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SBK, Vergani: “La Dakar? Petrucci ha sempre scelto la via più difficile, ma lui è diverso”

Parla il suo manager: “Quando gli dissi del camion era gasato e perplesso perché nel caso gli toccherà anche spalare. In America gli avevano fatto i ponti d’oro e fare il Mondiale Superbike era sconveniente economicamente: a lui però non interessò. Petrucci è vero e diverso, per questo piace”

SBK: Vergani: “La Dakar? Petrucci ha sempre scelto la via più difficile, ma lui è diverso”

Danilo Petrucci torna alla Dakar e questa volta correrà coi camion, tenendo alti per l’occasione i colori del team Italtrans. Una sfida che affascina, fortemente voluta da Prometeon, che ha convinto il pilota ternano ad accettare l’avventura al via in Arabia Saudita il prossimo 3 gennaio.

Ovviamente non poteva mancare la regia di Alberto Vergani, che da anni cura gli interessi del pilota ternano, impegnato in Superbike con il team Barni. Proprio col manager meneghino, abbiamo fatto qualche battuta in merito alla sfida nel deserto che attende Petrux.    

“Danilo sarà una sorta di jolly in questa Dakar – ha detto - è un qualcosa di bello, inusuale, curioso, perché stiamo parlando di un pilota MotoGP e Superbike che affronta una sfida unica. Lui però è diverso, di conseguenza trascorrerà questi 20 giorni nel deserto col camion, maturando una nuova esperienza di vita”.

Ricordi ancora la proposta di Righi?
“Certo! Righi di Prometeon mi propose la cosa ne parlai con Petrux: quando gli dissi del camion, inizialmente era perplesso e al tempo stesso gasato, perché si trattava di una cosa del tutto nuova. Poi però abbiamo accettato”.

Qualcuno dice che Danilo, sul camion, sarà più comodo che sulla moto…
“A dir la verità non vedo tutta quella comodità che da fuori può sembrare. Penso che Danilo dovrà farsi un po’ il mazzo, in alcuni casi gli toccherà anche spalare della sabbia. Di sicuro non sarà facile, ma penso che arriverà comunque pronto ai test di Jerez in programma a gennaio”.

Danilo è però motivato, condividi?
“Certo! Lui è molto curioso perché alla fine questa Dakar sarà un qualcosa di divertente e unico. Di sicuro sarà dura, anche se rispetto alle moto è meglio, perché potrà godere di qualche ora in più di sonno (sorride)”.

Petrucci sarebbe potuto tornare alla Dakar già lo scorso anno…  
“Vero! Dopo l’esperienza nel MotoAmerica, lui pensava di essere subito là davanti a giocarsi le vittorie in Superbike, ma purtroppo gli mancava la fiducia con le gomme. Gli era quindi preso un po’ di sconforto e al tempo stesso c’era Fantic a pressarlo molto per la Dakar. Come al solito io lascio decidere al pilota, consapevole che ci fosse una proposta per lui sul tavolo. A Danilo gli dissi di aspettare il round di Donington, dove poi fece il suo primo podio. Quando rientrò a casa decise di continuare con Barni”.

E ad oggi è ancora lì…
“Sì. La storia però è molto particolare, perché correre nel Mondiale Superbike era sconveniente dal punto di vista economico per Danilo. Dopo la sfida con Gagne, in America c’era tantissimo interesse nei suoi confronti, infatti l’Organizzatore e lo sponsor del Campionato fecero di tutti per trattenerlo. In America gli avevano quindi fatto i ponti d’oro, ma con Barni c’era un progetto serio e importante sul tavolo. Danilo scelse la strada più difficile e forse è per questo che piace tanto alla gente. Lui è un ragazzo vero, genuino, semplice, alla portata di tutti”.

Fino a quando lo vedremo correre?“Danilo può andare oltre i 40! Se vinci la voglia aumenta, se invece fatichi cala. Alla fine il risultato è il carburante di ogni pilota. Quest’anno nel Mondiale siamo riusciti a vincere e forse potevamo addirittura arrivare terzi. Nessuno si sarebbe immaginato tutte queste difficoltà da parte di Bautista mentre BMW ha dimostrato con Toprak un abbraccio incredibile. Bulega invece è stato superlativo, un campione, sia dentro che fuori dalla pista”.

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