Tu sei qui

MotoGP, Zarco: "Se gli ingegneri non trovano risposte, certo non le avremo noi piloti"

"I test sono stati positivi, anche se la direzione presa era quella sbagliata. Ci servono potenza per lottare sui rettilinei e aderenza al posteriore, vedremo ai prossimi test a Jerez. Nei momenti difficili si può lavorare per se stessi, non ho saputo sfruttare appieno la Ducati, ma sarei felice di tornare sul podio con la Honda"

MotoGP: Zarco:

Nei test di Barcellona, oltre ai tanti avvicendamenti tra team e piloti, c'era anche grande attesa nel vedere se la Honda avrebbe fatto qualche ulteriore passo avanti dopo un'altra stagione trascorsa in sordina. La grande casa nipponica non sembra aver entusiasmato i piloti, Joan Mir si è detto infatti deluso dall'assenza di novità di spessore. Johan Zarco, che al martedì ha battuto il miglior tempo tra le Honda col 10° crono, vede invece il bicchiere mezzo pieno, evitando di fasciarsi la testa eccessivamente e lasciando i mal testa tecnici agli ingegneri per concentrarsi sul proprio stile di guida.

"E' stata una giornata di test positiva - spiega il francese - nonostante le condizioni fossero buone al mattino sono stato più cauto, avendo visto anche alcune cadute alla curva 5. Siamo riusciti a lavorare bene, abbiamo provato delle nuove componenti sulla nuova moto, ma il responso non è stato molto positivo. E' comunque un'informazione su quale direzione non prendere in vista di Febbraio. Mi sono divertito salendo sulla nuovo moto, ho lavorato anche sul mio stile di guida mentre cercavo di portare la moto al limite, il tutto facendo delle brevi uscite, ma con dei giri di qualità. In generale è stata una giornata di test positiva, ma per conoscere la direzione in cui Honda vorrà spingere nel prossimo futuro dovremo aspettare la riunione di fine test".

Ti aspettavi qualcosa di più?
"Analizzeremo i dati per fare il punto della situazione, anche se penso che non seguiremo la direzione presa oggi. Credo che uno dei punti importanti sarà di lavorare sul motore, abbiamo bisogno di potenza per lottare sul rettilineo e guadagnare qualche posizione nei punti di frenata. Il punto debole rimane il controllo dell'aderenza alla ruota posteriore, sotto quell'aspetto non abbiamo ancora trovato una soluzione. Questo ci aiuterebbe in accelerazione ma anche in frenata. Ora avremo dei test a Jerez la prossima settimana, l'aerodinamica dovrebbe fare un altro passo avanti ma la vedremo il prossimo anno, mentre sul telaio ci sono state delle piccole migliorie che però non hanno fatto una grossa differenza".

Avete lavorato anche sulla distribuzione dei pesi, ha avuto un impatto positivo?
"In realtà anziché migliorare i nostri punti deboli ci ha tolto ciò che c'era di positivo. Questa informazione ha comunque un suo valore, non sono stressato al riguardo perchè non eravamo molto più lenti, ma rispetto alle Ducati c'è ancora molto da fare e il prossimo passo dovrà essere un miglioramento più concreto in termini di tempi sul giro. Per me però è stata una giornata di test positiva come detto, tutte le informazioni che abbiamo ottenuto serviranno agli ingegneri per lavorare in vista dei prossimi test".

Quali erano gli obiettivi iniziali di questi test?
"Non voglio entrare troppo nei dettagli tecnici, non abbiamo ancora una risposta chiara dai tempi in pista. Al riguardo non sono preoccupato, quando commetti un errore sai che non lo ripeterai. La riunione sarà importante per capire i prossimi passi, non abbiamo provato il nuovo motore, penso che lo vedremo nei prossimi test".

Pensi che la carenza di aderenza sia più un problema meccanico o di elettronica?
"Difficile dirlo con certezza, io stesso sto ancora imparando alcune cose. A volte penso che il miglioramento dovrebbe arrivare dal lato meccanico, ma poi scopro che alcune modifiche all'elettronica possono aiutare ad andare nella direzione che desideriamo, od una combinazione delle due cose. E' interessante capire questa dinamica come pilota, ma non so dare una risposta al momento".

Non è stata una stagione facile, ma hai fatto dei progressi anche come pilota. Quale è stata la lezione che hai imparato quest'anno?
"Anche nei momenti difficili si può lavorare su se stessi. Quando lo fai riesci anche a sfruttare meglio la moto. Non ti perdi più in commenti tecnici, la parte tecnica serve agli ingegneri non per i piloti. Quello che mi ripeto spesso è che se persino i migliori ingegneri giapponesi non riescono a trovare subito delle soluzioni, neanche noi in quanto piloti possiamo farlo. Non siamo migliori degli ingegneri, e chiaramente siamo meno intelligenti!- prosegue scherzando - questa è stata una delle lezioni e sono felice di essere solo un pilota!"

Quest'anno forse abbiamo visto il migliore Zarco degli ultimi anni. Ci sono stati dei momenti in cui ha sofferto l'impazienza di voler produrre dei risultati?
"No, penso di avere ancora molto da imparare. Non ho sfruttato al massimo la Ducati in passato, Martin e Pecco lo hanno fatto. Bezzecchi lo ha fatto meglio di me nel 2023. Quindi dovevo cambiare delle cose, in alcune di esse l'ho già fatto quest'anno e grazie alla Honda ed alla carenza di risultati ho potuto lavorare e migliorare non avendo la stessa pressione addosso. Ma sento di avere ancora spazio per migliorare come pilota, la vivo come una sfida personale. Se tutto confluirà nella giusta direzione, sono quasi certo che riusciremo ad ottenere dei risultati, sarò ben felice di essere quel pilota Honda che tornerà sul podio".
 

Articoli che potrebbero interessarti

 
 
Privacy Policy