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SBK, Shane Byrne ha vinto la causa contro gli organizzatori del BSB

L’Alta Corte del Regno Unito ha dato ragione al 47enne, riconoscendo che le lesioni da lui riportate nell’incidente del 2018 a Snetterton sono state causate dalla negligenza degli imputati

SBK: Shane Byrne ha vinto la causa contro gli organizzatori del BSB

L’Alta Corte del Regno Unito si è espressa in favore di Shane Byrne, in merito alla causa intentata dal 47enne contro gli organizzatori del BSB, in seguito all’incidente che ha messo fine alla sua carriera. Il 17 maggio 2018, il sei volte campione della SBK britannica stava effettuando un test sul circuito di Snetterton, in sella alla Ducati Panigale del team Paul Bird Motorsport, quando è caduto alla Curva 3 ed è andato a sbattere contro una barriera di gomme posta a bordo pista, riportando importanti lesioni. 

Protezioni giudicate insufficienti da Byrne, che ha deciso di citare in giudizio per danni l’organizzatore del BSB, MotorSport Vision Racing, MotorSport Vision, proprietario del circuito, e il Motorcycle Circuit Racing Control Board. Stando a quanto riporta la BBC, nella sentenza emessa venerdì, il giudice Peter Blair ha dichiarato gli enti responsabili delle lesioni riportate dal 47enne“materialmente causate” dalla collisione con la barriera. 

Sebbene gli imputati e il loro avvocato Malcolm Duthie sostenessero che le protezioni presenti fossero sufficienti e che la “causa sostanziale e reale” delle lesioni sia stata la guida del campione britannico, il giudice ha dato ragione al legale di Byrne, Kiril Waite. Secondo il quale nella curva in cui è avvenuto l’incidente avrebbe dovuto essere presente una protezione di tipo A, ovvero un airfence, per ammortizzare l’urto, e non una protezione di tipo D, come la barriera di pneumatici imbullonati contro cui Byrne e la sua moto hanno impattato, dopo che il mezzo è uscito di pista a una una velocità di 97 km/h.

Il giudice Blair ha infatti stabilito che è stata una “negligenza non aver compreso che fossero necessari dispositivi di protezione aggiuntivi di tipo A sulla barriera esterna a Curva 3” e Byrne “non è stato artefice della sua disgrazia e non ha contribuito a tale negligenza”, in quanto il pilota “non ha riportato lesioni gravi a seguito al salto dalla sua moto e al ruzzolone verso la barriera. Ciò nonostante, l’impatto con la barriera ha causato materialmente le sue lesioni. Ciascuno degli imputati è responsabile delle lesioni subite dal richiedente”.

L’ammontare del risarcimento sarà stabilito in un secondo momento.

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