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MotoGP, Marquez: “in rosso mi sono trovato a mio agio. La GP25? Devo studiarla meglio”

 “Conosco la pressione, so quali sono i risultati di Ducati, ma tutto deve essere gestito perché quest’anno Pecco ha fatto un lavoro incredibile, ma non è bastato per vincere il Mondiale”

MotoGP:  Marquez: “in rosso mi sono trovato a mio agio. La GP25? Devo studiarla meglio”

Era il pilota più atteso perché per la prima volta guidava la moto tutta rossa. D’altronde ce l’aveva pure scritto sulla tuta: “Todo el Rojo”. Sta di fatto che a Barcellona Marc Marquez ha portato a termine la prima giornata in sella alla Ducati Factory.

Al termine della giornata il 93 ha occupato la quarta posizione alle spalle di Bagnaia, accusando 651 millesimi di distacco da suo fratello Alex. L’attesa per ascoltare le prima considerazioni del Fenomeno era grande tanto che lui ha dichiarato: “Ci sono più giornalisti oggi che nel weekend di gara”.

Battuta a parte, il portacolori Ducati spiega com’è stata la giornata.

“Tutto in rosso – ha scherzato– un anno fa ho fatto una scommessa rischiosa e arrivare nel team factory è stata la notizia migliore per me. Alla fine questa era l'idea del progetto. Oltre a questo aspetto, la cosa importante di questa giornata è il rapporto con la squadra, molto buono, infatti mi sono sentito a mio agio fin da subito. Di sicuro il fatto di non cambiare Casa, non cambiare moto e conoscere già molti ingegneri mi ha fatto sentire molto tranquillo. Oltre a questo c’è poi il discorso di tornare a lavorare con un Team Factory, dove c’è una pianificazione molto rigorosa e stabilita, inoltre il pilota è al 100% al centro del progetto e i suoi commenti sono utili per lo sviluppo del progetto”.

Hai avuto modo di incontrare Tardozzi, un tuo grande fan.
“Tardozzi si dedica molto alla componente sportiva, mentre ora stiamo lavorando più sull’aspetto tecnico. Lui è una persona che conosco da oltre dieci anni, fin da quando sono in MotoGP. Siamo stati rivali e ora lavorare insieme non cambia, anche se avere un rapporto del genere rende tutto molto più facile. Devo dire che con le persone all'interno del box c’è un bel rapporto, tutto è molto preciso e insieme stiamo provando la moto 2025 al 90%”.

Hai parlato anche con Dall’Igna?
“In questo 2024 mi sono sentito molto supportato dalla Ducati. La grande differenza, che a Ducati riesce molto bene, è che loro tengono conto del feedback di tutti i piloti. Non importa dove sei nel box, non importa se sei in sella a una Ducati vecchia o nuova: loro cercano sempre di parlare personalmente con tutti i piloti, anche se essere nel box del team ufficiale ci rende molto legati a Gigi e tutto lo staff tecnico”.

Cosa cambia rispetto al primo test con Honda?
“La più “pesante” è stata logicamente la prima volta con la Honda. Ero infatti nervoso, perché volevo capire fino a che punto potesse arrivare una MotoGP. L'anno scorso invece era diverso, anche se dovevo adattarmi, dato che saltavo da una MotoGP a un’altra. Di sicuro quest’anno ero più calmo, infatti fin dall’inizio mi sono sentito a mio agio. Quando non si cambia la marca della moto, tutto diventa più facile. Si nota solo l'evoluzione ed è quello che ho notato io”.

Cosa puoi dirci della GP25?
“Abbiamo provato diverse cose sulla moto. Tra l’altro ho fatto qualche uscita anche con la GP24. Diciamo che è un po’ diversa ttipo i dispositivi per abbassare la moto così come il feeling. Più competitiva? Penso di sì, ma dovremo vedere”.

Cosa ti ha colpito?
“Il motore è meglio in rettilineo, così come il carattere della moto in curva, ma devo capire il limite”.

Hai parlato con Bagnaia?
“La cosa più importante è avere un rapporto stretto con il proprio compagno di squadra, soprattutto ora, perché in Malesia si proverà ciò con cui inizieremo la stagione. Oggi io e Pecco abbiamo parlato tra di noi. Prima però ci siamo confrontati con gli ingegneri: loro avevano già un po’ di informazioni e poi abbiamo commentato tra di noi. La cosa importante è che il feedback è stato molto simile. Quel che conta è avere una moto che possa essere stabile su tutte le piste”.

Cosa significa essere factory?
“La responsabilità è molto più grande, perché in un team satellite quando fai un test provi l’assetto e poi puoi sempre tornare indietro. Oggi invece abbiamo lavorato su concetti riguardanti  la moto così come un nuovo motore, il telaio, per cui bisogna essere molto precisi nei commenti e concentrati. Basta un commento errato per influire nell’evoluzione della moto. Alla fine questo è stato un test per lavorare sulla guida e il pilota è nelle mani degli ingegneri”

Cosa ti aspetti?
“Il fatto di essere in un team ufficiale comporta una maggiore pressione così come una maggiore responsabilità. Questo perché si è obbligati a lottare per le prime posizioni, soprattutto quando si entra nella squadra che ha ottenuto i migliori risultati negli ultimi anni. Cercheremo quindi fare del nostro meglio e per me è un piacere essere qua con questi colori. Magari fa strano vedere Tardozzi, perché mi tornano in mente i duelli con Dovizioso, ma è bello”.

Puoi raccontarci il dito medio al team Gresini?
“Al team Gresini piace sempre scherzare. Loro stavano ridendo fuori dal box perché domenica mi hanno detto che sarebbero finiti davanti a me nel test. Alla fine Alex è stato il più veloce e quando sono rientrato in pit lane me li aspettavo. Io ho quindi ricambiato (scherza)”.

Al tuo fianco hai Rigamonti. 
“Esatto! Prima dovrò adattarmi a lui e poi anche lui mi conoscerà. Penso che il suo metodo di lavoro sia buono, infatti mi sono trovato da subito a mio agio e tutto era organizzato. Lui è un ingegnere di esperienza, ha grande fiducia ed è molto legato agli ingegneri Ducati. Di sicuro cambiare ingegnere non è il massimo, ma quando il tecnico è bravo ci si adatta rapidamente come è stato lo scorso anno con Carchedi”.  

Come vivi l’attesa?
“Mi piace avere la pressione, ma al tempo stesso serve gestirla e non è facile. Quest’anno Bagnaia ha vinto undici gare, ha fatto una stagione incredibile, ma purtroppo non ha vinto il titolo. Vedremo quindi”.

 

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