Siamo al match point per il titolo per Jorge Martin, che già nel sabato di Barcellona potrebbe chiudere i giochi nella sfida con Bagnaia portando a casa onori titolo e gloria, per se come per il team Pramac. Ci erano già andati vicini lo scorso anno, a Valencia, ed anche se il vantaggio dello spagnolo di 24 punti non lascia grande spazio ai miracoli, Paolo Campinoti patron del team Prima Pramac Ducati preferisce optare per della sana e italianissima scaramanzia, perchè è difficile che un pilota di un team satellite vinca il titolo, se non vogliamo considerare il titolo di Valentino Rossi nel 2001 col team Nastro Azzurro.
"Non dico nulla, sono scaramantico e a festeggiare ci penseremo dopo se sarà il caso - racconta Paolo Campinoti a Daniele Sparisci del Corriere della sera - Sappiamo organizzare bene i party, questo ormai è risaputo", scherza poi.
Sul talento di Martin il patron non ha dubbi.
"Jorge è un fenomeno che ha imparato ad applicarsi bene. A volte chi è dotato di talento tende a dire: "In qualche modo me la cavo lo stesso". Il suo più grande cambiamento in questi anni è stato di testa, credo che sarà al vertice per molti anni".
Lo spagnolo è ora ad un passo dal titolo, conteso con Bagnaia, per la seconda stagione consecutiva.
"Lo sarà se l'Aprilia saprà dargli una moto competitiva, dall'anno scorso è cambiato moltissimo. Anche Pecco è un grande pilota, veloce e intelligente. Ha sempre fatto della sua preparazione la sua arma migliore. Già da giovanissimo si vedeva questa sua capacità di analisi e di apprendere in fretta. Per me Pecco e Jorge è la coppia ideale di piloti", sostiene Campinoti.
Nonostante questo però, Ducati però al Mugello ha preferito puntare su Marc Marquez.
"Hanno voluto il Papa straniero. Peccato, Martin poteva essere il Del Piero o il Totti della Ducati. Uno cresciuto in casa destinato a diventare campione. Jorge avrebbe meritato quel posto, per quello che sta dimostrando".