Il loro slogan era: “Facciamo un cinema” e alla fine l’hanno proprio fatto. Il team Gresini ha voluto accompagnare i tanti appassionati nella stagione da poco conclusa con questo messaggio sui social, anticipando ogni volta in maniera ironica la presentazione di un weekend di gara.
I protagonisti delle loro locandine non potevano che essere i propri portacolori, ovvero Marc Marquez e Alex Marquez, alla regia invece Cristian Massa, che dal 2017 ricopre l’incarico di addetto stampa della squadra capitanata da Nadia Padovani.
Un percorso partito da lontano quello di Massa, prima in Dorna poi come giornalista e ora chiamato a gestire la comunicazione della squadra di Faenza. Con lui abbiamo condiviso una lunga chiacchierata tra racconti e aneddoti di questo 2024, che ha visto Gresini protagonista in pista e fuori.
“Facciamo un cinema” nasce da un modo di dire utilizzato nelle mie zone, ovvero a Luino, sul Lago Maggiore – ha esordito – dal punto di vista metaforico “fare un cinema” significa “fare casino” ed è con questo messaggio che abbiamo optato per la nostra strategia comunicativa. L’arrivo di un pilota come Marc Marquez era per tutti noi un’occasione unica ed irripetibile, pertanto abbiamo deciso di “festeggiare” e quindi “fare un cinema” durante ogni weekend di gara. Ci siamo mossi verso questa direzione, cercando di creare attesa in questo lungo viaggio e siamo stati davvero entusiasti. Non pensavamo di raccogliere così tanto riscontro, ma soprattutto l’interesse da parte del pubblico. In molti mi hanno scritto nel corso della stagione perché volevano sapere quale sarebbe stata la locandina seguente”.
Cristian, qual è locandina che conservi più a cuore?
“La più laboriosa è stata The Wolf of Wall Street perché in quella copertina c’erano tutti i componenti della squadra ed è stato il progetto più laborioso da realizzare. Al tempo stesso però è stato divertentissimo perché coinvolgente. Voglio però dirvi un retroscena”.
Certo
“Marc è sempre stato ignaro di tutto ciò, infatti lui non sapeva niente. Scopriva le nostre idee solo nel momento in cui erano pubblicate. In pratica noi gli dicevamo cosa fare, in che posizione mettersi per le foto e lui lo faceva. Sempre in riferimento a The Wolf of Wall Street, mi torna in mente la scena in cui dico a Marc di mettersi a terra e alzare la gamba per emulare la caduta della Lamborghini. Non voglio immaginare cosa abbia pensato in quel momento, probabilmente avrà detto: “Ma questo è coglione?”. Alla fine però lui si è sempre divertito e ha apprezzato”.
The Wolf of Wall Street non è l’unico però.
“Esatto! Bellissimo anche Thai La Land. Ovviamente noi avevamo un’idea di partenza, però non sai mai quale sia il riscontro da parte del pubblico in un contesto fuori dall’Europa. Una volta arrivati a Buriram c’era gente che si è fatta addirittura stampare il poster per poi farselo autografare. In tutto ciò pure i piloti se la ridevano”.
Cristian, quante richieste di interviste, video e molto altro hai avuto nel corso della stagione?
“Penso che in questa stagione abbiamo avuto oltre 1000 richieste da gestire tra foto, video, interviste e tanto altro. Nei suoi confronti c’era infatti tantissimo interesse e di conseguenza non è stato possibile soddisfare tutto, visto che avevo due soli slot di interviste a weekend. Nel paddock sono quindi diventato il “Signor No” oppure ero “la sicurezza del pilota” perché in tantissimi fermavano Marc”.
È stato faticoso?
“È stato un anno certamente impegnativo, ma meglio un anno vissuto da leoni, che 10 da una mail al giorno. Ci tengo però a ringraziare tutto quello che era il nostro gruppo di lavoro, a partire dalla mia collega Anna, il nostro video maker Angel e il grafico Agus di Vertical, così come il nostro fotografo Luca”.
Cristian, se ti dicessi che Marc non ha bisogno di un addetto stampa condividi? A mio avviso, un pilota come lui, già sa cosa dire, come dirlo e quando.
“Verissimo, sono al 100% d’accordo! Un pilota come lui non ha bisogno di essere gestito a livello comunicativo. Lo stesso discorso vale per Alex: entrambi sono perfettamente consapevoli di quello che dicono e se a volte vanno sopra le righe è perché ci hanno pensato 100 volte prima di farlo. Più che un addetto stampa, devi essere il loro segretario (sorride).
Cosa ti resta di questo 2023?
“Ci sono due immagini: la prima è l’incontro con la capra in Qatar e infine la consegna dell’Oscar come attore protagonista a Barcellona. Quello del Montmelò è stato veramente emozionante, infatti sono scese un paio di lacrime. A queste due ci aggiungo anche il dito medio nei test”.
Oltre alla pista cosa ti ha colpito di Magic Marc?
“Marc è uno che può stare anche 100 ore davanti ai microfoni, il fatto è che però deve correre in pista. Con lui non ho mai avuto alcun problema in questa stagione. Lui al giovedì vede l’agenda, magari ti chiede di anticipare o posticipare un appuntamento, ma per il resto è un automa”.
Eri preoccupato all’inizio?
“No, non ero preoccupato anche perché immaginavo fosse come Alex. Personalmente ho sempre avuto un bellissimo rapporto con la famiglia Marquez. Sono molto grato a loro così come a tutta la Gresini per questo fantastico percorso condiviso assieme nel corso di questa stagione”.
Ora la stagione è finita.
“Esatto! È finita, ma penso che abbiamo fatto un bel cinema!”