Il suo primo giorno in MotoGP Ai Ogura lo ha concluso in ventunesima posizione. Protagonista soltanto di una banale scivolata quando erano passate poco più di due ore dall'inizio della sessione di test al Montmelo, il fresco campione del mondo di Moto2 ha promosso in toto il suo primo approccio alla categoria senza ravvisare grosse criticità nella gestione dell'Aprilia con i colori del team Trackhouse Racing.
"Non ho avuto mai problemi per tutto il giorno e mi sono trovato subito bene con tutto la squadra, l'unico intoppo è stato l’incidente, per cui è stato un buon inizio. Cosa mi ha colpito della moto? Probabilmente l’accelerazione che è dolce e graduale. Credo sia stata la cosa più complessa per me. L’erogazione è molto diversa rispetto alla Moto2. La velocità, invece, non mi ha sorpreso più di tanto, dopo due o tre giri avevo già il ritmo. I freni in carbonio? Anche in questo caso non ho notato particolari differenze confrontandoli con quelli in acciaio e neppure la massiccia presenza dell'aerodinamica non mi ha dato sensazioni particolari", l'analisi flemmatica del nipponico.
Se fino a domenica correva con dei giovani affamati quanto lui di affermazione, questo martedì si è trovato a misurarsi con i grandi. "Stare in pista con tanti piloti importanti un po’ di agitazione la crea, così come l’attenzione mediatica, ma direi che è tutto gestibile", ha considerato con atteggiamento zen.
Molto lucido e chiaro, invece, il punto sugli aspetti che necessitano di essere migliorati: "La frenata o comunque l’ingresso curva, nello specifico quella fase da quando si toccano i freni a quando si riapre il gas. Devo sicuramente capirla meglio".
Le MotoGP sono potenti e fisiche, di conseguenza richiedono più preparazione. "In questa sessione ho compiuto 85/86 giri e credo che lo stint più lungo sia stato di una decina di tornate. Fisicamente è andata bene, ma resta l’interrogativo sulla distanza di gara. Di certo in inverno lavorerò più duramente che negli anni scorsi", la sua promessa.