però chiudere bene, soprattutto dopo l’Australia, aver invertito la rotta e aver disputato delle buone gare mi ha dato molta forza e siamo finiti dove dovremmo essere regolarmente”.
A rendere speciale quest’anno è stato soprattutto il fatto di aver potuto finalmente condividere il box, e un podio, con il fratello maggiore Marc. Ciò che l’infortunio occorso all’otto volte campione nel 2020 gli ha impedito di fare ai tempi della Honda.
“Non si tratta solo di avere Marc come compagno di squadra, ma anche in quale ambiente. È vero che nel 2020, se non fosse successo ciò che è successo, avremmo condiviso il box. Ma in quel momento era uno dei favoriti, aveva la pressione di vincere a tutti i costi e in un team ufficiale di una Casa come la Honda, volenti o nolenti, l’atmosfera poteva essere un po’ più fredda - ha commentato il due volte iridato - Quest’anno in Gresini, con un team satellite, molto più familiare e più unito, l’atmosfera era molto più rilassata e questo ha reso più semplice divertirsi. In pista ognuno ha fatto il suo lavoro ed eravamo concentrati, ma fuori ci siamo divertiti molto, ho imparato moltissimo da lui. In particolare, come essere un leader, stare sempre sui piccoli dettagli e non rilassarsi mai”.
Un’atmosfera distesa che si è vista anche in occasione del primo test invernale, quando Marc ha rivolto il dito medio verso il suo vecchio box, dopo aver saputo del miglior tempo del fratello.
“Ci siamo divertiti per tutto il weekend - ha commentato ridendo il 28enne - Non gli ha dato fastidio perché hanno provato materiale per tutto il giorno e fa una grande differenza quando devi provare mille cose rispetto a quando hai la stessa moto e la sfrutti al massimo. Ma al Montmeló sono un po’ più veloce di lui di solito e, anche se in gara riesce sempre a togliere qualcosa, sul giro secco e in prova riesco sempre a fare qualcosa in più di lui. Lui se ne fa una ragione, dice: ‘Ok, su quella pista vai più veloce, ma poi ci sono 15 giri e io sono più bravo’”.
Non tutto però è positivo nell’avere come compagno di squadra un pilota ingombrante come il 31enne.
“L’aspetto negativo è la pressione, il modo in cui ti guarda la gente, che ti tiene più sott’occhio - ha ammesso Alex - Nel 2023 soprattutto era un box molto rilassato, non eravamo costantemente sotto i riflettori e avere Marc significa che quando apri il box ci sono 20 giornalisti davanti a te che stanno attentissimi a tutto ciò che accade all’interno. Non solo dalla sua parte, ma in tutto il box in generale e tutta questa pressione, non soltanto da parte dei giornalisti ma anche da parte di persone esterne, è l’aspetto negativo. Lo è anche vedere la squadra più nervosa in alcune occasioni, soprattutto all’inizio. Avevano un otto volte Campione del Mondo all’interno del box e c'era un po' più di nervosismo. È pur vero che dopo due, tre, quattro gare, la situazione si è normalizzata e l’atmosfera è stata molto rilassata”.
L’arrivo di Marc, tuttavia, non è stato un bene solo per il 28enne, ma per l’intero team Gresini.
“Penso che siano cresciuti come squadra - ha osservato - L’altro giorno, parlando con Nadia (Padovani ndr), me l’ha detto. Quando abbiamo avuto l’opportunità di prendere Marc, una domanda che ho fatto sia a Michele (Masini ndr) sia a Carlo (Merlini ndr) è stata: ‘Siamo pronti per l’arrivo di una persona del genere in squadra? Perché se non siamo pronti rifiutiamo e basta’. Loro hanno detto di sì, erano convinti e quindi l’hanno fatto”.
Tanto importante è stato l’ingresso in squadra dei due Marquez per Gresini, quanto fondamentale si è rivelato il team di Nadia Padovani per la carriera di entrambi i fratelli spagnoli.
“Quanto è stato importante per me un team come Gresini? Molto. Quando ho deciso di cambiare, mi era chiaro che si trattava di vivere o morire: o la mia carriera sportiva sarebbe finita lì in quel primo anno o sarei tornato a divertirmi e soprattutto a godermi le gare - ha spiegato Alex - Sentirsi di nuovo un pilota, sentirti veloce, ti fa credere di nuovo in te stesso, di potercela fare e ha salvato la mia carriera sportiva. L’ho detto mille volte a Nadia nelle conversazioni che abbiamo avuto e le sarò sempre molto grato. Possiamo dire che Gresini è la squadra che fa rinascere i piloti”.
Sebbene Jorge Martin abbia dimostrato che anche pilota satellite può sognare in grande, e il primo test 2025 sia stato più che positivo, Alex Marquez non vuole farsi grosse illusioni guardando al prossimo anno.
“Bisogna essere realisti, quando si ha una moto dell’anno precedente. Il test al Montmeló è andato molto bene, la GP24 è una moto super competitiva e mi è piaciuta molto, ma non si può sapere quanto miglioreranno le Case costruttrici, quindi, volenti o nolenti, bisogna aspettare un po’ e guardare in prospettiva - ha affermato - Spero di avere le stesse risorse il prossimo anno, che è già il terzo nella stessa squadra e con la stessa moto. Spero che nessuno migliori e che se possono peggiorare, peggiorino. Ognuno pensa ai propri interessi, però sì, ho lasciato il Montmeló entusiasta. D’altra parte, l’anno scorso a Valencia me n’ero andato contento, ma non del tutto convinto: quando ho provato la GP22 e la GP23 c’erano aspetti migliori e peggiori, ma c’era qualcosa che non mi tornava del tutto”.