La presentazione degli equipaggi schierati dal team Italtrans al via della prossima Dakar è stata l’occasione perfetta anche per parlare un po’ di Motomondiale, con un esperto come Livio Suppo. Storico team manager di Ducati e Honda, e per un breve periodo anche di Suzuki, il piemontese è tornato nel paddock a inizio anno per ricoprire il ruolo di consulente della squadra bergamasca in Moto2. Un’avventura di cui ci ha parlato a margine dell’evento, raccontandoci anche le sue aspettative per la prossima stagione di Moto2 e MotoGP.
Livio, com’è il bilancio di questo primo anno da consulente di Italtrans?
“Sono molto soddisfatto. È stato un anno molto difficile all’inizio. Moreira ha giustamente fatto il suo percorso di crescita, perché la Moto2 è una categoria molto diversa rispetto alla Moto3 ed è normale che anche ai debuttanti forti serva un po’ di tempo. Foggia, invece, ha avuto un lampo ad Austin e ha fatto sognare di aver trovato la quadra. Ma poi, purtroppo, è tornato a fare molta fatica e non è mai venuto fuori. Motivo per cui a metà stagione abbiamo deciso di iniziare a guardarci intorno. Abbiamo sempre sperato che le cose cambiassero, ma non è successo e quindi abbiamo deciso di scegliere Huertas. Nel frattempo, Diogo ha continuato a crescere, conquistando negli ultimi cinque Gran Premi 50 degli 82 punti che ha fatto. E ha anche vinto il titolo di Rookie of the Year, pur avendo saltato due gare per un’operazione di appendicite, e salendo sul podio nell’ultima gara, con un sorpasso sul Campione del Mondo di quest’anno, cioè Ogura. Direi che Diogo ha tutte le caratteristiche per partire il prossimo anno come uno dei protagonisti della categoria, e questo ci rende orgogliosi”.
Anche Huertas sembra aver già cominciato con il piede giusto.
“Nei i due giorni di test che abbiamo fatto questa settimana a Jerez, Adrian ha confermato la mia sensazione: che per un pilota con tre anni di esperienza su moto più simili alle Moto2, come le Supersport, che usano le stesse gomme Pirelli, è in qualche modo più facile rispetto agli altri debuttanti. Lui è stato nettamente più a suo agio sulla moto in questi test, benché il prossimo anno ci saranno degli esordienti di altissimo livello in Moto2, come David Alonso, che ha dominato il Mondiale Moto3, Collin Veijer che è fortissimo, e Dani Holgado. È chiaro che gli altri impareranno e si adegueranno meglio alle moto grosse, ma io sono convinto che la velocità che ha mostrato Adrian non è solo legata al fatto che lui era già abituato alle moto grosse, ma anche al fatto che ha un gran talento e una gran voglia di dimostrarlo”.
Come mai avete deciso di puntare su un pilota proveniente dalla Supersport?
“Nel Motomondiale c’è un una sorta di snobbismo nei confronti del Mondiale delle derivate di serie, che in parte è giustificato dal fatto che la maggior parte dei piloti che corrono in Supersport o in Superbike non sono usciti a sfondare in MotoGP o in Moto2 e sono andati lì. Ma il discorso per Huertas è completamente diverso. Quando era giovane ha provato a fare la Rookies Cup perché la famiglia non poteva permettersi di farlo correre. Ha esordito troppo presto, perché sapeva che era l’unica chance che aveva per mettersi in luce. È caduto tanto, si è fatto molto male e ha perso quel treno. L’unico modo che aveva per restare nelle competizioni con le finanze che aveva in quel periodo era di correre in Supersport 300. L’ha vinta al secondo anno e poi è passato in Supersport pur non avendo budget, perché Serafino Foti, Chaz Davis e Daniele Casolari hanno capito che aveva qualcosa di speciale, hanno firmato un contratto con lui e quest’anno ha vinto il Mondiale. Chapeau a chi l’ha individuato per primo: io non ho fatto altro che guardarmi intorno e capire che era un po’ diverso dagli altri piloti che arrivavano dalla Supersport”.
Che aspettative hai per la prossima stagione?
“È prestissimo per porsi degli obiettivi, perché abbiamo fatto solo un giorno di test con Diogo e due con Adrian. Però, siamo molto soddisfatti dello sviluppo del telaio che ha fatto la Kalex. Tutti i piloti che hanno provato il telaio 2025 sono rimasti molto soddisfatti e finalmente c’è il cerchio anteriore da 3.5 che è quello per cui sono nate queste gomme, e che aiuterà sicuramente nell’ingresso curva, abbassando i tempi. Boscoscuro avrà otto moto in pista, sarà una bella battaglia, ma io sono tranquillo, perché la squadra funziona molto bene, i nostri piloti sono forti e non vediamo l’ora di iniziare il campionato. La Moto2 è una categoria difficilissima e la maggior parte dei piloti quest’anno ha avuto molti alti e bassi, perché anche solo a livello di pressione psicologica è tostissima. Sembra che manchi qualcuno che sia in grado di essere nettamente più forti di tutti gli altri, ma nel 2025 sono in arrivo dei giovani con un buon talento, come quelli di cui parlavo prima, e non mi stupirei di vedere delle sorprese”.
Foggia, come dicevi, ha fatto molta fatica in Moto2. Pensi che la Moto3 sia una categoria più adatta a lui?
“Sul fatto che Dennis abbia talento per la Moto3 non c’è dubbio. È uno dei pochi piloti ad aver vinto 10 gare in quella categoria e sicuramente non è riuscito per qualche motivo ad adattare il suo stile di guida alla Moto2. Ci dispiace molto, perché abbiamo investito due anni su di lui. Ci abbiamo creduto e abbiamo fatto di tutto per supportarlo, ma purtroppo, tranne ad Austin, non siamo riusciti ad ottenere i risultati che tutti si aspettavano. Spero che tornando in Moto3 possa trovare una moto che gli permetta di ritornare a essere fra i protagonisti. Anche perché va in un team super titolato e non avrà scuse: avrà tutto per poter dimostrare il suo talento”.
Come vedi invece Marc Marquez nel team ufficiale Ducati? Pensi che potrà dominare la stagione, come si aspettano in molti?
“No. Non credo che sarà in grado di ammazzare il campionato come aveva fatto per esempio nel 2014, quando aveva vinto le prime dieci gare. Sarà sicuramente uno dei protagonisti, come lo è già stato quest’anno, in cui ha fatto una grossa differenza rispetto alle altre GP23. Da lì a dominare il Mondiale non sarà facile, con piloti come Pecco, che pur non avendo vinto il titolo ha comunque vinto 11 GP. Sarà bello per gli appassionati perché credo che anche il fatto che Ducati passi da 8 a 6 moto, perdendo due piloti molto forti come Martin e Bastianini, servirà a sparigliare un po’ le carte e quindi a far sì che magari anche altre Case possano puntare al podio. Certo è che sulla carta la prima e la seconda posizione sembrano già scritte: il team ufficiale Ducati può veramente dominare la stagione il prossimo anno”.
Come immagini la convivenza tra due campioni come Marquez e Bagnaia?
“Alla fine della fiera, compagno o non compagno, in pista conta poco. Però, sono due piloti fortissimi e dipenderà molto dagli equilibri che riusciranno a gestire all’interno della squadra. Un pilota come Marc è anche molto carismatico, quindi dovranno essere bravi in Ducati a non far percepire a Pecco che sono innamorati di Marc. Bagnaia, dal canto suo, ha vinto due Mondiali di fila e quest’anno l’ha perso pur avendo vinto molto di più del Campione del Mondo. Questo significa comunque che è velocissimo e se impara a sbagliare meno è un osso durissimo. Quindi non sarà una squadra facile da gestire, ma sicuramente fortissima”.
Campione del Mondo che l’anno prossimo sarà in Aprilia.
“Bisognerà capire, perché l’Aprilia di quest’anno è difficile da giudicare, visto che da circa metà stagione in poi sapevano che Aleix Espargaró si sarebbe ritirato e che Vinales sarebbe andato via. Poi Maverick è da dieci anni che ha degli alti e bassi, è fatto così. Martin ha dimostrato di essere sicuramente di un altro spessore e Bezzecchi arriva da un anno sottotono, ma aveva vinto delle gare nel 2023. Quindi da appassionato mi auguro che potranno far bene, perché più piloti hanno la possibilità di vincere e più il campionato diventa divertente”.
Come vedi invece la Honda?
“È in una situazione sicuramente molto difficile, però in passato hanno fatto delle scelte che alla fine paghi. Quindi, chi è causa del suo male…”.