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MotoGP, Pirro: “Ho un po’ di pressione perché corro per la squadra di Valentino”

“Iannone? ha talento, ma in MotoGP è cambiata la tecnica. Non ha faticato a Sepang perché non è allenato, ma perché le manovre che servono per andare veloce costano energia. Sarà difficile anche per me, ma è emozionante correre per la VR46”  

MotoGP: Pirro: “Ho un po’ di pressione perché corro per la squadra di Valentino”

Michele Pirro potrà aggiungere un’altra tuta alla sua collezione, dopo questo fine settimana a Barcellona. Il collaudatore pugliese ha infatti raccolto il testimone da Andrea Iannone, per sostituire Fabio Di Giannantonio in sella alla Ducati GP23 del Pertamina Enduro VR46 Racing Team, in occasione dell’ultimo appuntamento dell’anno. Prima di tornare in azione martedì sulla medesima pista catalana, per la prima giornata di test invernali 2025. 

“In questi dodici anni, di tute ne ho collezionate moltissime. Non le ho mai contate, le tengo tutte a casa e l’unica costante è che sono tutte Ducati. Non ho mai avuto una tuta gialla questa è la prima volta, ed è emozionante, perché si tratta del team di Valentino - ha commentato il 38enne - Ho un po’ di pressione per il fatto di correre per la squadra di Valentino. È il più grande del motociclismo e io ho cominciato la mia carriera con lui. Sarà molto bello, ma io sono qui anche per dare un contributo a Ducati e provare un’ultima volta la GP23, prima di fare il passaggio martedì alla 24/25”. 

Un’importante occasione per il collaudatore di Borgo Panigale per cominciare a impostare il lavoro in vista dei test.

“Non faccio una gara in MotoGP da più di un anno e quindi sarà importante farne una. Ne ho parlato anche con Dani Pedrosa a Jerez e non è facile non fare nemmeno una gara durante l’anno, perché nei test giri da solo mentre così puoi vedere il livello degli altri. In più, sarà l’ultima occasione per girare con la GP23. Sarà importante capire quant’è la differenza tra questa moto e le GP24 e GP25 e abbiamo l’occasione per farlo sulla stessa pista - ha affermato, spiegando il suo piano di lavoro - Credo sia anche per questo che Dall’Igna e la Ducati hanno deciso di farmi fare questa gara. Sarà importante, ma sono anche curioso di provare la moto e fare un confronto nel test di martedì”.

Era dal 2022, del resto, che Pirro non aveva più avuto occasione per salire sulla Desmosedici GP23. 

È chiaro che c’è una differenza importante, ma vogliamo capire bene di quanto si tratta e non c’è occasione migliore per farlo che fare un confronto sullo stesso circuito. Mi dispiace per Di Giannantonio, perché non è mai bello subentrare a un altro pilota. Anche Iannone aveva fatto un bel weekend a Sepang, ma l’ottica di Ducati è quella di continuare a lavorare e non abbiamo molte occasioni per farlo, visto che non abbiamo tanti test e pneumatici a disposizione e non possiamo sprecare giorni e gomme per girare con la moto vecchia - ha sottolineato  - Quando ho avuto conferma della sostituzione? Settimana scorsa. Dall’Igna e la VR46 hanno deciso di farmi correre in base ai test e alla programmazione. Quando correvano a Sepang, io ero impegnato nei test con la GP25 e pensavo di aver chiuso per quest’anno”.

Parlando proprio del fine settimana in Malesia, Michele hai espresso un suo giudizio sulla prestazione di Iannone. 

“Iannone ha disputato una stagione in Superbike, che non è la stessa cosa a livello di moto, ma è comunque un Mondiale per il quale cui devi essere allenato. Io sono stato il primo a farlo tornare su una Ducati a marzo dell’anno scorso, facendogli fare un test con la V4, perché lui girava con l’Aprilia. Avevo visto che non aveva perso il talento e ne ho parlato con Dall’Igna, dicendogli che era veloce. Però è cambiato tutto rispetto a 5 anni fa - ha osservato - Sono cambiate sia le moto che lo stile di guida e gli altri piloti fanno tutto in maniera più naturale e con più facilità. È un discorso che vale anche per me e credo dipenda anche l’età: il talento c’è per fare uno, due o cinque giri, ma fare una gara intera non è facile. Ti puoi allenare quanto vuoi, ma questi ragazzi sono cresciuti sviluppando uno stile di guida fatto per sfruttare queste moto e noi possiamo adattarci, ma non potremo mai farlo con la loro stessa naturalezza”.

Per il pugliese si prospetta quindi un weekend di sofferenza come quello dell’abruzzese?

Non è che lui abbia sofferto fisicamente perché non è allenato, ma perché devi fare delle manovre per essere veloce che costano tanta energia. È la tecnica che cambia non la velocità, e lui è riuscito a essere subito veloce perché ha talento. Nella MotoGP attuale, però, non basta solo il talento. Ci vuole anche tanta tecnica - ha analizzato Michele - Lui ha fatto un weekend migliorando, ma il gap dal primo è sempre rimasto quello. Sarà difficile anche per me, anche perché gli altri hanno già 20 gare alle spalle”.

Una prova ben diversa rispetto alla wildcard disputata quest’anno in SBK dal 38enne.

È tutta un’altra storia, a livello di frenata e di aerodinamica - ha spiegato - Questo è un prototipo ed è più difficile spingerlo al limite ogni volta. Il fine settimana di gara non è facile, soprattutto in Superbike perché ci tre gare e numerose sessioni in pista. La grande differenza però risiede nell’intensità della MotoGP, soprattutto in frenata e in accelerazione”.

Quanto ha inciso l’introduzione delle concessioni in MotoGP sul lavoro del pugliese?

“È diverso perché bisogna gestire i test, soprattutto a livello di giornate, perché non abbiamo molte gomme a disposizione. Era importante riuscire a gestire la situazione durante l’anno e abbiamo fatto un lavoro straordinario in gara, soprattutto in questa stagione, e ne sono contento” ha risposto Pirro, che ha poi concluso parlando dei più cambiamenti che ha riscontrato nella classe regina dall’inizio del suo lavoro da collaudatore. 

“È tutta un’altra storia. L’aerodinamica soprattutto è molto diversa rispetto a dodici, o anche a cinque, anni fa. L’abbassatore e tutti i dispositivi per migliorare in accelerazione e frenata sono tutta un’altra cosa rispetto a com’era in passato ed è difficile. Se avessi potuto provare queste moto dodici anni fa sarebbe stata un’altra cosa per me - ha detto ridendo - Però è bello vedere dalla pista lo stile di guida dei giovani d’oggi, che hanno il corpo fuori dalla moto. È divertente. Io ci ho provato, ma non è semplice”. 

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