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MotoGP, Martin: "Ho corso con la speranza di vincere, piuttosto che la paura di perdere"

"E' la chiusura di un cerchio. Ho vinto grazie a Pramac e Ducati, ma non per provare a Ducati che si è sbagliata, Dall'Igna ha sempre creduto in me, mi hanno permesso di lottare. Il mio rapporto con Bagnaia è da ammirare.  Ho battuto il miglior Pecco ed un grandissimo Marc. L'1 in Aprilia? ho un mese per pensarci"

MotoGP: Martin:

Vincere il campionato del mondo in MotoGP è il coronamento di una carriera per qualsiasi pilota. E' la realizzazione di un sogno, il traguardo di una vita spesso fatta di sacrifici, di successi e di sconfitte. Jorge Martin oggi si giocava tutto questo, c'è chi dirà che la matematica della classifica fosse dalla sua parte, ma pochi possono dire di aver vissuto la stessa pressione che deve aver provato lo spagnolo in quegli ultimi giri, teso a metà tra il non commettere errori e il rivedere tutta la propria vita scorrere sulla visiera, le curve del tracciato sullo sfondo. Jorge Martin conquista così il sogno iridato, il quinto a farlo dopo Criville, Lorenzo, Marquez e Mir. Il terzo a farlo su una Ducati dopo Stoner e Bagnaia. Ci è riuscito con un team indipendente, Pramac, il primo a riuscirci dal lontano 2001 di Valentino Rossi.

Il primo titolo non si scorda mai, e quando Martin giocando a bordo pista con una maschera da Martinator ha infranto quella barriera, quel muro che lo separava dall'agognato casco d'oro, non ha infranto solo la successione di titoli di Bagnaia, ma anche le proprie paure, le proprie incertezze. Come sottolinea lui stesso, quella con Bagnaia in questi due anni è stata una rivalità pulita, sincera. Sono cresciuti sulle piste assieme, poi hanno seguito strade diverse. Oggi è stato Jorge ad emergere vittorioso al termine di una stagione incredibile in cui i due Ducatisti hanno fatto la differenza, ma il rispetto tra i due è un qualcosa che non può non far sorridere, perchè nulla è scontato e l'amicizia tra due rivali è sempre una bella storia.

Come ci si sente a sentire le parole "Jorge Martin, campione del mondo"?
"E' una sensazione incredibile, non riesco ancora a crederci, sono in stato di shock - racconta emozionato il nuovo campione del mondo 2024 - ho già pianto moltissimo quindi forse ora riuscirò ad essere più calmo con i media. Voglio solamente festeggiare, stare col mio team, coi miei amici, la mia famiglia. E' un momento emozionante, è stato un lungo viaggio. La mia carriera non è stata facile, ho avuto delle opportunità ma me le sono costruite. Ho lavorato duramente, e fatto molti sacrifici per cercare di essere un uomo migliore. Nella scorsa stagione ho avuto l'opportunità ma penso non fossi preparato per vincere, non ero pronto a metterci la firma. Quest'anno invece ho avuto la sensazione che questa fosse la mia stagione. Ringrazio tutti, il team Pramac, la Ducati per avermi dato una moto magnifica in questi quattro anni, e per l'opportunità di poter lottare fino alla fine contro un fantastico Bagnaia".

Prima della gara avevi 19 punti di vantaggio, ma la pressione di commettere un errore c'è stata.
"Non è stato facile, oggi le condizioni in pista non erano semplici e la scelta delle gomme era una incognita. Guardavo alle scelte dei miei rivali ed in realtà erano tutte buone, quindi ho avuto un po' di paura ma poi ho optato per una scelta conservativa usando la media. Non sono sicuro sia stata la scelta più competitiva, ma ha funzionato. In ogni caso ero fiducioso che anche con l'opzione peggiore sarei riuscito a chiudere nei primi nove".

Cos'hai pensato al traguardo?
"Non volevo guardare i giri. La prima volta che ho guardato ero già a sette giri. Ho visto che Aleix era dietro di me e questo mi ha rassicurato, sapevo che era un buon alleato nella gara di oggi. Arrivato a sette giri dalla fine è stato il momento più difficile, anche se si fosse trattato di una gara qualsiasi avrei chiuso terzo, Pecco e Marc erano più forti. In quei momenti tutta la mia carriera mi è passata davanti, mi è tornato in mente mio padre, tutti i weekend dopo il lavoro, mia madre che cucinava nel furgone quando correvo nelle minimoto, mio nonno che mi starà guardando da lassù. Ho cercato di mantenere la concentrazione, il lavoro non era ancora finito finché non avessi passato il traguardo. Ho iniziato ad emozionarmi già all'ultimo giro, ho pianto sul traguardo, poi ho riso e ho pianto ancora. Sono felice che quasi tutta la mia famiglia ed i miei amici siano qui".

Ora aggiungerai il tuo nome sul trofeo dei vincitori.
"La scorsa stagione durante i video osservavo il trofeo e non ero preparato, avevo paura, non riuscivo a godermi il momento. Quest'anno non l'ho neanche guardato mentre filmavamo, ma sentivo che avrei messo il mio nome lì sopra. Oggi mi sono goduto la gara, mi è sembrata quasi una sessione di allenamento, sono felice di essermi goduto il momento. Ricordo quando vinsi il titolo nel 2018 ed il primo pensiero fu di volerne vincere altri, non riuscii a godermi quel momento, è ciò che farò adesso. Penso che qualsiasi cosa verrà in futuro sarà un dono, non mi interessa, ma è chiaro che continuerò a dare il massimo, e comincerò a farlo con l'Aprilia".

Martinator si ispira a Terminator, ma quale sei, quello cattivo od il buono?
"Penso di essere quello buono, credo di essere un pilota rispettoso, cerco sempre di essere corretto verso gli altri piloti, ma se vogliono lottare posso farlo anche io".

Che stagione è stata questa?
"La chiave di questo campionato è stata imparare dal passato e non ripetere gli stessi errori. Nella vita si possono commettere degli errori, la chiave è vivere nel presente, non so cosa succederà in futuro".
 

Nella tua carriera hai subito diversi infortuni, l'ultimo a Portimao nel 2021. Hai mai pensato che questo momento non sarebbe mai arrivato?
"A Gennaio ho avuto delle difficoltà a livello mentale, nella stagione passata avevo chiuso 2° il che era positivo, ma avevo paura ed ero pieno di incertezze. Ho pensato che non sarei mai stato campione del mondo in MotoGP. Grazie al mio coach sono migliorato, ho corso contando sulla speranza di vincere piuttosto che sulla paura di perdere. E' stato importante mantenere la concentrazione, sulla mia porta c'era scritto non entrare, essere da solo mi ha aiutato a mantenere la fiducia".

Sei arrivato dalla rookies cup.
"Senza quella non sarei qui, eravamo una famiglia normale, non eravamo poveri ma non avevamo i soldi. Mi dissero che ero troppo giovane, quando tornai l'anno successivo fui il più veloce. Forse senza quel consiglio avrei lasciato le corse. Tre anni dopo vinsi la rookies cup, fu un momento importante".

Porterai il numero 1 sulla carena?
"Credo che ora sia il momento di festeggiare, oggi sono il numero uno, avremo un mese di tempo per pensarci".

Cosa significa per te essere campione del mondo MotoGP?
"E' la chiusura di un cerchio di una carriera perfetta. Potrei andare a casa domani, lasciare le moto, e sarei la persona più felice sulla terra. Sono motivato per il mio futuro, come dice Pecco abbiamo ancora molti anni davanti. Ho battuto il miglior Pecco e un grande Marc. Sono riuscito ad arrivare primo. Sono in un altro mondo e le parole escono da sole. Ora che ho vinto un titolo sarò più preparato, ma questo successo ha un significato sopratutto per le mie persone, per Paolo Campinoti. In 25 anni non ha mai avuto questa opportunità".

Quando Ducati scelse Enea dicesti "facciamo la storia", quest'anno al Mugello è stato scelto Marquez. Queste scelte ti hanno dato una motivazione in più?
"Non l'ho fatto per provare a Ducati che si è sbagliata, l'ho fatto per me stesso e per il mio team. Il team Pramac se lo è meritato, sono felice di aver vinto con loro, è il miglior team in cui potessi vincere".

E' la prima volta che un team indipendente vince il titolo in epoca moderna.
"Questo successo è stato anche della Ducati. Nonostante non mi abbiano scelto mi hanno dato tutto il necessario per lottare. Dall'Igna ha sempre creduto in me. Poi le circostanze nella vita possono cambiare. Credo che nessuno qui pensasse che mi avrebbero permesso di lottare per questo titolo ma lo hanno fatto, quindi il mio ringraziamento va anche a loro".

Il rapporto con Bagnaia resterà lo stesso?
"Credo che il rapporto che io e Bagnaia abbiamo sia da ammirare, eravamo molto amici da piccoli, abbiamo vissuto assieme ed ora vinciamo mondiali, penso sia una bella storia".
PH. @ Pier Luca Brunetti

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